domenica 30 gennaio 2011

Curiosando nei cassetti della Bottega del Mistero

Ci sono cassetti vuoti ed altri che si fatica a chiudere. Ce ne sono molti che apriamo tutti i giorni e alcuni che preferiamo restino chiusi. Alcuni a chiave, per maggiore sicurezza.
Ci sono ricordi che si accumulano nei cassetti e manoscritti destinati a rimanerci. E ci sono cassetti che finalmente si aprono per fare uscire idee, storie e sogni.

A proposito di oggetti contenuti nei cassetti il nostro territorio ha una tradizione molto antica e interessante. Fin dal Cinque e Seicento, infatti, erano attivi ottonai e peltrai che producevano oggetti per la casa, come posate, candelieri, lucerne in ottone, scaldaletto e pentolame in rame. Era un mestiere che spesso li portava molto lontani dalle loro case, in Francia, Svizzera e Germana, dove girando di città in città costruivano e vendevano questi oggetti.

giovedì 27 gennaio 2011

I cassetti di Siamo in Onda

“She keeps Moet et Chandon
In her pretty cabinet”
Queen, Killer Queen

Ci sono cassetti vuoti ed altri che si fatica a chiudere. Ce ne sono molti che apriamo tutti i giorni e alcuni che preferiamo restino chiusi. Alcuni a chiave, per maggiore sicurezza.

Ci sono ricordi che si accumulano nei cassetti e manoscritti destinati a rimanerci. E ci sono cassetti che finalmente si aprono per fare uscire idee, storie e sogni.


Come sapete c’è però solo una trasmissione radiofonica che apre tutti i suoi cassetti per far uscire tante storie e  tanta buona musica: sabato 29 gennaio 2011 Siamo in Onda, il salotto radiofonico di Puntoradio dedicherà l’intera serata al  tema CASSETTI.

E per la musica ci sarà un gradito ritorno con… gli amici Roccaforte!

C’è anche una domanda posta agli ascoltatori: 

Chiuso in un cassetto conservate un piccolo grande sogno: quale?

mercoledì 26 gennaio 2011

Le porte della bottega del mistero

 Porte misteriose

Il mese di Gennaio prende il nome dal dio Giano, la divinità dei ponti e soprattutto delle porte (in latino Ianua, porta).  Questo dio aveva una doppia fronte, perché dalle porte si può uscire ma anche entrare.
Naturalmente il simbolo della porta è largamente diffuso e usato in tutte le culture. Una porta chiusa o addirittura sigillata indica l’impossibilità fisica o spirituale di accedere ad un luogo.

martedì 25 gennaio 2011

Specchi nella Bottega del Mistero


Lo specchio nelle tradizioni...



Non c’è dubbio che gli specchi siano magici. Secondo la tradizione gli specchi sarebbero addirittura in grado di imprigionare l’anima perché la rifletterebbero. Così in alcune culture gli specchi sono coperti, alla morte di un congiunto, per evitare che l’anima possa rimanervi imprigionata invece di raggiungere l’aldilà.

lunedì 24 gennaio 2011

Curiosando nelle vetrine della bottega del mistero


 Chi segue con continuità questo blog sa che da gennaio è iniziata una nuova collaborazione de Il lago dei misteri con Siamo in Onda

Nel 2008, grazie all’incontro de Il lago dei Misteri con il salotto radiofonico del sabato sera di Puntoradio, non solo nacque il personaggio di “Alfa dei Misteri”, ma cominciò l’avventura delle “Pillole di Mistero”, brevi storie scritte appositamente per la radio e lette durante la trasmissione. Molte di queste sono state trasformate in video, pubblicate sul canale You Tube del Lago dei Misteri: http://www.youtube.com/user/illagodeimisteri
L’esperienza dei racconti radiofonici si è comunque subito ampliata nel susseguirsi delle edizioni del programma (l’attuale è la quarta stagione) con l’arrivo di nuovi autori e una nuova confezione audio sempre più curata.
Oggi le “Storie di Siamo in Onda”, curate da Fulvio Julita e interpretate da ottimi lettori, sono disponibili  in podcast su http://siamoinonda.blogspot.com e figurano tra i brani maggiormente scaricati tra quelli di questo genere disponibili su iTunes.

Sabato 15 gennaio, come dicevo all’inizio, è però nata una nuova forma di collaborazione. Già l’anno scorso sul blog di Siamo in Onda è stato aperto uno spazio chiamato la Bottega del Mistero, in cui il tema della puntata era sviluppato dal punto di vista delle curiosità culturali.
Ora questo spazio acquista una dimensione radiofonica, come appuntamento fisso all’interno del programma del sabato sera. Ai microfoni, oltre al sottoscritto, nel ruolo del titolare di questo esercizio si alternano vari “commessi”, sotto la direzione della Dama del Lago, che espongono i contenuti della vetrina di questa strana bottega, in cui si espone di tutto, ma non si vende nulla.

Il tema della puntata viene presentato da due angolature diverse. Dapprima le storie, i misteri, le leggende e le tradizioni del nostro territorio. Nella seconda parte è una canzone legata al tema a dare lo spunto per ripercorrere curiosità e vicende ad essa collegate.

Questa settimana, domani e dopodomani, verranno riproposti gli argomenti trattati nelle puntate del 15 e del 22 gennaio. Dalla prossima settimana gli spazi dedicati alla Bottega del Mistero si apriranno su questo blog la domenica e il martedì sera. Se volete leggerli o ascoltarli in tempo reale il sabato sera potete invece ascoltare la trasmissione o leggere il  blog di Siamo in Onda  dove trovate anche tutte le informazioni per ascoltare il programma..


giovedì 20 gennaio 2011

Aprite le porte a Siamo in Onda



La lunghezza di un minuto
dipende dal lato della porta del bagno da cui ti trovi.

(Legge della relatività di Ballance)


 
 
 
Una porta che si apre o che rimane chiusa può cambiarvi la vita, come nel film Sliding Doors.

Se poi la porta che avete davanti è magica potrebbe portarvi in mondi che mai avreste immaginato.
Saranno le caverne di Moria, come accade alla Compagnia dell’Anello? O sarà quella che vi conduce nel magico mondo di Narnia? O la Porta delle stelle che avete scoperto ai piedi della piramide  vi porterà nientemeno che al cospetto di Ra?

Qualunque sia la porta che vi trovate davanti, fate molta attenzione prima di aprirla. Anche, o dovrei dire soprattutto, se si tratta di un libro come Le Nove Porte del Regno delle Ombre, scritto e stampato nel 1666 da Aristide Torchia e che promette di poter evocare Satana in persona.

In ogni caso, “non aprite quella porta”  se dall’altra parte si trova Leatherface con una motosega in mano…


Naturalmente c’è solo una trasmissione radiofonica che vi spalanca le porte della migliore musica: sabato 22 gennaio 2011 Siamo in Onda, il salotto radiofonico di Puntoradio dedicherà l’intera serata al  tema PORTE.

C’è anche una domanda posta agli ascoltatori: 

Hai di fronte una porta magica. Dove ti vorresti trovare una volta varcata la soglia?


lunedì 17 gennaio 2011

Pombia, tra storia e leggenda



Se volete passare un pomeriggio ascoltando storia e storie,vi consiglio questo evento.  

Ovviamente sarò presente, per cui se avete voglia di incontrarmi questa è l'occasione giusta... ;)





Nell’anno 590 Mimulfo, il duca longobardo dell’isola di San Giulio, veniva condannato a morte dal re Agilulfo con l’accusa di alto tradimento per essersi accordato con i Franchi che l’anno precedente avevano invaso l’Italia. La storia di Mimulfo è stata per lungo tempo oggetto di dibattito tra gli storici. La vicenda, infatti, presenta tuttora molti aspetti oscuri in quanto i cronisti dell’epoca appaiono reticenti sulle reali motivazioni della sentenza. Per contro l’episodio si situa in un momento storico cruciale, che vede la presenza dei Longobardi in Italia trasformarsi da occupazione militare in un regno destinata a durare un paio di secoli. 


sabato 15 gennaio 2011

L’Imperatore allo specchio




Denaro, sesso, potere: gli ingredienti della vicenda che vi stiamo per raccontare s’incastrano uno nell’altro in maniera tanto precisa da dare forma ad una perfetta storia di fantasia. Eppure qualche piccolo dubbio continuerà a bussare alla vostra mente. E se fosse tutto vero?
Voci narranti di Fulvio Julita, Rossana Girotto e Fabio Giusti

In un’antica villa sul lago, circondato da donne bellissime e ossequiosi cortigiani, viveva un uomo solo. Lo chiamavano Imperatore, per via delle immense ricchezze e del potere accumulato. Nessuno conosceva l’origine di quella fortuna nata dal nulla e costruita negli anni sommando e moltiplicando gli affari.
Naturalmente andava crescendo anche il numero dei suoi nemici, perché ricchezza e uso spregiudicato del potere lastricano di pietre tombali la strada del successo. Dettagli ininfluenti, ad ogni modo, perché niente e nessuno poteva contendere con l’Imperatore.
Finché non accadde un incidente che sulle prime sembrò un fatto banale, come la rottura di uno specchio durante uno scatto d’ira. Nessuno ebbe niente da obiettare nemmeno quando fu ordinato di rimuovere dalle stanze della casa tutti gli specchi e di chiuderli dentro una soffitta inaccessibile. Da quel giorno nessuno della servitù o degli ospiti poté portare specchi nella casa. Nemmeno le ragazze che si alternavano ogni sera e dovevano aprire la borsa per verificare che non vi fossero accessori riflettenti. Sarebbe stata davvero una seccatura per loro, se non ci fosse stato un regalino aggiuntivo a compensare quel lieve disagio.
Un anno dopo nel suo studio entrò una ragazza nuova. Bellissima e mai vista prima. L’Imperatore cominciò immediatamente la commedia galante di cui era maestro. Un repertorio di lusinghe e promesse che terminò su un divanetto accanto al camino. La ragazza lo fissò con occhi neri, così profondi da far venire le vertigini.
«Lei è bravo a promettere, ma lo è altrettanto a mantenere? Non dica nulla: voglio raccontarle una storia accaduta molto tempo fa. Un ragazzo ambizioso fece un patto. Gli furono promessi soldi, potere e sesso in cambio della sua immagine nello specchio. Un costo irrisorio, e da pagare dopo quaranta anni. Ricorda, Imperatore? Ma Lui le mentì – è la sua natura del resto – perché quella che si riflette negli specchi non è una semplice immagine, ma è l’anima. Lui è già venuto e ha preso la sua parte. Ora a me spetta l’involucro.»
L’Imperatore sfoderò uno dei suoi sorrisi.
«Credo che potremo fare un accordo…»

venerdì 14 gennaio 2011

Conversazione di due vipere davanti al caminetto



Cornelia depose delicatamente la lettera sulla scrivania dello studio, in modo che la folletta Malikà potesse trovarla. Quindi si ritirò nella sua cesta, accanto al camino.
«Cosa ne pensi Sempronio?» sibilò.

giovedì 13 gennaio 2011

Siamo in Onda allo specchio



“Certi specchi dovrebbero riflettere prima di riflettere certe immagini”.
Giorgio Forattini

Pensate a quando eravate bambini e cercavate l’altro dietro lo specchio. Pensate a quanto affascinante, misteriosa, e talora angosciante, sia l’immagine che vi osserva dallo specchio. Al punto che il giovane Narciso, per abbracciare la propria bellissima immagine riflessa nell’acqua vi si annegò.

Insomma, non c’è dubbio alcuno che gli specchi siano magici. Secondo la tradizione sarebbero addirittura in grado di imprigionare l’anima perché questa rifletterebbero. Al punto che in alcune culture gli specchi sono coperti, alla morte di un congiunto, per evitare che l’anima possa rimanervi imprigionata invece di raggiungere l’aldilà.
Per lo stesso motivo le creature demoniache, come i vampiri e coloro che hanno venduto l’anima al diavolo, non rifletterebbero alcuna immagine, perché di anima non c’è più traccia nel loro corpo. Per contro, il micidiale Basilisco muore all’istante se il suo sguardo velenoso incrocia uno specchio.
Inoltre vari rituali magici si svolgerebbero mediante l’uso degli specchi, che non solo consentirebbero di vedere il futuro, ma anche di aprire porte su dimensioni “altre”. Un po’ come accade ad Alice nel romanzo di Lewis Carroll, “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.

Un’altra credenza popolare, più conosciuta, è l’idea che rompere uno specchio porti sette anni di guai. Reminescenza questa del fatto che un tempo gli specchi erano costosissimi e solo i più ricchi potevano permettersi di tenerne in casa. E nelle tombe signorili vi era l’usanza di deporre specchi come corredo del defunto, per accompagnare la sua anima nel viaggio eterno.

Una sola trasmissione radiofonica però si specchia nell’etere in tutta la sua bellezza: è Siamo in Onda, il salotto radiofonico del sabato sera su Puntoradio.

Sabato 15 il tema sarà, appunto, SPECCHI, e c’è anche una domanda posta agli ascoltatori:  

Cosa vedi quando ti guardi allo specchio?

mercoledì 12 gennaio 2011

Pensieri erra(n)ti

Scendo dal treno nella piccola stazione di Legro d’Orta, un gioiellino architettonico di una linea ferroviaria a tratti tecnicamente mirabolante, basti pensare all’arditissimo ponte sulla gola del torrente Pescone, a Pettenasco, costruito interamente in pietra. Purtroppo, come spesso accade, la manutenzione di queste strutture di servizio non più utilizzate da parte delle ferrovie lascia un po’ a desiderare, nonostante gli sforzi encomiabili della locale Pro Loco per tenere viva ed in ordine la stazione.
Incontro il mio amico Filosofo presso il Cantuccio, il pub che si trova a poche decine di metri dalla Stazione. Pieno di birre di vario genere (alcuni anni fa vinse pure un premio per la varietà delle marche in vendita)  e di poster dedicati ai film girati sul Lago d’Orta. Non a caso, sempre a Legro, ci sono vari murales ispirati allo stesso tema.

martedì 11 gennaio 2011

Il fuoco dei flamenchi


Se dovessi associarla ad un Elemento sarebbe certamente FUOCO. Come quello della terra in cui vive, quel tacco d'Italia che è diventato da alcuni anni una fucina di idee e iniziative. Come quello di tanti piccoli fuochi accesi sulla spiaggia attorno a cui danzano fenicotteri rosa. O come quello che arde dentro i racconti, i pensieri convulsi e le lotte intestine di cui scrive sul suo blog "il ballo dei flamenchi".

domenica 9 gennaio 2011

Il Principe di Sirdhanah

Nel 1843 alla corte del Re di Sardegna giunsero lettere provenienti dall’India, che accompagnavano doni esotici alla Real Persona. Stoffe pregiate, armi rare e persino una tigre erano il biglietto da visita del misterioso mittente, la cui storia era anticipata nelle missive e fu arricchita da nuovi dettagli dalla sua viva voce. L’uomo, che poneva la sua spada e soprattutto, le sue enormi ricchezze e i suoi contatti personali al servizio di Carlo Alberto di Savoia era un piemontese che raccontava di aver avuto una vita a dir poco avventurosa.

sabato 8 gennaio 2011

Via dall’ombelico del mondo


Mentre l’aereo decolla da Mataveri per portarmi lontano da Rapa Nui penso allo strano destino di quest’isola.

Ancora oggi l’Isola di Pasqua è la terra più isolata del mondo. La più vicina, 415 km a est, è l’isola Salas y Gómez, che è uno scoglio popolato solo dagli uccelli. Se volessimo trovare la più vicina terra abitata dovremmo fare un viaggio di 2,075 km fino all’isola di Pitcairn. Dove troveremmo, per altro, solo cinquanta persone, i discendenti di nove degli ammutinati della nave inglese Bounty, che nel 1790 vi trovarono rifugio assieme a sei uomini, undici donne e un bambino di Tahiti che, più o meno volontariamente, li avevano seguiti nella fuga. Nascostisi su quell’isola da tempo disabitata (alcuni secoli prima vi era stanziata una piccola comunità polinesiana, poi misteriosamente scomparsa nel nulla) trascorsero parecchi anni prima che la loro presenza fosse scoperta, portando, oltre ai contatti col resto del mondo anche il perdono della Corona inglese all’ultimo sopravvissuto degli ammutinati, John Adams, nel 1825.

giovedì 6 gennaio 2011

Siamo in Onda vi mette le ali!


Spread your wings and fly away
Fly away far away
Spread your little wings and fly away
Fly away far away
Pull yourself together
'Cos you know you should do better
That's because you're a free man
Queen


Il sogno di poter volare come gli uccelli è antico quanto l’uomo.
Per fuggire dal Labirinto, la prigione in cui era stato rinchiuso, il mitico inventore Dedalo costruì un paio di ali per sé e uno per il figlio Icaro. Quest’ultimo, però, volò troppo vicino al sole e il caldo sciolse la cera che fissava le penne, facendolo a precipitare a terra. Dedalo, riuscì invece a toccare terra, seppur con la morte nel cuore. E forse nella disgrazia riconobbe un segno dell’invidia degli dei, che avevano voluto punire l’uomo che aveva usurpato uno dei loro attributi.

martedì 4 gennaio 2011

L’ombra sulla spiaggia

Sono certo della sua presenza qui, sulla bianca spiaggia di Anakena, il luogo dove prese terra la canoa del leggendario Hotu Matu’a. Una notte il suo spirito era volato ad est e gli aveva mostrato un’isola bellissima e disabitata, di nome Mata ki te rangi, che significa “occhi che guardano il cielo”, spronandolo a lasciare la terra di Hiva per colonizzare la nuova patria. Lasciò la patria su canoe grandi come navi per inseguire quel sogno. Lo seguivano uomini e donne e bambini, che portavano con loro semi, galline e maiali. Ma il viaggio fu lungo, probabilmente più lungo del previsto, e quando raggiunsero, finalmente, la nuova terra i maiali erano finiti e non restava che qualche gallina da allevare.

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.