giovedì 31 dicembre 2009

L'ultima notte dell'anno


Una cupa vena di preoccupazione le solca la fronte mentre mi versa una squisita tisana di menta, camomilla e finocchio. La Signora degli Animali è drastica su questo argomento.
«Un tempo si credeva che l’ultima notte dell’anno gli spiriti inquieti del morti e intere coorti di demoni si aggirassero nelle tenebre, incontrando le streghe che si riunivano per celebrare i loro sabba. Per questo motivo era necessario provocare quanto più rumore possibile per spaventarli e tenerli lontani dalle case.»
Il suo sguardo si spinge oltre la finestra quasi a cercare conferma alle sue stesse parole nel buio oltre il vetro.
«Oggi non si crede più a queste che giudichiamo superstizioni eppure la gente continua a sparare botti l’ultimo dell’anno, nonostante il fatto che le uniche creature ad essere realmente terrorizzate siano i nostri indifesi animali domestici. Sarebbe ora di piantarla!»
Assaggio di gusto la tisana e annuisco. Sarebbe veramente meglio trovare altri modi per celebrare la festa. Modi meno rumorosi e meno pericolosi, dal momento che ogni anno pare di assistere a scene di guerra con morti e feriti.
«È davvero necessario tutto questo?» mi domando anch’io.

E, sommessamente, porgo ai lettori di questo blog i miei migliori auguri di buon anno nuovo.

lunedì 28 dicembre 2009

La montagna sacra


Nei tempi dei tempi, quando il primo tremito della parola salì alle mie labbra, ascesi la montagna sacra e parlai a Dio, dicendo: “Mio signore, sono tuo servo.
La tua volontà segreta è per me legge, e ti obbedirò per sempre”. Ma Dio non diede risposta, e come una possente tempesta passò oltre.
E dopo mille anni ascesi la montagna sacra e di nuovo parlai a Dio, dicendo: “Creatore, sono tua creazione. D’argilla mi hai plasmato, e a te devo il mio tutto”.
E Dio non diede risposta, ma come una miriade di ali veloce passò oltre.
E dopo mille anni mi arrampicai sulla montagna sacra e parlai a Dio nuovamente, dicendo: “Padre, sono tuo figlio. Nella misericordia e nell’amore mi hai generato, e con l’amore e con l’adorazione io diverrò erede del tuo regno”. E Dio non diede risposta, e come il velo di nebbia che riveste le alture in lontananza passò oltre.
E dopo mille anni mi arrampicai sulla montagna sacra e nuovamente parlai a Dio, dicendo: “Mio Dio, mio fine e compimento; io sono il tuo ieri e tu sei il mio domani. Io sono la tua radice in terra e tu sei il mio fiore in cielo, e insieme ci innalziamo dinanzi al volto del sole”. Allora Dio si chinò su di me, e al mio orecchio sussurrò parole di dolcezza, e mi avvolgeva come il mare avvolge il ruscello che corre verso di lui.
E quando scesi verso le valli e le pianure, Dio era anche laggiù.

(Kahlil Gibran)

giovedì 24 dicembre 2009

mercoledì 23 dicembre 2009

Sciamani di Allah


TEATRI IN LIMINE 5
24/01/2010

ITALO BERTOLASI
17:00 - AMENO - SALE MUSEALI

TRANCE DANCE E SCIAMANI DI ALLAH

Presentazione del filmato “Sciamani di Allah”: danze e meditazioni delle confraternite Sufi del Waziristan e Beluchistan. E del CD musicale: Spiral Dance : musica ed estasi con Riccardo Sinigaglia


“I Sufi che ho incontrato in Sind e Beluchistan si lasciano crescere come piante selvagge. Il silenzio che li circonda richiama l`ignoto. Il deserto è luogo di potere archetipo, di apprendimento e sfide. È scuola, tempio, patria. I sufi sono grandi viaggiatori. Quel loro camminare spinto dal vento è una meditazione che ci porta in un mondo ideale. È un modo di vivere anarchico e generoso che li perfeziona e li sospinge nelle braccia di Allah, Energia del Mondo. I kalender hanno inventato una preghiera bioenergetica, il dhamal, danza vorticosa.” Italo Bertolasi


ITALO BERTOLASI
Ha studiato per vent’anni le culture sciamaniche himalayane, cinesi e giapponesi fotografando e scrivendo per i più importanti magazine europei. E’ promotore di “Nuove Terre”, un’associazione di artisti, bodyworker e viaggiatori che ha unito la passione del Viaggio allo studio di culture lontane e a progetti salutisti per stimolare i potenziali di crescita della “natura” umana.
Oggi è promotore dell’associazione WATSU ITALIA www.watsu.it e del “Watsu Orizzontale”, facile e piacevole, dove si esplorano le “frontiere” dell’abbandono e della fluidità in acqua. E’ presidente di “Clown One Italia Onlus” fondata da Ginevra Sanguigno e dal famoso medico clown Patch Adams www.clowns.it




PER INFORMAZIONI:
Sede Legale: Via Carmine 5, Vacciago - 28010 AMENO (NO)
Sede Operativa: SPAZIOTEATRO SELVE - Via Zanotti, 26 - 28010 PELLA (NO)
P. Iva 01695070035

email: info(at)teatrodelleselve.it
Tel + Fax: +39 0322 96 97 06
Cell. +39 339 66 16 179

martedì 22 dicembre 2009

Chi vi portava i doni?

Nella colonna laterale trovate un nuovo sondaggio in cui potete dire la vostra.

Chi vi portava i doni?

Babbo Natale, Gesù Bambino e/o la Befana?


O avete presto perso ogni illusione...
Oppure eravate (siete) bambini cattivi...

sabato 19 dicembre 2009

Jus primae noctis


Non sapete cos'era l'odiosa usanza dello Jus Primae Noctis?
Volete sapere cosa c'entra il colore viola con il Carnevale?
O cosa lega il Piemonte alla terra degli agrumi?

Allora andate immediatamente a fare un giro nella Bottega del Mistero, sul blog di Siamo in Onda.

venerdì 18 dicembre 2009

Il colore viola


A Siamo in Onda domani sera, sfidando la malasorte, si parlerà del colore viola. Potete rispondere anche al quesito della serata:
Qual è la cosa più viola che abbiate mai visto?

I commenti migliori saranno letti in diretta.

mercoledì 16 dicembre 2009

Sulle acque del lago dei misteri

Anche in questo Duemilanove, come già lo scorso anno, ciò che doveva accadere si è verificato. Provenienti da terre lontane e seguendo un che solo le loro orecchie potevano udire, quattro personaggi si sono presentati sulle mie enigmatiche sponde.
Uno scrittore pallido ed una rossa poetrice hanno incontrato due menestrelle della lontana Jorvik. Una, la bionda aspirante incantatrice di draghi, era una mia vecchia conoscenza che mi ha salutato con un gentile gesto della mano. L’altra portava con sé una voluminosa cartella piena di quaderni e compiti da correggere minuziosamente, ma una volta giunta nella barca non ha potuto fare a meno di deporre per un po’ la matita rossoblu per ammirare il paesaggio.
Lo scrittore scrutava le mie azzurre acque pensando a quanti delitti potevano essersi svolti sopra e sotto la superficie, in un luogo così sereno. La poetrice guardava rapita le nuvole correre in cielo assumendo talora sagome feline che le ricordavano la sua protetta.
I quattro si sono seduti dentro una delle barche tirate in secco sulla riva. Non su una qualsiasi, ma su una in particolare. Una barca speciale, aggiungo, l’unica capace, me favorevole, di trasportare chiunque sulla Seconda Isola su cui da tempo si è insediato il misterioso Alfa.
Ho notato, sia detto per inciso, che l’esistenza della Seconda Isola sta suscitando numerose domande tra i lettori di questo blog. Molti chiedono insistentemente come sia fatta questa barca, magicamente portata dalle onde senza che i remi si muovano.
Non ho problemi a rispondervi, naturalmente. Non è difficile riconoscere l’imbarcazione in quanto, non appena la vedrete, comprenderete immediatamente che si tratta di quella che cercate. Non chiedevi perché e limitatevi a seguire il vostro istinto.
Vi raccomando, piuttosto, di non tentare di raggiungere la Seconda Isola coi vostri mezzi, magari facendo ricorso a strani rituali. Esiste infatti una terza isola sul lago: un’isola a cui i vostri inutili sforzi potrebbero, malauguratamente condurvi; un’isola oscura dove i morti si agitano inquieti, impazienti di poter stendere le loro mani ardenti su di voi per invitarvi a cena.
Ad ogni modo, i quattro invitati sono giunti serenamente alla Seconda Isola, sul cui molo erano attesi da Alfa, avvolto in un lungo mantello, per essere introdotti nella grotta dove avrebbero espresso il proprio giudizio sui racconti iscritti alla finale del concorso Racconta il tuo mistero 2009.

Lago dei Misteri

martedì 15 dicembre 2009

Risveglio da incubo per Alfa



Questa notte i sogni del nostro amico Alfa erano turbati. Si agitava come un pazzo per sistemare una serie di cose in un edificio fatisciente, arrabattandosi come poteva per soddisfare le crescenti richieste che gli provenivano da una folla di improbabili personaggi. Mentre l’angoscia saliva, una sottile inquietudine s’insinuava nel suo sonno. Gli sembrava di essere spiato da una presenza furtiva…
Aprì gli occhi improvvisamente e davanti a sé vide il volto di una bianca figura che si stava chinando su di lui.
Un inquieto Fantasma emerso dai suoi tormenti ultramondani per ricordare un antico torto subito? Un Vampiro desideroso di azzannargli la gola per placare la sua sete di sangue? Un Incubo venuto a sedersi sul suo petto per tormentare il suo giusto riposo? Uno Gnomo in procinto di accostare le proprie labbra a quelle di Alfa per rubargli il respiro? Un Ladro deciso a far confessare ad Alfa dove nasconde i soldi (non sapendo che Alfa non tiene soldi in casa perché vive a scrocco da una vita)? Questo certamente vi starete chiedendo.
E questo, effettivamente, avrebbe potuto chiedersi Alfa se solo fosse stato sufficientemente lucido e la sua mente non fosse stata ancora piena delle immagini dell’angoscioso incubo che stava oniricamente vivendo.
D’altro canto, svegliandovi improvvisamente nel cuore della notte, avreste voi la prontezza di spirito di chiedere ad una creatura pallida china su di voi nell’oscurità se Essa sia un Fantasma, un Vampiro, un Incubo, uno Gnomo o un Ladro? Permettetemi di dubitarne: in ogni caso sarebbe cosa alquanto bizzarra da parte vostra.
Alfa però non ebbe il tempo di porsi queste domande. E tanto meno di chiedere alla creatura se fosse un Fantasma, un Vampiro, un Incubo, uno Gnomo o un Ladro. Cosa che, come ho già detto, sarebbe stata alquanto bizzarra.
Contemporaneamente, mentre dalla sua bocca spalancata usciva un urlo di terrore la mano sinistra scattava da sola, mossa da un’autonoma volontà di difesa, colpendo in pieno il viso della creatura pallida china su di lui nell’oscurità.
L’urlo della creatura, colpita in pieno dal manrovescio di Alfa, gettò quest’ultimo nella costernazione, facendogli comprendere istantaneamente il suo tragico e involontario errore.
Soltanto allora Alfa si rese conto, infatti, di chi fosse le creatura. Non già di un Fantasma, di un Vampiro, di un Incubo, di uno Gnomo o di un Ladro si trattava, bensì di un Folletto. Anzi, di una Folletta, per la precisione.
Mentre questa consapevolezza dilagava nella mente assonnata di Alfa, Malikà si ritraeva tremante da lui, tenendosi la guancia offesa. Ci volle un po’ perché i due si calmassero, stringendosi finalmente in un abbraccio liberatorio.
Alfa si scusò, spiegando che la mano si era mossa da sola, mentre era ancora semiaddormentato, mossa da un automatismo rimastogli, presumibilmente, dai tempi in cui militava in una agguerrita gang giovanile.
Malikà raccontò che si era avvicinata in punta di piedi “per guardare quanto fosse caruccio il suo angioletto mentre dormiva”. Proprio così disse e quelli che conoscono Alfa la smettano cortesemente di sghignazzare perché, a differenza di Malikà, non l’hanno mai visto mentre dorme.
Alfa faticò non poco a calmare la sconvolta Malikà e gli ci volle parecchio tempo per placarla e farla addormentare.
Nonostante questo, la mattina successiva Malikà si aggirava borbottando tra sé, nel suo linguaggio da folletta, “l’è catif come 'l pecà!”*, evidentemente indirizzato ad un mortificatissimo Alfa.

Prima di lasciare il giudizio sulla vicenda ai lettori, occorre dire che tra i poteri di Malikà c’è anche quello di apparire quando meno te lo aspetti nel posto meno opportuno. Di questo però parleremo un’altra volta.

Ora, invece, dite la vostra:
Secondo voi Alfa è un angioletto caruccio mentre dorme? O è “catif come 'l pecà”* quando è sveglio?

Lago dei Misteri


*La frase significa “cattivo come il peccato”. Talora Malikà utilizza il temine “catif” in un’altra frase: "piscinin, brut e catif" (“piccoletto, brutto e cattivo”) che designa uno dei due personaggi di una famosa coppia. L’altro è il “gran gros e ciula” (“Grande, grosso e stupido”).


PS
Esaudiamo la richiesta di vedere una foto di Alfa mentre dorme...


lunedì 14 dicembre 2009

Il Corto in cascina

Segnalo un'iniziativa a cui prende parte l'amica e poetrice Rossana Girotto.

Presentazione della raccolta “Il Corto Letterario 2009” -


Venerdì 18 dicembre 2009 – ore 21 - Cascina Campaccio – Taino

Sarà presentata venerdì 18 dicembre alla Cascina Campaccio di via Sist 67 a Taino, il libro “Il Corto Letterario 2009”. Il volume raduna una serie di racconti brevi, ormai tradizionale “specialità” letteraria dell’associazione culturale “Il Cavedio” di Varese, ed è edito nella nuova collana “Florentibus”, che sarà presentata ufficialmente al pubblico per la prima volta. “Il Corto Letterario 2009” sarà però affiancato nella sua prima uscita da una seconda raccolta, dal titolo “Fiato Corto”, altra pubblicazione targata “Florentibus” e basata sulla scrittura breve.
L’inizio della serata, che prevede letture con sottofondo musicale e brevi interventi di presentazione delle opere e del progetto “Florentibus”, è alle 21. La manifestazione è organizzata dall’associazione “Il Cavedio” e da “Cascina Campaccio”.

I VOLUMI
“Il Corto Letterario 2009” è la raccolta di racconti brevi dedicata al Concorso Internazionale “Il Corto Letterario e l’Illustrazione”, che si è chiuso con le premiazioni dello scorso 8 novembre. Raccoglie i migliori lavori degli autori partecipanti al premio, provenienti da tutta l’Italia e non solo.
“Fiato Corto” è invece un volume legato alla scuola di scrittura del Cavedio, con racconti tematici contenuti in un massimo di 2600 battute spazi compresi, ovvero la formula originale del corto. I 14 autori presenti sono tutti varesini.

IL LUOGO
Teatro della duplice presentazione sarà il suggestivo spazio della cascina Campaccio, il “country club” di Taino impegnato in attività socio culturali e di valorizzazione del territorio: i lettori saranno posizionati nell’area del caminetto, e il pubblico potrà gustare la serata dalla balconata sovrastante, in una situazione assolutamente diversa dalla canonica presentazione in saloni o affini.

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi direttamente al Cavedio allo 0332-287281 o visitare il sito www.ilcavedio.it.
Su www.cascinacampaccio.it invece, è disponibile una dettagliata cartina per raggiungere il luogo della manifestazione.

domenica 13 dicembre 2009

Un lupo mannaro longobardo ad Orta


Nacqui il settimo anno dopo la grande migrazione. Era la mezzanotte del venticinquesimo giorno del mese di dicembre. Giorno infausto, insinuò qualcuno dei nostri servi romani. Sfortunato davvero, perché mio padre frustò loro e diede a me il nome di Agilulf, che nella lingua degli Uomini dalla Lunga Barba significa Lupo Spaventoso.
Destino segnato il mio. A quindici anni combattevo al servizio del Duca Meinulf, tra i suoi Guerrieri Lupo. Indossavo la pelle appartenuta a mio padre, morto in battaglia cinque anni prima. Quando noi scendevamo in campo si spargeva il panico. Sgozzavamo i nemici, avidi di placare la nostra sete con il sangue delle loro ferite.
Un giorno, improvvisamente, venne la condanna del Re contro il Duca. L’accusa era tradimento, la sentenza era la morte. Il Duca l’accettò. Io, unico tra i suoi, la rigettai. Fuggii dalla fortezza dell’isola, inseguito da quelli che erano stati i miei compagni.
Odiato, bandito, braccato, mi rifugiai nelle grotte che si diceva fossero infestate dalle streghe. Lì supplicai Votan, il dio stregone, di darmi la forza del lupo di cui portavo la pelliccia. Il sole tramontò, la luna si alzò nel cielo e dalla mia gola uscì un ululato che fece rimbombare la montagna. Mi spinsi fuori, nelle tenebre, e fu strage di quanti mi davano la caccia.
Vagai per anni, senza meta, sbranando galline, pecore, maiali, buoi, cavalli ed esseri umani. Di giorno le mie membra e la mia mente tornavano umane, ma la notte era diverso. Erano artigli e zanne e caccia selvaggia e odore inebriante a guidare i miei passi. Il mio scopo era placare a morsi la fame che mi divorava. Talora però, sotto la luna lattiginosa dei pleniluni autunnali, indulgevo ad un odioso languore e mi offrivo alle streghe come destriero verso il loro sabba.
Finché un giorno il Re decise di dare ascolto ai lamenti dei suoi sudditi o, piuttosto, si rese conto che la mia ribellione oltraggiava la sua autorità. Così mi mandò contro molti cacciatori. Alla fine uno fu sufficientemente fortunato da uccidermi, ma non abbastanza saggio da consegnare il mio corpo al fuoco.
Rinacqui sei notti dopo la mia morte. Le mie mani spostarono il masso che sigillava il mio cadavere e i miei occhi di non morto videro nuovamente la luna. Ora non era più mannara fame di carne: era sete di sangue quella che muoveva nell’eterna notte i miei primi passi da vampiro.

Nota

Il racconto prende le mosse da un fatto storico: l'invasione longobarda dell'Italia nel VI secolo d.C. Il duca Meinulf (o Mimulfo) visse realmente sul Lago d'Orta e venne giustiziato per alto tradimento nel 590 d.C.
Tra i Longobardi, gli "Uomini dalle lunghe barbe", di stirpe germanica, pagani e devoti al dio Wotan (Votan nel racconto) militavano speciali guerrieri vestiti con pelli di lupo, che di questi animali imitavano il comportamento durante il combattimento.
Secondo la leggenda potevano diventare Lupi Mannari gli stregoni (specie se nati la notte di Natale) o coloro che indossavano pelli di lupo stregate. Si credeva anche che uno stregone che in vita era stato lupo mannaro dopo la morte potesse risorgere come non morto. Come vampiro, insomma…


sabato 12 dicembre 2009

Vincitore del concorso Racconta il tuo mistero

Lo scrittore Paolo Franchini, la poetrice Rossana Girotto e due componenti dei Menestrelli di Jorvik, Antonella Mecenero e Maura Rodi si sono ritrovati sulla Seconda Isola assieme al vostro Alfa per valutare i racconti finalisti del concorso Racconta il tuo mistero 2009 .

Come siano giunti e cosa sia successo sull'isola ve lo racconterà il mio famiglio, Lago dei Misteri, tra qualche giorno. Ciò che mi preme annunciare stasera è il risultato del concorso:

Menzione speciale al
3 classificato: La Pulzella Gaia di Vele


2 classificato: La Berta filava di Stella

Per entrambe è lodevole l'intento di divulgare antiche leggende che rischiano di essere dimenticate.

E ora

RULLO DI TAMBURI

è il momento di annunciare il 1 classificato

La Falida, di Roberto.

Motivazione:
Roberto ha il senso del racconto e sa far crescere la suspence, rispettando molti canoni del genere (il misterioso ospite, la narrazione di secondo grado, il temporale, il buio, l'insonnia, i mostri dell'inconscio...). La scrittura dell'autore è netta, incalzante senza essere frettolosa e colta.
Narra un mistero del lontano Giappone. Un mistero che ha radici nell'animo umano stesso e che, nonostante appartenga a un paese lontano, sottolinea come l'Uomo, in ogni latitudine e con percorsi culturali diversi, abbia sentimenti e archetipi comuni.
L'ambientazione giapponese aggiunge una sorta di alterità, che però non risulta poi così rassicurante, come dimostrano le parole conclusive del testo. Una tensione che turba la coscienza del lettore e ricorda quanto la sofferenza non sia qualcosa di così alieno da noi da non poterci improvvisamente coinvolgere, nostro malgrado.
La mancanza di lieto fine riesce a offrirci (purtroppo) una vicenda di attualità. I piedi nel mondo, forse oggi più di ieri, è sempre giusto piantarli quando si racconta una storia, soprattutto se di questo genere

venerdì 11 dicembre 2009

Vampiri o Licantropi?


Una credenza moderna, anzi modernissima fa di Vampiri e Licantropi due razze in eterna guerra. Nella tradizione classica, invece, tra il Non Morto e il Lupo Mannaro non esisteva alcuna rivalità.
L’argomento sarà approfondito domani nella Bottega del Mistero, ma vi anticipo che era credenza diffusa che il Lupo Mannaro fosse uno stregone (specie se nato la notte di Natale o dell’Epifania) capace di trasformarsi in lupo per saziare la sua fame di carne. Umana, preferibilmente.
Il vampiro era invece un morto, anzi un non-morto, che risorgeva dalla tomba di notte per soddisfare la sua sete di sangue.
A volte, nelle leggende, lo stregone licantropo dopo la morte risorgeva come vampiro...

Di vampiri e licantropi si parlerà domani sera a Siamo in Onda (su Puntoradio dalle 21 alle 24, in replica il martedì sera) in quella che si preannuncia una serata davvero mostruosa.

Avremo infatti la premiazione del concorso Racconta il tuo mistero con la proclamazione e la lettura del racconto vincente.

Più tardi, all’avvicinarsi della mezzanotte, verrà letto il racconto “Un Lupo Mannaro longobardo ad Orta”, ultima Pillola di Mistero scritta nel 2009, dal titolo dichiaratamente ispirato ad un film cult.

Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis (1981)

Ora, mentre sento già i peli crescere sulla schiena e le mie narici cominciano a fiutare odore di lotta, rispondete, se avete coraggio, alla domanda posta dallo staff di Siamo In Onda:

Quali mostri abitano la vostra mente?

giovedì 10 dicembre 2009

Racconta Gianni


Concorso nazionale dedicato a Gianni Rodari
Il Parco della Fantasia “Gianni Rodari” e il Centro Studi di Orvieto, in occasione dei festeggiamenti rodariani dell’anno 2010, promuovono il Concorso Nazionale “Racconta Gianni”.
Obiettivo del concorso: scoprire con gli occhi dei bambini la figura di Gianni Rodari - maestro, giornalista e scrittore.
Una produzione creativa che faccia scoprire con linguaggi semplici (ma non banali) una grande e importante figura che ha segnato una significativa tappa della letteratura per ragazzi.
Il concorso è rivolto a:
- scuole dell’infanzia
- scuole primarie
- scuole secondarie di primo e secondo grado
- altre eventuali categorie (ludoteche, biblioteche, associazioni…)
e prevede la realizzazione di lavori singoli o di classe.
Il contenitore tematico per l’anno scolastico 2009/2010 è “Racconta Gianni” I partecipanti potranno scegliere tra due percorsi:

Percorso 1
Raccontare il personaggio di Gianni Rodari legandolo a uno dei seguenti aspetti.
1. Gianni Rodari maestro

2. Gianni Rodari giornalista

3. Gianni Rodari scrittore

4. Gianni Rodari e le favole

5. Gianni Rodari e la fantasia

Percorso 2 (percorso a temi partendo dalla produzione fantastica di Rodari (in prevalenza filastrocche).

6. Rimbocchiamoci le mani… c’è lavoro per tutti quanti!
… “Nel mio libro “Filastrocche in cielo e in terra” ci sono filastrocche allegre e ce ne sono tristi, proprio come nel calendario si incontrano giornate d'oro e giornate nere; ma filastrocche senza speranza non ce ne sono, non le so fare. La speranza e l'erba voglio, secondo me, crescono dappertutto:ai bordi delle strade, nei vasi sui balconi, sui cappelli della gente: basta allungare la mano e volere e il mondo diventerà più abitabile”.

7. Il coraggio di sognare in grande
“So bene che il futuro non sarà quasi mai bello come una fiaba. Ma non è questo che conta. Intanto, bisogna che il bambino faccia provvista di ottimismo e di fiducia per sfidare la vita. E poi, non trascuriamo il valore educativo dell’utopia. Se non sperassimo, a dispetto di tutto, in un mondo migliore, chi ce lo farebbe fare di andare dal dentista?”

8. Fare la pace prima della guerra
Quando la pace brillerà / su tutta la terra come un sole,
forse anche il Polo fiorirà / di margherite e di viole.
Nel paese dei pinguini / spunteranno i ciclamini,
e gli orsi bianchi, coi loro orsetti, / andranno a cogliere i mughetti.

9. Per i bambini di tutto il mondo
“Perché occuparci tanto dei bambini che tanto non comprano il giornale, non votano, contano zero? Secondo noi bisogna sempre stare dalla parte di quelli che non contano, quelli che stanno sotto tutti gli altri. E' un esercizio utile per evitare di abituarsi alle ingiustizie e alle prepotenze, per non accomodarsi al mondo com'è, per non farsi succhiare dagli ingranaggi... I bambini hanno il coraggio di sognare e di sperare: un coraggio necessario a tutti, che bisogna coltivare come la pianta più preziosa, altrimenti si diventa cinici”.

10. Caro… firmato Carletto Epistola (sui diritti dei bambini)
“La cosa più difficile da imparare è quella del rispetto del bambino: rispetto per ciò che è e per ciò che diventa, per il suo modo di accogliere esempi, lezioni e parole, per i suoi limiti e per i suoi slanci. E' così facile mortificarlo, ingannarlo, “metterlo a posto” con un semplice atto di prepotenza. Credo che questa sia una delle materie che non si possono studiare una volta per tutte, nelle quali si debbono dare continuamente esami nuovi e sempre più complessi”.

11. Ottimismo, impegno e… un pizzico di fantasia
“Personalmente credo che la capacità di utopia dei bambini sia un elemento di forza nella loro autoeducazione: o hanno un grande scopo e allora si sforzano di crescere nelle esperienze, oppure ogni loro sforzo perde valore, diminuisce. Ogni sforzo umano ha un senso se può essere inquadrato in qualcosa che va al di là dell'immediatezza. E questo naturalmente vale anche per i bambini”.

12. Quel che non si sa è più importante di quel che si sa già
“Scrivere per i bambini è un’altra maniera di fare il maestro. Cerco di non essere un maestro noioso, ma spero che i bambini imparino qualcosa dalle mie storie e filastrocche. Mi basta che imparino a guardare il mondo con gli occhi ben aperti. Anche ridere è una maniera di imparare”.

La produzione di concorso potrà trovare applicazione in:
- Realizzazione di un gioco da tavolo: scoprire Gianni Rodari giocando.
- Realizzazione di un libro creativo o libro-gioco….per scoprire Rodari in modo interattivo.
- Realizzazione di un video o presentazione multimediale che racconti Gianni Rodari.
Non ci sono limitazioni circa la scelta dei materiali o la dimensione delle opere purché le stesse produzioni non siano deperibili e/o fragili.
Il termine previsto per la consegna dei lavori è fissato per il giorno: 15 aprile 2010

I materiali dovranno pervenire all’indirizzo:
PARCO DELLA FANTASIA “Gianni Rodari”, Parco Maulini 1, 28887 Omegna (Vb)
con oggetto: Concorso “Racconta Gianni”
la spedizione dovrà essere corredata di:
- Presentazione dei lavori realizzati (a cura dell’insegnante e/o della classe).
La presentazione degli elaborati verrà utilizzata per l’esposizione delle opere in occasione della mostra del concorso).
- Riferimento numerico del tema scelto (e svolto).
- Indicazioni di contatto (telefono, email e indirizzo postale).
Le opere non saranno restituite e diventeranno proprietà del Parco della Fantasia “Gianni Rodari” che potrà esporle all’interno del Museo della Favola, conservarle nel Centro studi o realizzarne una pubblicazione citandone gli autori originali.
Una selezione di opere significative potrà costituire l’allestimento di una mostra itinerante per le Scuole d’Italia.
La Giuria che valuterà le opere pervenute sarà formata da esperti in materia di letteratura per l’Infanzia, grafica e arti espressive unitamente ad autori e illustratori che cureranno la valutazione della forma sia linguistica sia dell’immagine espressiva e comunicativa.
Il giudizio della giuria è insindacabile e inappellabile.
Entro il 30 aprile 2010 il Parco della Fantasia comunicherà la graduatoria dei vincitori del concorso attraverso:
- comunicazione scritta alle scuole interessate
- pubblicazione ufficiale della graduatoria sul sito del Parco della Fantasia
www.rodariparcofantasia.it
convocandoli per il ritiro del Premio fissato per il giorno 29 maggio 2010.

Premi
Quattro saranno le categorie premiate, ciascuna con un primo, secondo e
terzo classificato:
Categoria scuola dell’infanzia
Categoria scuola primaria
Categoria scuola secondaria di primo e secondo grado
Categoria mista, costituita da gruppi vari di partecipazione (ludoteche, biblioteche, associazioni… senza limite di età)
Due premi speciali saranno assegnati dal Museo in Erba di Bellinzona (Svizzera) e dal Museo Luzzati di Genova , che assieme al Parco della Fantasia
partecipano a un progetto unificato di promozione della letteratura per l’infanzia.
A insindacabile giudizio della Giuria potranno essere assegnati premi e menzioni speciali sia a singoli, sia a classi.
Premi: materiali ad uso didattico (1°, 2°, 3° premio per ogni categoria + eventuali assegnazioni speciali)
Sarà inoltre assegnato un “Superpremio” al lavoro più significativo.

Per maggiori informazioni contattare la segreteria del concorso al numero: 0323/887233
parcorodari@comune.omegna.vb.it

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Parco della Fantasia
“Gianni Rodari”
Parco letterario
Sede Amministrativa - Direzione - Ludoteca
E-mail parcorodari@comune.omegna.vb.it - www.rodariparcofantasia.it
Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna
Parco Maulini, 1 – 28887 Omegna (VB)
Tel. 0323/887233 – Fax 0323/645484

lunedì 7 dicembre 2009

Camilla

Anche Camilla non è propriamente un’amica di Alfa. Quest’ultimo avrebbe trovato, secondo il suo racconto, un diario appartenente ad una ragazza adolescente di nome Camilla.
Alfa racconta di averlo raccolto con l’intenzione di scoprire di chi fosse e restituirglielo. Durante un noioso fine settimana in montagna Alfa si immerge nella lettura del diario, seguendo Camilla nell’esplorazione della “casa dalle 99 stanze e delle 101 finestre, un edificio misterioso e abbandonato in cui, si diceva, vi fosse almeno una, se non due, stanze segrete.
Durante l’esplorazione dei sotterranei Camilla si trova di fronte ad un gigantesco ragno che la morde sul collo.
Improvvisamente lo stile di scrittura del diario cambia e comincia a contenere delle storie.
La prima di queste è “Una lunga gelida estate”, nella quale Camilla si identifica con la quasi coetanea Mary Shelley, raccontandone le avventure sul lago di Ginevra.
Altre storie, potete starne certi, seguiranno presto.

Lago dei Misteri

domenica 6 dicembre 2009

Il Gino


Tra i personaggi che ruotano attorno ad Alfa, ce n’è uno che lo stesso nostro misterioso amico non ha mai incontrato.
I lettori più fedeli di questo blog avranno capito che si tratta del Gino. Per chi non lo conoscesse, il Gino è quello che si potrebbe definire un delinquente abituale. Le sue avventure sono oggetto dei racconti dell’Avvocato Volpicini, suo patrono e difensore davanti al giudice. Patronato di cui il Gino ha spesso bisogno, peraltro.

Del romanzo criminale del Gino parla Alfa in un vecchio post, pubblicato quasi un anno fa:
«Ci sono due tipi di delinquenti abituali. Ci sono quelli abili e fortunati, che se la cavano sempre e riescono a fare fortuna fino a raggiungere le più alte vette dell'economia e della politica. Questi hanno stuoli di avvocati strapagati che li tengono lontani dai guai. Volpicini non ha nessun cliente di questo tipo, per sfortuna del suo portafoglio.
Ci sono quelli sfortunati e imbranati, di cui sono piene le carceri. O forse dovremmo dire “di cui sarebbero piene le carceri", perché per uno strano mistero italiano, in carcere normalmente ci stai a lungo prima del processo, ma quando ti hanno condannato ti mandano fuori.
Ad ogni modo, il Gino, come avrete intuito, appartiene decisamente alla seconda categoria. Occorre inoltre dire che il Gino è un ladro. Convintamente e incallitamente ladro. Non è specializzato in un campo, il Gino. Niente affatto: egli ruberebbe qualsiasi cosa. Dico “ruberebbe” perché il più delle volte vorrebbe rubare, ma proprio non gli riesce. Dove la sua naturale imbranataggine si arresta, interviene inesorabile e infallibile la sfortuna.
Il Gino è l’incarnazione nel mondo criminale della nota “Legge di Murphy” (che recita “se qualcosa può andar male, lo farà”, Nd.A.). Se esiste un modo nell’universo con cui un crimine può essere sventato dalla jella (non dalle forze dell’ordine, ché non ce ne sarebbe bisogno), il nostro Gino l’ha sicuramente sperimentato sulla sua pelle.»

Varie sono le vicende che vedono il Gino coinvolto in avventure criminali. In una lo vediamo agile ladro di motorini.

In un'altra è protagonista, stavolta in sella al proprio motorino, di quello che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere un facile borseggio.

La vera passione del Gino rimangono comunque le biciclette, verso le quali prova un’attrazione quasi morbosa.

Vista la sfortuna con le due ruote il Gino ha provato anche a darsi al furto dei veicoli a quattro ruote. Potete vedere con quali risultati in questa storia.

Nemmeno l’atmosfera natalizia può fermare la carriera criminale del Gino. Qui lo vediamo impegnato in un furto sacrilego.

Anche i ladri hanno una mamma. La mamma del Gino ad un certo punto decide di prendere in mano la situazione e dare al figliolo l’occasione per riscattarsi.

Lago dei Misteri

sabato 5 dicembre 2009

Il grande ingannatore e i suoi figli


Vi chiedete chi sia il Grande Ingannatore? Andate e leggere questo post nella Bottega del Mistero.
Nella lunga e, talora, gloriosa storia della menzogna uno dei figli del Grande Ingannatore, un famoso bugiardo, ha assunto una immortale fama letteraria: Ulisse*.

Soprattutto di lui si parla oggi
nella Bottega del Mistero sul blog di Siamo in Onda.


* Secondo alcuni, l'intera Odissea non sarebbe altro che la storia inventata da un uomo per giustificare la sua assenza ventennale da casa.

venerdì 4 dicembre 2009

Bugie


"Tell me lies, tell me sweet little lies" ("raccontami bugie, raccontami dolci piccole bugie"), cantano i Fleetwood Mac

E voi, qual è stata la vostra ultima bugia?

Potete scriverlo qui, se avete coraggio, ma attenti a non essere scoperti: i vostri commenti saranno letti domani sera a Siamo in Onda (dalle 21 alle 24, in replica martedì) su Puntoradio.

giovedì 3 dicembre 2009

Aggiornamenti sulla Bottega del Mistero


Come sapete sul Blog di Siamo in Onda ho aperto tempo addietro una Bottega del Mistero (se non ricordate quando leggete qui).
Chi conosce ed ha apprezzato la “Boutique del Mistero” non s’illuda, però. Non vi troverà racconti geniali come quelli del grandissimo Dino Buzzati.
La Bottega del Mistero, che si trova a Siamo in Onda, in via etere, contiene ben altro.
Vi potrete trovare rospagni urlanti e pellestrelli; alcune copie dei Manoscritti Pnakotici; vecchi alambicchi per le pozioni spagiriche; alcuni animali improbabili; molte raccolte di leggende; e tante, forse troppe, parole.
Parole dette e scritte da varie mani; parole dettate al vento; parole arcane e misteriose; parole dette e parole che sarebbe stato opportuno o giusto o forse solo bello dire ma che per sorte o paura non vennero mai pronunciate.
Una bottega gestita insomma da un bizzarro affabulatore che il suo hobby ha spinto ad alzare la serranda di questo strano luogo. Ogni sabato la trovate aperta. L’ingresso è libero e se avete un po’ di pazienza vi potrà capitare l’occasione di ascoltare qualche buona storia o sfogliare qualche libro. Ho seri dubbi che vi comprerete qualcosa, anche perché la maggior parte delle cose esposte non sono in vendita e quelle che lo sono per lo più sono già state prenotate.
Se però, una volta usciti, vi ritroverete senza sapere bene come con dei libri in mano alla cassa di una libreria, non stupitevi. Probabilmente la colpa sarà di quella boccetta di Elisir di Curiosità che avete annusato nella mia bottega…

Per i lettori frettolosi, fornisco di seguito l'indice delle storie che potete già trovare nella mia bottega.

Storie di cani e di gatti, di streghe e stregoni.

Quante volte avete incontrato di notte, sul bordo della strada, un cane o, più probabilmente, un gatto. Nessuna casa nei paraggi, solo boschi ed oscurità.
“Cosa potrà mai fare un animale domestico in questo posto?” vi sarete chiesti, immaginando un randagio o ad un animale abbandonato.
Nella maggior parte dei casi avrete centrato la verità, dal momento che purtroppo sono ancora molti, troppi, i criminali che abbandonano quelli che per alcuni mesi erano stati loro compagni di vita. Eppure, in alcuni casi, la realtà è ben diversa. La storia che vi racconto è una di queste eccezioni.


Il dono del Serpente Piumato

Vi siete mai chiesti da dove venga il cioccolato? Conoscete le leggende che ne avvolgono l'origine? Andate subito a leggere questa storia.


Le origini di Halloween

Gli appassionati di tradizioni non possono perdere questo post, in cui si raccontano le remote origini della festa di Halloween.


Case maledette

Ci sono case piccole ed altre grandi. Alcune sono lussuosissime ed altre sembrano restare in piedi per miracolo. Ci sono case da sogno ed altre da incubo.
Vedete la vostra casa come un sicuro rifugio? Ebbene, in questo post si parla di case da cui, chi è entrato, non vede l’ora di fuggire. Case in cui ci sono soffitte polverose, in cui le ragnatele sono però l’ultimo dei problemi; dove le stanze sono tutte accessibili, tranne una, la cui porta è meglio non aprire; con cantine simili a labirinti in cui potreste perdere l’orientamento e trovarvi in luoghi che vanno oltre ogni orrore immaginabile.

Influenza felina

Cosa accadrebbe se un'epidemia devastante colpisse l'umanità e l'unica salvezza potesse venire dal telefono? Ve lo racconto in questa simpatica storia.

Supereroi senza fumetti

Molto prima che la matita iniziasse a disegnare il fumetto, anzi, molto prima che la matita fosse inventata, anzi, fin dall’inizio dei tempi, i supereroi esistevano. Chi erano? Ve lo racconto nella Bottega del Mistero.

Le risaie di Noé

Pensate che Noé sia una figura leggendaria? Rimarrete sorpesi di scoprire che fu proprio Noé ad aiutare Cavour a realizzare l'Unità d'Italia.



Nota: l'immagine di apertura si riferisce al film La piccola bottega degli orrori di Frank Oz (1986), ispirato ad un omonimo musical di Alan Menken e Howard Ashman (1982),
a sua volta tratto da un film con lo stesso titolo di Roger Corman (1960).
Pare che vogliano realizzare un altro film sullo stesso soggetto...

martedì 1 dicembre 2009

Sul podio


La contesa per il Concorso “Racconta il tuo mistero 2009” è stata dura.

Cinque narratori si sono affrontati in una disfida di sei racconti davanti alla giuria dei lettori.

La quale ha letto, valutato e giudicato.

Ai lettori era data la possibilità di votare su questo blog e su una apposita pagina di Facebook tre racconti. I votanti si sono divisi esattamente a metà: dieci sul blog e altrettanti su FB.

I risultati, sommati, sono i seguenti:

Roberto: La Falida: l’antica leggenda ritorna? 14 voti
Stella: La Berta Filava. 12 Voti
Vele: La pulzella Gaia. 12 voti
Silvia: Coldragone. 10 voti.
Francesca: La prima caccia selvaggia. 8 voti.
Francesca: Perché se ne vanno se regali loro un vestito. 4 voti.

Un voto, espresso fuori dalle pagine suddette, è stato considerato nullo, ma non avrebbe comunque modificato il risultato finale.

Facendo i complimenti a Roberto, Stella e Vele, che entrano in finale per quello che si preannuncia un confronto all’ultima goccia d’inchiostro, ringrazio Silvia e Francesca per aver partecipato a questa seconda edizione del concorso.

Ora la parola passa alla giuria di qualità che a breve si riunirà sulla seconda isola per votare.
Il risultato sarà annunciato sabato 12 dicembre sempre a Siamo in Onda, quando il racconto vincitore sarà letto in diretta.

Chi sono i giurati? Se non avete sentito l’annuncio sabato sera, potrete saperlo direttamente dal sottoscritto ascoltando la replica di Siamo in Onda su Puntoradio (anche in streaming) questa sera dalle 21 alle 24.
Per inciso verrà letta anche la Pillola di Mistero pubblicata sabato

lunedì 30 novembre 2009

Ancora poche ore per votare




Questa sera termina la possibilità di votare per il concorso "Racconta il tuo mistero 2009".
Sei i racconti iscritti, cinque i concorrenti, tutti agguerriti.
Per votare potete andare in questa pagina, oppure su Facebook, per la precisione qui.

sabato 28 novembre 2009

Una risata vi seppellirà

Dare passaggi agli autostoppisti consente di scoprire orizzonti imprevisti. Ecco un'altra storia raccontata da un'autostoppista all'Intortatore.


«Puntavo decisamente verso sud, verso Novara, verso casa. I fari tagliavano la notte davanti alla mia auto dietro cui, lentamente, le tenebre tornavano a saldarsi. Perché l’oscurità è ovunque e la luce è un’eccezione, uno strappo alla regola generale dell’universo.
Guarda il cielo sopra di te. So già che guarderai le stelle e non vedrai il buio in cui sono affogate. Guarda dentro di te. Vedrai la luce, ne sono certo, e chiuderai gli occhi di fronte all’ombra che la circonda e ti riempie, dandoti forma.
Guidavo con la sigaretta nella sinistra, aspirando una boccata ogni tanto e lasciando che il rosso della brace ardesse nell’oscurità. La destra si muoveva per tentare di cambiare il canale della radio dove stavano dicendo che fumare distrae dalla guida.
“Balle!” risi.
Un istante dopo qualcosa in fuga dalle tenebre, un cinghiale credo, fu sparato contro il paraurti della mia auto, come un proiettile da centocinquanta chili. Non compresi ciò che accadde finché non strisciai fuori dall’auto, annaspando nel fango.
Fu allora che udii la risata. Era lunga, sarcastica e stridente come una pietra da mola sulla lama di una falce.
Mi rialzai, realizzando solo allora che la mia auto era rovesciata in una risaia. L’unico faro sopravvissuto all’impatto lottava ancora disperatamente per non soccombere all’oscurità, da cui mi fissavano mute figure indistinte.
Allora la risata esplose, di nuovo, gigantesca. Come ad un segnale quell’armata silenziosa riprese la sua corsa. E io non potei fare a meno di unirmi agli spettri nella loro eterna caccia infernale.
Guarda l’oscurità che ti circonda e la tenebra che si annida dentro di te e ricorda:» disse il fantasma svanendo «sarà una risata a seppellirti.»

Stasera a Siamo in Onda

Questa sera verrà trasmessa una Pillola di Mistero a Siamo in Onda.
Il tema sarà quello del riso, naturalmente.
A questo proposito trovate un post storico nella Bottega del Mistero sul Blog di Siamo in Onda.

Dimenticavo...
Questa sera in onda ci sarò anch'io. Ovviamente su Puntoradio.

venerdì 27 novembre 2009

Domani sera ci sarà da ridere

A Siamo in Onda domani sera (21-24, in replica il martedì) il tema sarà il riso.
Voi, di che riso siete?




Vi piace la comicità fisica alla Stanlio e Ollio?

Stan Laurel (S.L.): «Mi piacerebbe essere in montagna a sciare».
Infermiera: «Le piace sciare, Sig. Laurel?»
S.L. «No, lo detesto, ma è sempre meglio che stare qui».

(Stan Laurel sul letto di morte)




O preferite quella surreale dei Fratelli Marx?


Il matrimonio è un istituto meraviglioso, ma chi vorrebbe vivere in un istituto?

(Groucho Marx)




Cosa ne pensate dello humor britannico alla Jerome?


Adoro il lavoro. Passerei ore a guardare gli altri mentre lavorano.
(Jerome K. Jerome, Tre uomini in barca, per non parlare del cane.)



Vi piace la comicità intelligente di Woody Allen?

Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento troppo bene

(Woody Allen)


O, al contrario, siete tra quelli che non vanno mai al cinema ma a Natale fanno la fila per vedere il solito cine-panettone?
In questo caso spiegatemi perché!



A me la rima con razzo num me viene proprio!

(Una delle "memorabili" battute di un cinepanettone qualsiasi) .



Se volete potete rispondere qui al quesito:
Cosa vi fa più ridere?
Le risposte migliori saranno lette alla radio.

mercoledì 25 novembre 2009

Amori e delitti nella Novara del Seicento

DOMENICA 29 NOVEMBRE 2009 ALLE ORE 15 nell’antico Castello di Briona (Novara)

Conferenza di SEBASTIANO VASSALLI

Amori e delitti nella Novara del Seicento: G.B. Caccia e il castello di Briona

Nell’occasione: presentazione del bando del premio “I cento castelli, madrina ANNA LAVATELLI

Ore 17 Trasferimento e visita al Castello-Ricetto di Ghemme (a cura della cantina Rovellotti) con degustazione enogastronomica.

lunedì 23 novembre 2009

I cento castelli

L’Associazione “Parco culturale Ludovico il Moro – I 100 castelli di Novara” promuove il premio “I cento castelli”. La partecipazione è libera e gratuita, senza restrizione di numero di titoli e di sezioni e presuppone l’accettazione delle seguenti norme:

TEMA

1. Le opere devono riguardare il tema dei castelli con ambientazione e riferimenti a uno o più degli oltre cento castelli della Provincia di Novara o della Valle Verzasca in Svizzera, indipendentemente dal loro stato e proprietà attuali.

SEZIONI

2. Le sezioni del premio sono: 1) Narrativa; 2) Saggistica; 3) Letteratura per l’infanzia e per ragazzi (0-14 anni); 4) Fumetto; 5) Reportage giornalistico.

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

3. Ogni opera deve pervenire in n. 8 (otto) copie cartacee, di minimo 10 e max 100 cartelle (da 20 000 a 200 000 caratteri spazi compresi, in corpo 12, interlinea 1,5) corredata da una scheda con l’esatta e completa indicazione di: sezione cui si intende partecipare; dati anagrafici, indirizzo, recapiti telefonici, e-mail ed eventuale fax dell’autore; titolo dell’opera. Non è ammesso l’invio telematico. Dettagli sulle modalità della sezione “Fumetto”: soggetto, da svolgersi in forma concisa, della lunghezza complessiva non superiore ad una cartella dattiloscritta formato A4, con carattere in corpo 12; eventuale sceneggiatura, da svolgersi su un numero massimo di 10 cartelle dattiloscritte formato A4, per massimo 10 tavole sceneggiate; dev'essere comprensiva di dialoghi, didascalie e descrizioni degli ambienti e dei personaggi; storia disegnata, da svolgersi su un numero massimo di 10 tavole disegnate, con tecnica libera (indicare se in bianco e nero o a colori ), in formato massimo A3; illustrazione, una tavola, con tecnica libera, a colori, in formato massimo A3 (per ciascuna cartella e/o tavola originale inviata, andranno allegate 6 fotocopie in formato A4, il più possibile fedeli all'originale, di servizio per la prima valutazione della giuria).

4. Le opere devono essere inviate a: Premio letterario “I cento castelli” c/o Municipio, via Italia 10, 28070 Sizzano (Novara) e devono pervenire entro e non oltre il 27 febbraio 2010 (farà fede la data del timbro postale).

5. I testi spediti, anche se non premiati, non saranno restituiti e si declina qualsiasi responsabilità derivante dalla perdita dei testi inviati.

6. Sono escluse dal concorso le opere destinate ad uso scolastico, non originali o già edite.

7. Un comitato di lettura, costituito da specialisti, selezionerà le opere pervenute, proponendo, per ogni sezione, una rosa di finalisti fra i quali la giuria del premio individuerà i vincitori. La giuria, presieduta dallo storico Giancarlo Andenna e dalla scrittrice per ragazzi Anna Lavatelli, è costituita da autori, critici, storici e giornalisti, da un rappresentante della casa editrice Interlinea e da un rappresentante della Associazione “Parco culturale Ludovico il Moro – I 100 castelli di Novara”.

MONTEPREMI

8. Il primo premio ammonta a euro 3000 (tremila) per il vincitore assoluto scelto dalla giuria, a suo insindacabile giudizio, fra i vincitori delle diverse sezioni, ai quali va la somma di euro 500 ciascuno con targa; una targa è poi riservata agli autori dei testi classificati al secondo e terzo posto di ogni categoria, a eccezione della sezione Reportage, per la quale invece è previsto un riconoscimento speciale di euro 1000 (mille) al miglior reportage giornalistico di autore svizzero dedicato ai castelli e al territorio della Provincia di Novara e al miglior reportage giornalistico di autore italiano dedicato ai castelli e al territorio della Valle Verzasca nel Canton Ticino, Svizzera. I premi che non saranno ritirati personalmente dagli autori durante la cerimonia di premiazione costituiranno un fondo per la successiva edizione.

PUBBLICAZIONE

9. I racconti premiati verranno pubblicati in una antologia a cura dell’associazione promotrice del premio presso Il Piccolo Torchio. La partecipazione al premio vale come consenso alla pubblicazione da parte degli autori selezionati, che riceveranno dieci copie dell’antologia. Il testo vincitore del primo premio assoluto potrà venir pubblicato singolarmente dalla casa editrice partner del progetto, Interlinea di Novara, se lo giudicherà meritevole; in tal caso l’ammontare del premio varrà come anticipo sui diritti.

CONDIZIONI

10. L’assegnazione dei premi avviene a condizione che nelle opere si riscontrino requisiti di rigore e di validità letteraria e/o scientifica. La giuria si riserva di non assegnare premi per una determinata sezione qualora le opere inviate non presentino i requisiti di validità letteraria e/o scientifica.

11. La cerimonia di premiazione è prevista per il 28 giugno 2010 a Sizzano, nell’ambito della fiera del territorio del Castelli “Promoterr”; a tutti i partecipanti e premiati verrà data comunicazione scritta con largo anticipo. Il bando del concorso e l’esito della premiazione saranno pubblicati sui siti www.novara.com/100castelli e www.comune.sizzano.no.it. Per informazioni:
100castelli@letteratura.it
tel. 0321 612571, fax 0321 612636: oppure presso il Comune di Sizzano (tel. 0321 820618):
municipio@comune.sizzano.no.it o Insubria Communication (info@insubriacommunication.com; 3463573338)

domenica 22 novembre 2009

I quaderni cusiani

L’Associazione Storica Cusius comunica che entro il mese di dicembre 2009 sarà presentato al pubblico il n. 2 di "Quaderni Cusiani", rivista dell'associazione.

Il volume, di cui si allega la scheda (prezzo di copertina euro 30) e' offerto in prevendita a euro 20.

Chi desidera può prenotarlo a queste condizioni entro il 15 dicembre p.v. (associazione.cusius@libero.it)




QUADERNI CUSIANI
RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE CUSIUS

N. 2 / 2009

DIRETTORE: LINO CERUTTI - CONDIRETTORE: ALFREDO PAPALE
COMITATO DI REDAZIONE: CARLO CARENA, FIORELLA MATTIOLI CARCANO, ARMANDO BELTRAMI, CARLO PESSINA.

COMITATO SCIENTIFICO:
GIANCARLO ANDENNA, BERNARD ARDURA, AMILCARE BARBERO, CARLO CARENA, GIULIO ERNESTI, FIORELLA MATTIOLI CARCANO, LAURA NAJ, ANNIBALE SALSA, DORINO TUNIZ, EDOARDO VILLATA, LUIGI ZANZI.

FOTOGRAFIE: CARLO PESSINA.



SOMMARIO

Carlo Carena, Cronaca di Vacciago a metà Ottocento per la penna del parroco Gioanni Antonio De Taddei di Celio.

Alfredo Papale, Il castello e le fortificazioni di Borgomanero.

Uberto Pestalozza, L’oratorio di San Giuseppe di Vacciago.

Amedeo Fiammingo, Circa la popolazione di Briga Novarese dal XII al XIX secolo. Notizie dai Libri Parrocchiali.

Amilcare Barbero «Oh bel!», fra sguardi e bisbigli: una grata dopo l’altra.

Fedele Merelli, P. Cleto da Castelletto Ticino cappuccino († 1619): note per una biografia.

Fiorella Mattioli Carcano, Santa Caterina di Stagno: vicende e distruzione di un oratorio campestre medievale di Orta.

Lorenzo Mondo, Le brezze del lago d’Orta. Il romitorio di Sant’Ida e il presbiterio di valle Strona.

Daniele Pescarmona, La Madonna col Bambino della chiesa di San Martino di Bolzano Novarese.

Marina Dell’Omo, Un’opera giovanile di Giorgio Bonola ad Armeno.
Angelo Marzi-Fiorella Mattioli Carcano, L’oratorio di san Giovanni Battista ad Armeno.

Maria Giulia Tassera, L’oratorio di S. Maria di Miasino e la sua confraternita.

Cesare Bermani, La Morta di Agrano.

Mariella Zanetta, Le Società di Mutuo soccorso del Cusio.

Massimo M. Bonini, Il calendario tradizionale delle feste e dei lavori.

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ATTI DEL CONVEGNO “I GOZANI E I TARSIS” BROLO 4 LUGLIO 2009.

Lino Cerutti, I Gozani e Luzzogno.

Carlo Burdet, I Gozani di Agliè.

Dorino Tuniz, I Tarsis di Brolo.

Maurizio Bettoja, Stemma e genealogia della famiglia Tarsis.

Maurizio Bettoja, Stemma e genealogia della famiglia Gozani.

Valerio Cirio, Le case cusiane dei Gozzani e dei Tarsis fra Seicento e Settecento.


APPENDICE
Dorino Tuniz, Sulle orme di Padre Tommaso Obicini da Nonio.


INSERTO FOTOGRAFICO TEMATICO
Carlo Pessina, Gli animali nell’arte del Cusio

sabato 21 novembre 2009

Supereroi e superpoteri


In questo blog abbiamo già parlato di superpoteri (non ricordate? Andate a vedere qui…). Oggi invece, nella Bottega del Mistero, nel blog di Siamo in Onda si parla di supereroi vissuti molto tempo fa…

venerdì 20 novembre 2009

Il mio supereroe preferito


Preferite i supereroi granitici e invulnerabili (kriptonite a parte), come Superman, o i supereroi con super problemi, come Spiderman?

I supereroi tenebrosi, come Batman? o le sensuali super eroine alla Catwoman?


Di questo si parlerà sabato sera (martedì in replica, sempre dalle 21 alle 24) a Siamo in Onda, il Talk Show di Puntoradio.

Se volete potete rispondere alla domanda.

Qual è il tuo supereroe preferito e perché?

I vostri commenti saranno letti alla radio.

In questo caso vi dirò che il mio preferito è Rat Man, il super eroe della risata, scritto e disegnato dal mitico Leo Ortolani.
Se volete sapere il perché andate a rileggere questo post.

giovedì 19 novembre 2009

Una cortesia


Il post, o meglio l'immagine, di ieri ha suscitato un gran trambusto.

Lettori o, meglio, soprattutto lettrici inferocite mi hanno assediato per ore stazionando sotto casa con in mano forconi e cartelli di protesta.
E la situazione all’interno delle mura non era migliore. La vipera Cornelia me ne ha dette quattro, impiegando due ore buone per farlo. Il suo compagno Sempronio mi ha guardato irato e sibilando ha agitato la coda come un severo indice disapprovante. L’Orango Tango si è messo ad urlare a più non posso facendomi le boccacce. I due Cocco Drilli hanno manifestato improvvisamente uno smisurato appetito. L'Aquila Reale ha dispiegato le ali e con un potente grido si è alzata in cielo quasi a voler lasciare un luogo si immondo. L'elefante ha barrito e mi ha agitato contro la proboscide. Il gatto pareva fuori di sé dalla rabbia e mi ha fatto a pezzi le tende. Il topo, ha approfittato del macello per saccheggiare la dispensa lasciandomi senza i cereali per la colazione.
Sembrava di essere nella Fattoria degli animali di Orwelliana memoria, nei giorni tragici e gloriosi della rivoluzione animalesca!

Lo stesso Volpicini si è arrabbiato molto con me e mi ha fatto una telefonata durissima in cui ha annunciato severissime azioni legali nei miei confronti. Volpicini infatti sostiene che la foto era offensiva nei suoi confronti: lui, per quanto beva, non si riduce mai in uno stato così penoso.
Insomma, se non entra presto in vigore una qualche leggina che introduca la prescrizione breve per tutti i reati che pare abbia commesso (cosa assai improbabile in un Paese che è considerato la culla del diritto), temo mi toccherà passare i prossimi anni dietro le sbarre.

Così prima che anche Malikà si svegli e metta mano al suo “gatto a nove code” ho deciso di correre ai ripari. O meglio di correre a Canossa.
Se nemmeno questo dovesse bastare ad emendare il mio errore imperdonabile , vi chiedo almeno una cortesia: mi portate un po’ di arance in carcere?

PS
Nel frattempo il mio famiglio, Lago dei Misteri, sghignazza alle mie spalle e dice che non avrei potuto combinare un tale pasticcio nemmeno se avessi fatto apposta…

mercoledì 18 novembre 2009

Un errore imperdonabile

Il mio famiglio, Lago dei Misteri, ha commesso un errore imperdonabile. Ha dimenticato di allegare al post in cui parla dell'Avvocato Volpicini una sua fotografia.
Per la serie "mi tocca fare tutto da solo", rimedio io oggi.

Se non ricordate di chi stiamo parlano, potete andare a leggere questo post.

domenica 15 novembre 2009

La carica dei Seicento




E così, passo dopo passo, alternando un trotto lento al galoppo, siamo arrivati a 600 post. Ho pensato di celebrare questo piccolo traguardo con la citazione di un film.

La carica dei Seicento (The Charge of the Light Brigade, 1936) è una pellicola diretta da Michael Curtiz ed interpretata da Olivia de Havilland e Errol Flynn ed è ispirata ad un fatto storico.

La guerra di Crimea (1853-1856) vide contrapposta all’Impero Russo un’alleanza che univa Inghilterra, Francia, Turchia e Piemonte. Durante questa guerra, che per inciso consentì al Piemonte (allora Regno di Sardegna) di guadagnarsi quelle simpatie europee che furono preziose per il processo di unificazione dell’Italia, la battaglia più famosa è probabilmente quella di Balaclava. La località era sede del campo britannico e fu oggetto di un attacco russo mirante a rompere l’assedio alla strategica fortezza di Sebastopoli. In quell’occasione avvennero due famosi episodi della storia militare britannica.

La sottile linea rossa

Il primo fu la resistenza della sottile linea rossa, quando la fanteria del 93° Highlanders, disposta su una lunga fila di due uomini ricevette l’ordine di fermare la carica della cavalleria russa in questi termini: "Da qui non c'è ritirata uomini. Dovete morire là dove vi trovate". La risposta fu: “Se è quello che serve lo faremo". E così fecero, in effetti. In un’epoca in cui i fucili erano lenti da caricare e ogni pallottola non poteva essere sprecata, gli scozzesi attesero immobili che il nemico arrivasse a 50 metri di distanza prima di aprire il fuoco. L’effetto fu devastante e la cavalleria russa fu costretta a ritirarsi.

La Carica dei Seicento

Il secondo episodio, la Carica dei Seicento, è passato alla storia soprattutto come esempio dell’ottusità dei comandi militari. Dopo aver respinto la cavalleria russa, alla cavalleria inglese fu ordinato di attaccare i Russi che si erano impadroniti di alcuni pezzi di artiglieria. L’ordine però venne frainteso e così, invece di dirigere l’attacco contro un’altura vicina, questo venne lanciato contro le postazioni di artiglieria in fondo ad una valle lunga due chilometri. Rendendosi conto dell’errore il comandante riuscì a fermare in tempo la cavalleria pesante. Purtroppo a quel punto la Light Brigade, la Brigata di cavalleria leggera composta da circa 660 uomini e cavalli, era ormai lanciata in quel tritacarne che da allora prese il nome di Valle della Morte.




La Carica della Light Brigade vista dalle postazioni russe.


Sulle alture di fronte e sui fianchi della cavalleria inglese erano posizionate la fanteria e l’artiglieria russa che immediatamente aprirono il fuoco sugli attaccanti. Oltretutto la distanza dell’obiettivo dell’attacco era tale da costringere la Brigata leggera a procedere al trotto per buona parte della valle per non sfiancare i cavalli. Così per molti lunghissimi minuti i cavalleggeri inglesi rimasero sotto il fuoco dei fucili e dei cannoni.



Per non disobbedire agli ordini ricevuti la Brigata, per quanto decimata e circondata da ogni parte, continuò l’attacco, scontrandosi infine con gli artiglieri russi in fondo alla valle e costringendoli alla ritirata. Fu una vittoria inutile, perché quella posizione non poteva essere in nessun modo tenuta e la Brigata dovette ripiegare. Le perdite tra bipedi e quadrupedi furono tali che alla fine della battaglia solo 195 uomini erano ancora a cavallo.

I sopravvissuti alla carica

Il coraggio dei Seicento fu reso celebre dal poeta Tennyson nel poema The Charge of the Light Brigade. e ispirò anche The trooper degli Iron Maiden .
Curiosamente un cavaliere fantasma proveniente da Balaclava compare anche in El Fantasma Del Ziu Gaetan di Davide Van De Sfroos .

L’episodio fu definito un inutile bel gesto e fu nei fatti un bagno di sangue causato dall’incompetenza dei comandanti. Esso colpisce l’immaginazione, credo, proprio perché rappresenta un sentimento comune. L’idea che, troppo spesso, tutti noi siamo in un modo o nell’altro costretti a subire decisioni dettate dalla stupidità e dall’incompetenza di chi comanda. E che la situazione possa essere salvata solo dalla capacità dei singoli di trovare il coraggio e la forza di unirsi per affrontare, costi quel che costi, nemici soverchianti.
Oggi chi comanda non indossa un’uniforme e non va a cavallo, ma i nemici contro cui ci lascia soli a combattere (siano la crisi economica, la corruzione, la malavita, e tanti altri) richiedono ancora tanto coraggio da parte nostra.

Non so dire se la carica dei Seicento post di questo blog possa sortire qualche effetto. Anch’essi sono stati lanciati allo sbaraglio senza una strategia precisa. Mi auguro, quantomeno, che possano essere considerati “un bel gesto”.

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.