sabato 27 marzo 2010

La carica dei 101


Ma non sto parlando di simpatici cani dalmati. Questo post nasce invece per ringraziare i 101 , almeno per ora, lettori iscritti a questo blog. Non sono tutti quelli che frequentano queste pagine virtuali, molti altri lo fanno tramite Facebook, ma ritengo doveroso ringraziarli per l’attenzione dedicata a questo piccolo angolo di scrittura.

Come regalo, vi anticipo che presto, molto presto, nuovi personaggi faranno la loro comparsa sul Lago dei Misteri. E questa non è l’unica delle sorprese che bollono nel pentolone, qui sulla seconda isola. Vi parlerò infatti delle origini di Malikà e annuncerò i contenuti del nuovo racconto a puntate di Camilla.

Nel frattempo vi ricordo che oggi è aperta anche la Bottega del Mistero sul blog di Siamo in Onda, in coincidenza con la trasmissione di stasera.

venerdì 26 marzo 2010

Schiavi della tecnologia?

Una scena del film "Metropolis" (1927) di F. Lang

Siamo tutti schiavi della tecnologia? Questa domanda è il fantasma che si aggirerà domani sera negli studi di Siamo in Onda, il talk show di Puntoradio.

Si parlerà di tecnologia ed il quesito posto agli ascoltatori del programma e ai lettori di questo blog sarà il seguente:

Tecnologia: la usiamo o ne siamo schiavi?

Ricordo le coordinate per ascoltare Puntoradio:

Per ascoltare Siamo in Onda:
- FM 96.3 da Novara, Vercelli, Verbania, Biella, Alessandria, Torino, Varese, Milano, Pavia
- FM 93.5 - 96.00 da Borgosesia e Valsesia
- INTERNET in streaming su www.puntoradio.net

Per intervenire in DIRETTA:
- via email: diretta@puntoradio.net - redazione@siamoinonda.it
- via SMS: 389 96 96 960

sabato 20 marzo 2010

Un misterioso furto



Questa mattina c’è stato un misterioso furto, nella Bottega del Mistero sul blog di Siamo in Onda.
Per quella che appare una incredibile coincidenza, questa sera a Siamo in Onda (21-24) su Puntoradio si parlerà di guardie e ladri.
Se vi chiedete cosa sia stato rubato, non vi resta che visitare la Bottega, anche se l’immagine qua sopra può essere un indizio…

venerdì 19 marzo 2010

Guardie e ladri



Domani sera a Siamo in Onda si giocherà a guardie e ladri.
Questo, infatti, è il tema della puntata del talk show di Puntoradio.

La domanda ai lettori invece è la seguente:

Guardie e ladri. Chi più ti affascina?

I commenti più simpatici saranno letti in diretta.



Per ascoltare Siamo in Onda:
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mercoledì 17 marzo 2010

Antiquarium Medionovarese


PRESENTAZIONE DEL III NUMERO DELLA RIVISTA ANTIQUARIUM MEDIONOVARESE

COMUNE DI GOZZANO ASSESSORATO ALLA CULTURA BIBLIOTECA PUBBLICA “A. MAZZETTI”

Al Palazzo comunale, Sala degli Stemmi
GIOVEDI’ 18 MARZO 2010 ORE 21

Presentazione della Rivista Storica
ANTIQUARIUM MEDIONOVARESE (III numero)

IL GASMA (Gruppo Archeologico, Storico Mineralogico Aronese) è attivo dal 1974: ha promosso ed allestito i musei Mineralogico ed Archeologico di Arona, ha recuperato centinaia di reperti archeologici nel Basso Verbano e Borgomanerese e centinaia di campioni di minerali nell’Ossola.
Oltre alla creazione di importanti mostre storiche locali (La Rocca di Arona, Arona di carta, ecc.) ha pubblicato numerosi studi tra cui la rivista sociale ANTIQUARIUM MEDIONOVARESE a partire dal 2003, rivista giunta al III numero che ogni volta viene presentata in diversi paesi del territorio.
Gozzano, insieme ad Arona ha aderito a tale iniziativa nel 2005, 2007 ed oggi.

INDICE DI ALCUNI CONTRIBUTI

Alcune nozioni sul fenomeno di alterazione delle rocce dell’ammasso roccioso granitico di Alzo compreso tra il lago d’Orta e la Valsesia
Claudio
Viviani

Il Castellazzo di Cureggio. Un sito antropizzato dalla tarda età del bronzo all’età del ferro…
Ivana Teruggi

Dagnente: frammento di lamina bronzea preromana

Carlo Manni

Alcune precisazioni ed aggiornamenti sui concetti
di pagus, vicus, civitas ed altri termini in uso presso gli autori antichi
Battista Beccaria

L’edilizia rurale romana nel Medio Novarese
Alberto Bacchetta

Varallo Pombia - Le coste: reperti neolitici
Carlo
Manni

Romagnano S. Testimonianze della romanizzazione
Carlo Brugo

L’insediamento di Ara alle falde del monte Fenera tra rocce incise ed acque salutifere…
Oliviera Calderini

Castelli novaresi e valsesiani
Angelo Marzi


Maestranze ticinesi tra Verbano e Ossola: Antonio Roncati e Francesco Antonio Giorgioli
Marina Dell’Omo

Giovanni Antonio Martelli, architetto cusiano
Valerio Cirio

Tumulti popolari ad Arona, Bogogno, Borgomanero, Gozzano, Orta nell’anno 1814
Alberto
Temporelli


Per informazioni:
Comune di Gozzano
Email comune@comune.gozzano.no.it
Tel. 0322 955677
Biblioteca Civica Ubaldo Mazzini
Email bmazzini@laspeziacultura.it
Tel 0187 738 279

lunedì 15 marzo 2010

Pillole di Mistero, seconda stagione


Questo è l'indice completo della seconda stagione delle Pillole di Mistero trasmesse a Siamo in Onda, su Puntoradio.

Tutti i video sono disponibili anche sul canale del lago dei misteri su You Tube.


Sabato 4 ottobre 200.

Tema: vittorie e sconfitte.

La valle dei cinque / Lä val d'ij cinch Racconto vincitore del concorso “racconta il tuo mistero” (autore Massimo Maria Bonini)

Video

Extra: intervista video a Francesca d’Amato Pillola di Dragonologia


sabato 11 ottobre 2008.

Tema: grazie.

Le Grazie

Il video.


sabato 18 ottobre 2008.

Tema: occhi.

Occhi gialli nell'oscurità

Il video.


sabato 25 ottobre 2008

tema: fedeltà/infedeltà .

La guardia sul colle

Il video.


sabato 1 novembre 2008

Tema: Paure .

L’armata delle tenebre

Il video.


sabato 8 novembre 2008

tema: sogni d’oro

La grotta del sogno.

Video.


sabato 15 novembre 2008

tema: volare

Le streghe di Sambughetto.

Video.


sabato 22 novembre 2008

Tema: donne e motori

La pupa e il motore

Il video


sabato 29 novembre 2008

tema: il fattore di potenza

La potenza della Vipera.

Il video.


sabato 6 dicembre 2008

tema: dalle stelle alle stalle

La farina del Diavolo

Il video


sabato 13 dicembre 2008

tema: Le strade

Il labirinto dell’oscurità

Il video


sabato 20 dicembre 2008

tema: Babbo Natale esiste!

Babbo Natale esiste!

Video




Sabato 24 gennaio 2009
Tema: il coraggio e la paura
La culla.
Il video

Sabato 7 febbraio 2009
Tema: destino
La scelta.
Il video


Sabato 14 febbraio 2009
Tema: mentire con un bacio
La Maria del sasso.
Il video

Sabato 28 febbraio 2009
Tema: bambole
Bambole.
Il video

Sabato 14 marzo 2009
Tema: gratis
Niente è gratuito.
Il video


Sabato 28 marzo 2009
Tema: treno
Rotaie nella brughiera.
Il video


Sabato 11 aprile 2009
Tema: luce
Luci nella notte.


Sabato 25 aprile 2009
Tema: libertà
Vento di libertà.
Il video


Sabato 9 maggio 2009
Tema: la gola
Wolverine in Valle Strona.
Video


sabato 23 maggio 2009
Tema: giallo
La spia del lago
Il video


Sabato 6 giugno 2009
Tema: lingua
Le lingue morte
Video


Vai alla prima stagione

domenica 14 marzo 2010

Pillole di mistero: la prima stagione


Nel maggio del 2008 è cominciata una collaborazione con Siamo in Onda, il talk show di Puntoradio, che continua tuttora.

In questo post vi propongo l'elenco completo della prima stagione delle Pillole di Mistero.


venerdì 23 maggio 2008

La Dama di Ghiaccio .


sabato 31 maggio 2008.

Tema: Superpoteri.

I due muratori.


sabato 7 giugno 2008.

Tema: giro d’Italia.

La caccia infinita.

Il video.


sabato 14 giugno 2008

Tema: fortuna/sfortuna.

Le Creature del Piccolo Popolo

Il video.


sabato 13 marzo 2010

Un luogo enigmatico nella Bottega del Mistero


Oggi si parla della storia di uno dei luoghi più misteriosi della terra, dove il profumo della leggenda si distingue chiaramente nell'aria e si può camminare immersi in un'atmosfera sospesa tra magia e realtà.
Se volete saperne di più, non vi resta che correre subito a visitare la Bottega del Mistero, sul blog di Siamo in Onda.

venerdì 12 marzo 2010

Vieni avanti, cretino!


Domani sera a Siamo in Onda, il talk Show di Puntoradio, si parlerà di una realtà con cui ciascuno di noi è costretto continuamente a confrontarsi: la stupidità.

Del resto la Bibbia aveva ragione: “Infinito è il numero degli stupidi” (L'Ecclesiaste).
Lo ha confermato lo scienziato più geniale del Novecento: “Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi” (Albert Einstein).

C’è tuttavia qualcosa di peggio della stupidità: “i cretini sono una saggia istituzione della natura che permette agli stupidi di ritenersi intelligenti” (Orson Welles).

E così, dopo la folla degli stupidi, ecco scendere in campo l'orda ottusa dei cretini. Purtroppo non solo “i cattivi a volte si riposano, i cretini mai” (Eros Drusiani), ma contro di essi non c’è rimedio: “i cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedire loro di nuocere” (8° corollario alla Legge di Murphy).

Contro il cretino non c’è arma che tenga, perché “l'evo moderno è finito. Comincia il medioevo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato” (Ennio Flaiano).

Resta un’unica consolazione, l’ironia. Eccone due assaggi:

“È un cretino illuminato da lampi di imbecillità” (Ennio Flaiano).
“Fin da bambino era stato un cretino precoce” (Groucho Marx).

Naturalmente, a voler essere pignoli, la quantità di cretini che incontriamo ogni giorno è talmente vasta da far nascere un’inquietante pensiero in chiunque non sia stupido.
Non è che per qualcuno, almeno qualche volta, il cretino siamo noi?

In effetti “il primo stadio della fesseria è il considerarsi saggio” (Benjamin Franklin).

In questo modo la domanda posta dallo staff di Siamo in Onda appare quanto mai opportuna:

Quando avete pensato di essere un cretino?


Per ascoltare Siamo in Onda:
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mercoledì 10 marzo 2010

Fine settimana con Somatos Teatro


13 marzo, ore 17,00 c/o SALONE PARR.LE - Alzo di Pella
Somatos Teatro LABORATORIO PER RE E REGINE
LABORATORIO DI NARRAZIONE E GIOCHI TEATRALI PER BAMBINI DA 5 ANNI CON GENITORI

Questo incontro formativo si pone come obiettivi quelli di stimolare la conoscenza e l'ascolto di sé - e di sé in relazione agli altri, di cercare (e forse trovare) modi e tempi per raccontarsi ed ascoltarsi e di sviluppare le proprie potenzialità espressive. Per poi forse trovare, in tutto questo, una possibilità che non sapevamo all'inizio, come una specie di segreto piccolo, di piccola bellezza. Biglietto d’ingresso: € 5,00


13 marzo, ore 20,30 c/o SPAZIOTEATRO SELVE - Pella
Somatos Teatro A TEATRO COL BARATTO: IL PANE E LE ROSE
POESIE E RACCONTI DI AUTORI DEL ‘900

L’attore Michele Schneider andrà in scena con ingresso a baratto. Quindi sono da lasciare a casa i portafogli (ricordatevi però la patente se andrete in macchina) e portate come biglietto d’ingresso allo spettacolo, al posto del vil denaro, un litro d’olio, o una bottiglia di buon vino, o un pezzo di formaggio, o una torta fatta da voi.


D 14 marzo, ore 17.00, c/o TEATRO DEGLI SCALPELLINI - S.Maurizio d’Opaglio
Somatos Teatro IL POSTO DELLE FAVOLE
STORIE DAL MONDO PER FAMIGLIE, BIMBI, NONNE E ZIE

in collaborazione con il Comune di S. Maurizio, nell’ambito del cartellone teatral-musicale prediposto in co-direzione da TEATRO DELLE SELVE e Ass. ISABELLA LEONARDA , si terrà il secondo appuntamento all’interno del ciclo di spettacoli teatrali proposti dal Teatro delle Selve. Dopo la commuovente e applaudita “Giungla” di Roberto Anglisani, a San Maurizio un’altra opportunità per tutta la famiglia (bimbi, nonni, zii…) di emozionarsi e passare un pomeriggio diverso condividendo racconti, favole, storie della nostra eredità culturale senza restrizioni di età. Tutto questo avverrà grazie alla capacità affabulatoria di Michele Schneider, che attingendo all’immortale patrimonio delle storie popolari con i metodi del Teatro di Narrazione, riuscirà a divertire, commuovere, far riflettere.

Biglietto d’ingresso:adulti € 8,50 - bambini 5,00

www.teatrodelleselve.it - info@teatrodelleselve.it
Tel e Fax: +39 0322 96 97 06 - Cell. +39 339 66 16 179
Sede Legale: Via Carmine 5, Vacciago - 28010 AMENO (NO)
Sede Operativa: SPAZIOTEATRO SELVE - Via Zanotti, 26 - 28010 PELLA (NO)

lunedì 8 marzo 2010

Giornata internazionale della donna


Oggi ricorre quella che viene comunemente chiamata “Festa della donna” mentre più propriamente è la “Giornata internazionale della donna”.
L’origine di questa ricorrenza è di natura fortemente politica.

Nel 1792, in Inghilterra, Mary Wollstonecraft (madre di Mary Wollstonecraft Shelley, l’autrice di Frankenstein) scrisse una “Rivendicazione dei diritti della donna” che costituisce la base del movimento di emancipazione femminile per la conquista del diritto all’istruzione, alla rappresentanza politica e a condizioni paritarie con gli uomini nei rapporti giuridici ed economici.
Non fu, è doveroso ricordarlo, una lotta breve, né tanto meno facile. Molte attiviste pagarono la loro azione di “suffragette” (erano chiamate così in quanto chiedevano il “suffragio universale”, vale a dire l’estensione del diritto di voto alle donne) con l’incomprensione e la derisione, se non con il carcere, le percosse e la vita.
La data dell’otto marzo fu scelta per ricordare la manifestazione avvenuta l’otto marzo del Novecentodiciassette. Le donne di Pietrogrado scesero in strada per chiedere la fine della guerra e questo segnò l’inizio della rivoluzione russa e la fine del potere degli Zar.
Negli ultimi anni, come per molte altre festività nel mondo occidentale, la Giornata internazionale della donna ha assunto un carattere per lo più commerciale.
Nel porgere gli auguri di questo blog alle lettrici, vorrei perciò ricordare soprattutto tutte quelle donne che, ancora oggi, in molti paesi del mondo sono costrette a lottare, pagando talora con la vita, per ottenere giustizia, uguaglianza e libertà.

sabato 6 marzo 2010

L’uomo nella fotografia


«Tutto cominciò in un bar sul lago. All’improvviso vidi quell’uomo che fissava Giada. Ricordo, non so dire perché, di aver pensato che doveva essere lì da molto tempo. Non dissi nulla, perché avevo solo voglia di divertirmi, però convinsi gli altri ad andare subito al disco pub.
Mentre guidavo avrei voluto chiedere a Giada di quell’uomo, ma pensai che se non lo conosceva era inutile spaventarla. Se lo conosceva forse avrebbe mentito.
Nel locale cominciammo subito a divertirci. Con il cellulare scattavo un mucchio di foto a me e a Giada da mettere su Facebook. Sul più bello però vidi di nuovo l’uomo, seduto su una poltroncina di pelle nera in un angolo, che continuava a fissarla con quegli occhi più profondi della notte.
Immediatamente gli scattai una foto, per mostrarla ai miei amici e vedere se qualcuno lo conosceva. Poi trascinai Giada via dalla pista portandola su un divanetto dall’altra parte.
Lei però era arrabbiata con me. Diceva che le avevo fatto male.
Non mi sembrava di essere stato violento. Pensai che reagisse così per colpa di quell’uomo. Mi alzai a guardare se era ancora seduto e per cercare gli amici, ma non vidi né l’uno né gli altri. Giada invece si era alzata e se ne stava andando, camminando sui tacchi alti, con la borsetta in mano. La rincorsi, ma c’era così tanta gente che facevo fatica a starle dietro.
Quando la raggiunsi nel posteggio, vidi l’uomo di fronte a lei. Un sorriso gli scopriva denti che scintillavano alla luce dei lampioni. Fui preso dalla rabbia e mi lanciai contro di lui per dargli il fatto suo, ma quel vigliacco si era nascosto.
Voltandomi vidi il volto sconvolto di Giada. Cercai di calmarla, la presi per mano e la trascinai in macchina. Un attimo dopo sgommavo via da quel posto, pensando di essermi liberato di quell’uomo.
Non ricordo con esattezza cosa sia successo dopo. Devo aver sbagliato strada. Credevo fosse una scorciatoia, invece finiva in mezzo al bosco. Dovetti fermarmi. Giada urlava e piangeva in preda al terrore. Ricordo che scesi dall’auto e che di fronte a me c’era l’uomo che mi fissava. Non so cosa sia accaduto dopo. Quando ho ripreso i sensi c’era solo Giada accanto alla macchina. Morta.»
Il giovane si mise le mani sulla faccia, singhiozzando.
«Si calmi» disse il commissario, dandogli un bicchiere d’acqua. «Ha detto di aver scattato delle foto a quell’uomo, no? Pensa di poterlo individuare in quelle che abbiamo trovato nel suo cellulare?»
«Certamente! Non potrò mai dimenticare il suo sguardo e quei denti scintillanti.»
Il giovane fece passare velocemente vari scatti, dove si vedevano Giada e altre persone sorridenti, finché finalmente trovò quella che stava cercando.
In essa si vedeva, in un angolo del locale, una poltroncina di pelle nera. Completamente vuota.

venerdì 5 marzo 2010

Le fotografie che non scattai....

Omaggio ad un maestro della fotografia: Robert Capa


Domani sera verrà trasmessa una nuova puntata, la ventesima, di Siamo in Onda il salotto radiofonico di Puntoradio.

Il tema della puntata sarà: "fotografie" ed il quesito posto agli ascoltatori è:

Quali fotografie del vostro passato vi spiace non avere fatto?

Per l'occasione ho scritto una nuova Pillola di Mistero, che ruota attorno ad un incontro inquietante e ad una fotografia. Il racconto sarà letto domani sera, verso le 23.

Sempre a proposito di fotografia, vi ricordo l'altro mio blog, dedicato alle Immagini del Lago d'Orta.


Per ascoltare la "pillola" in diretta nell'ambito di Siamo in Onda
- FM 96.3 da Novara, Vercelli, Verbania, Biella, Alessandria, Torino, Varese, Milano, Pavia
- FM 93.5 - 96.00 da Borgosesia e Valsesia
- INTERNET in streaming su www.puntoradio.net

(Sarà possibile seguire la trasmissione in replica il martedì successivo sempre alle 21.)

giovedì 4 marzo 2010

Marzo in rosa alla Biblioteca Marazza


Vi segnalo queste interessanti presentazioni di libri, inserite nel Marzo in Rosa del Comune di Borgomanero.

Le ospiti del sabato

06.03.2010
Ore 16.00 - Sala Fonoteca
Incontro con Raimonda Bolchini, autrice di Come una folata di vento (Kimerik), e con Laura Nobili, autrice di Nomadismo interiore. Geografia di un'anima (L’Autore Libri).

13.03.2010
Ore 16.00 - Sala Fonoteca
Incontro con Fiorella Mattioli, autrice di Santuari à répit (Priuli & Verlucca), e Maria Soresina, autrice di Libertà va cercando. Il catarismo nella Commedia di Dante (Moretti & Vitali)

20.03.2010
Ore 16.00 – Sala Fonoteca
Omaggio a Marcella Balconi.
Grazie Marcella ( ARSDiapason Torino) e Una vita in forma di dialogo (Istituto Storico della Resistenza in Provincia di Novara). Francesco Omodeo Zorini, presidente dell'Istituto Storico della Resistenza di Novara, dialoga con autori, editori, curatori e pubblico.

27.03.2010
Ore 16.00 – Sala Fonoteca
Incontro con Bruna dell'Agnese, autrice di Il messaggero del Prado, (Greco & Greco). Gianni Marchetti presenta e dialoga con l’autrice.

Viale Marazza 5 - Borgomanero

www.fondazionemarazza.it

mercoledì 3 marzo 2010

Le due Bestie

Il Leviatano


«Così ti ha affumicato per bene il cervello» ridacchia il Filosofo porgendomi un bicchiere di acqua fresca.
«Ho ancora i polmoni intasati» annuisco. «Se si decidesse a smettere di fumare il suo maledetto sigaro forse l’abbattimento delle polveri sottili sarebbe un obiettivo raggiungibile.»
«Non farci affidamento» scuote la testa. «Da che mi ricordo ho sempre visto il Maestro fumare. A parte questo, però, non mi hai raccontato cosa sei andato a fare da lui.»
Quando ho terminato di fargli il riassunto dell’incontro, rimane a fissarmi da dietro le lenti spesse degli occhiali.
«Argomento intrigante» osserva. «Di quelli però che rischiano di annegare gli aspetti importanti dentro un mare di dettagli forse ininfluenti.»
«Cosa vorresti dire?» sono incuriosito dalle sue parole.
«Intendo che il rischio è quello di correre dietro ai dettagli, inseguendo il significato nascosto di una serie di simbolismi minuti e non vedere invece la grande metafora che sta davanti ai nostri occhi. Un po’ come quando si osserva un grande quadro troppo da vicino. Puoi distinguere le singole pennellate e magari riconoscere le impronte digitali dell’autore, ma non vedi la bellezza della composizione nel suo insieme.»
Il Filosofo è fatto così: quando meno me l’aspetto riesce a sorprendermi.
«In fondo si tratta di un testo religioso, con contenuti morali» continua. «A me, ad esempio, viene da pensare che le due Bestie al servizio del drago possano avere un valore allegorico. La prima esce dal mare, luogo di dimora dei mostri, ma anche simbolo dei mutamenti e del desiderio di ricchezze che spinge gli uomini ad imprese speculative azzardate e non sempre lecite. Inoltre questa bestia è così potente e temibile da ricordarmi il Leviatano. Forse non casualmente, il filosofo Thomas Hobbes, nel 1651, prese proprio questo simbolo per indicare il potere assoluto. Nel suo caso con un valore positivo: lo Stato assoluto è nella sua visione l’unico antidoto contro il caos ed il disordine. Rovesciando la prospettiva potremmo però pensare che esso rappresenti il Potere che cessa di essere uno strumento costruito dall’Uomo per l’Uomo e diventa invece un fine esso stesso. Il Potere politico, economico, militare, o di qualsiasi altra natura, che usurpa la regalità per schiacciare un’umanità cui davvero non rimangono spazi di azione, se non residuali, al di fuori delle logiche – il marchio – imposte dal Potere.»
Il discorso del Filosofo mi pare molto più interessante rispetto alle mille contrastanti interpretazioni sul senso recondito del numero seicentossessantasei. È lui stesso però a ritornare su questo argomento.
«Tra l’altro il numero DCLXVI che riunisce tutti i numeri usati all’epoca, potrebbe indicare proprio questo: la pienezza e la totalità del Potere assoluto.»
«E allora l’altra Bestia?» domando. «Quella che sorge dalla terra?»
«Potrebbe essere il simbolo della religione» la voce del Filosofo diviene amara. «Quell’insieme di regole, pratiche e rituali che molto spesso sostituisce la vera fede. Essa sorge dalla terra, perché è creazione umana e non divina. Assume belanti sembianze d’agnello, ma parla con voce di drago, piena di falsità. Il suo scopo è creare sostegno e consenso attorno alla prima bestia. È la famosa alleanza tra il Trono e l’Altare, che dal tempo di Costantino in poi è stata una costante della nostra civiltà e ancora oggi è una tentazione a cui molti non sanno rinunciare, basti pensare a quante volte la religione è usata per fini politici e quante volte la politica si riempie la bocca parlando dei “valori” religiosi per cercare di imporre visioni molto terrene e ben poco celesti.»
Sono considerazioni amare, quelle del Filosofo, e inquietanti. Perché se avesse ragione davvero, allora staremmo già vivendo, da molto tempo e senza rendercene conto, sotto il dominio delle due Bestie.

Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4

Parte 5 e ultima

martedì 2 marzo 2010

Il numero della Bestia.



Eccomi di fronte al Maestro. Da una parte e dall’altra della scrivania di legno massiccio le mie domande e le sue risposte, i suoi sigari e i miei colpi di tosse.
«Naturalmente» alza al cielo il sigaro come un indice d’ammonimento «tanti si sono spremuti le meningi per cercare di trarre da queste parole, e dalle molte altre che compongono il libro, un significato.»
Annuisco. Ho letto qualcosa sull’argomento. E molte cose mi sono apparse delle colossali sciocchezze.
«Personalmente» il Maestro emette una nuvola di fumo più intensa delle altre «se fosse per me non perderei il tempo a correre dietro a queste cose. Tuttavia, poiché me lo hai chiesto, mi limiterò a sottolineare alcuni aspetti. Il primo, che però è quello di cui molti si dimenticano, è che il numero della bestia è definito un “numero d’uomo”. Il che fa escludere da subito che sia un numero del diavolo, il quale è citato poco prima esplicitamente come il “grande drago, il serpente antico, che è chiamato anche Diavolo e Satana”. Esso piuttosto vuole indicare, attraverso una sorta di cifratura il nome di una persona. Molti ritengono che il nome sia quello di un personaggio che non poteva essere messo per iscritto esplicitamente. Il nome di un personaggio importante, anzi importantissimo, come un imperatore. Parlarne male sarebbe stato reato capitale. Non solo: anche detenere testi in cui il nome di un imperatore fosse espresso in quei termini poteva comportare la condanna a morte con l’accusa di lesa maestà. Quale fosse poi l’imperatore in questione è discusso: secondo alcuni sarebbe Nerone (anche sulla base di complessi calcoli cabalistici che non dovevano essere sconosciuti all’ebreo Giovanni e ai tanti ebrei cristiani dei suoi tempi), per altri Domiziano. Il primo fu notorio persecutore dei cristiani mandando a morte, tra gli altri Pietro e Paolo. Il secondo, ai cui tempi probabilmente fu scritta l’Apocalisse, instaurò un regno di terrore interno che coinvolse anche alcuni cristiani.»
Mentre parla mi tornano in mente le parole dello storico romano Tacito a proposito delle differenze tra Nerone e Domiziano: “Nerone almeno distolse lo sguardo dai suoi delitti: li ordinò, ma non rimase a godersi lo spettacolo. Sotto Domiziano, invece, la parte peggiore delle nostre miserie era vedere ed essere visti...”
«Ad ogni modo» continua il Maestro «se anche si trattasse dell’Anticristo, un personaggio citato in numerosi testi come l’uomo che alla fine dei tempi perseguiterà i fedeli, la chiave per scoprire il suo nome non andrebbe cercata nella triplice ripetizione del numero 6, come pure sostiene qualcuno, ritenendo il numero 6 quello dell’imperfezione (come il 7 sarebbe quello della perfezione). La numerazione che utilizziamo noi (e che include il “6” fu introdotta in Europa per mezzo degli Arabi solo dopo l’anno Mille. Allora l’apocalisse era già stata scritta da un millennio. Giovanni era un ebreo che scriveva in greco e viveva in un impero latino. Se avesse scritto il numero in latino avrebbe usato la cifra DCLXVI, suggestiva perché racchiude tutti i numeri utilizzati all’epoca (tranne la “M”, usata per indicare “mille”). Se avesse scritto in greco avrebbe usato un sistema sempre alfabetico, diverso da quello latino, utilizzando le lettere CHI, XI, SIGMA, che potrebbero essere le iniziali di un nome. Secondo un’interpretazione cabalistica ebraica il “numero” corrisponderebbe però al nome di “Sorat” un demone preposto alla magia nera, il che sposterebbe l’interpretazione dall’ambito umano nuovamente a quello demoniaco…»
A questo punto la testa comincia davvero a farmi male. Troppe informazioni tutte assieme o troppa nicotina nello studio?
«Insomma» il Maestro ormai è un torrente in piena che nessuno pare in grado di fermare « come si capisce bene, ciascuno ha detto la sua. Tolstoj lo individuava in Napoleone. Qualcuno ci ha visto il Papa. Qualcun altro i codici a barre, internet (www sarebbe 666…) o, in alternativa Bill Gates. Infatti, poiché il suo vero nome sarebbe William Henry III, se trasformi ciascuna lettera del nome nel relativo codice Ascii e le sommi tutte ottieni proprio 666… Questo numero si otterrebbe applicando lo stesso metodo a “MS-DOS 6.21” e “Windows 95”. Se poi ami il gioco d’azzardo sappi che sommando tutti i numeri della roulette, da 0 a 36 avrai come somma 666. Del resto se come diceva Einstein, Dio non gioca a dadi, è difficile credere che possa essere un appassionato del tavolo verde…»
Per esperienza ho imparato che quando il Maestro inizia a fare dell’umorismo è il momento di squagliarsela. Se è una tortura ascoltare le sue lezioni nella camera a gas del suo studio, dover ridere alle sue battute è impresa che va al di là delle mie forze.
Così, rifilandogli l’indecorosa scusa della scadenza del parcometro, infilo la porta.
«A proposito» sento che mi urla dietro mentre già sono sulle scale. «Lo sai quanti sono i posteggi a pagamento in questo paese?»
Ma il vociare di una comitiva di turisti nella piazza mi impedisce di udire la risposta.

Così, ancora tramortito dal fumo inalato nell’antro del Maestro mi infilo nella tranquilla bottega di un mio caro amico, il Filosofo. Ma se volete sapere di cosa abbiamo parlato dovrete attendere fino a domani….


Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4

Parte 5 e ultima

lunedì 1 marzo 2010

Il Maestro e la Bestia

I Quattro Cavalieri


Mi accoglie come al solito nel suo piccolo studio, in cui mi faccio largo tra sovrapposte serie di volumi e velenose volute di sigaro. Faccio appena in tempo a sussurrare, tra un colpo di tosse e l’altro, la mia domanda, che la sua mano è già scattata per afferrare un volume dalla copertina di pelle, aprendolo infallibilmente sulla giusta pagina.
«Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Questa è la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: perché quel numero è di un uomo: il suo numero è seicentosessantasei.»
Il volume si chiude si scatto e un ghigno appare sul volto del Maestro.
«Chi lancia questa sfida» mi dice «è l’autore (al capitolo 13, versetti 16-18), dell’ultimo e più misterioso dei libri che compongono la Bibbia: l’Apocalisse, che vuol dire “rivelazione”. In questo caso rivelazione, di eventi futuri che avverranno, fatta a “Giovanni”. Tradizionalmente questo Giovanni è identificato con l’Evangelista Giovanni, il discepolo che Gesù amava. Il testo, scritto in forma profetica, è volutamente enigmatico e oggetto di interminabili controversie in particolar modo per la corretta interpretazione delle profezie riguardanti i flagelli che colpiranno la Terra negli ultimi tempi.»
Mi asciugo la fronte con il fazzoletto. Il caldo lì dentro mi pare insopportabile.
«L’Apocalisse» il Maestro si interrompe solo il tempo di tirare una boccata dal suo micidiale sigaro «descrive numerose creature misteriose che per secoli hanno infestato di paure l’immaginario cristiano. Basti pensare ai terribili “Quattro Cavalieri” (Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte) del capitolo 6 (1-8) che rappresentano la personificazione degli incubi più spaventosi dell’umanità e compaiono in molte raffigurazioni medioevali.»
Mentre parla mi viene in mente che, ancora nel Novecento, queste figure hanno ispirato il romanzo “I quattro cavalieri dell’Apocalisse”, di Vicente Blasco Ibáñez, da cui nel 1921 fu tratto un film che consacrò il mito dell’attore Rodolfo Valentino. Nel 1962 Vincente Minnelli ne trasse un remake ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale.
«Oppure» imperversa il Maestro « possiamo citare i quattro “angeli incatenati” (quattro demoni in realtà) in attesa “dell’ora, del giorno, del mese e dell’anno” in cui “uccidere un terzo dell’umanità” scatenando contro di essa “due miriadi di miriadi” (“miriade” indica il numero 10.000) di armate di cavalieri. Questi ultimi hanno corazze di fuoco, giacinto e zolfo e i loro micidiali cavalli hanno teste di leone, da cui gettano fuoco, fumo e zolfo, e code velenose come teste di serpenti.»
Guardando la bocca del Maestro l’immagine dei cavalli che eruttano fuoco, fumo e zolfo non mi sembra per nulla fantasiosa.
«Senza addentrarci oltre nell’impressionante “bestiario” dell’Apocalisse, bisogna dire che in questo libro sono descritte in particolare due “Bestie” al servizio del drago.»
Il Maestro di nuovo apre il libro che aveva in mano e, per chiarire subito di chi sta parlando, legge.
«E fu precipitato il grande drago, il serpente antico, che è chiamato anche Diavolo e Satana, il seduttore del mondo intero fu precipitato sulla terra e i suoi angeli furono precipitati con lui.»
Di nuovo il libro viene chiuso di scatto, spostando in parte la cortina di fumo che aleggia in permanenza davanti al Maestro.
«Come dicevo, nel capitolo tredicesimo sono descritte» riprende lentamente «le due Bestie generate dal Drago. La prima esce dal mare, che per la Bibbia è sempre dimora dei mostri, come il terribile Leviatano, mostro marino a cui potremmo dedicare un intero incontro. La Bestia uscita dal mare, dicevo, ha dieci corna e sette teste e sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi di bestemmia. È simile ad una pantera, ma ha piedi da orso e fauci da leone. Ad essa il drago consegna la sua forza, il suo trono ed il suo gran potere, al punto che gli uomini adorano la bestia dicendo: “Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?”. Al potere smisurato di questa bestia è però concesso un limite temporale: quarantadue mesi, durante la quale viene adorata da quanti sono destinati alla perdizione.»
Lo sguardo inquisitore del Maestro si posa su di me come volesse accertare che io non sia tra quelli, quindi, non so dire con quale risposta, si allontana per riprendere il filo della narrazione.
«La seconda Bestia sorge invece dalla terra» il suo sigaro fa un movimento da sotto il tavolo verso l’alto. «Ha due corna d’agnello e parla come un drago. È una bestia ingannevole, insomma, che si maschera sotto sembianze innocue ed è capace di compiere grandi prodigi, come far scendere il fuoco dal cielo sulla terra davanti agli occhi degli uomini. Con questi costruisce un’immagine della prima bestia e le dà vita, consentendole di imporre un marchio sulla mano destra o sulla fronte degli uomini. E non è possibile eseguire alcun commercio senza quel marchio, o il nome della bestia, o il numero del suo nome. E questo “numero della bestia” è il famoso o per meglio dire famigerato, seicentosessantasei.»
La testa mi gira, di fronte a quella selva di cifre, simboli, creature mostruose e profezie. Il Maestro, con il suo sigaro in mano, mi sembra sempre più l’incarnazione di uno dei flagelli della mia personale e fumosa, Apocalisse.

Se volete sapere cosa è successo dopo, dovrete tornare ancora domani per la quarta parte della storia.

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