sabato 31 ottobre 2009

Un incontro fatale

C’era un uomo di San Maurizio d’Opaglio che lavorava nelle cave di granito di Alzo. Le sue forti braccia picchiavano tutto il giorno sui cunei di ferro, per staccare lastre di pietra dagli immensi blocchi, strappati con le mine alla montagna.
Per andare al lavoro percorreva a piedi l’antica strada che passava tra i boschi, accanto alla cascata. Un luogo di precipizi e paludi, di quelli da attraversare rapidamente, con passo veloce e senza guardarsi troppo attorno.
Circolavano strane storie su quel posto. Si diceva che un tempo vi si radunassero le streghe, finché il Vescovo non aveva ordinato che fosse distrutta la pietra maledetta attorno a cui adoravano il demonio.
Eppure, nonostante l’esorcismo, il luogo conservava una fama sinistra. Si mormorava di strane presenze. Ombre che apparivano nella nebbia, urla disumane, strani animali che si manifestavano improvvisamente per scomparire nel bosco.
Uno in particolare aveva una terribile fama. Si sussurrava, infatti, che il luogo fosse infestato dal pericolosissimo Basilisco. Era un rettile dalla testa di gatto sormontata da una cresta rossa a corona, che lo faceva somigliare ad un gallo.
Una mano empia aveva forse deposto su un mucchio di letame un uovo di un vecchio gallo di sette anni e l’aveva fatto covare da un rospo. In una notte senza luna dall’uovo era strisciato fuori il Basilisco, il mostro che poteva ucciderti semplicemente fissandoti negli occhi…
Ma l’uomo non era tipo da ascoltare le sciocche superstizioni biascicate delle vecchie. Così, come sempre, se ne andava di buon passo verso Alzo, con gli scarponi chiodati ai piedi e un grosso bastone dalla punta di ferro in mano, fischiettando un’arrogante canzone.
Nei pressi della palude udì un fischio imprevisto e sinistro. Si voltò e vide ad un metro di distanza il Basilisco. Allora, senza perdere tempo e senza guardarlo negli occhi, alzò il bastone e lo colpì violentemente. Quindi si allontanò di corsa, troppo spaventato per voltarsi indietro.
Fu quello, forse, il suo errore. Il Basilisco non è mostro che possa essere ucciso con una bastonata, per quanto forte sia il colpo. Ferito, scivolò lentamente nella tana avvolgendosi nelle proprie spire. Nell’oscurità cominciò a covare il proprio risentimento. Perché per il Basilisco, come per tutti gli esseri della stirpe dei draghi, la vendetta è più di un dovere: è un destino.
Mentre nel suo corpo immobile la ferita rimarginava, la mente si accaniva senza tregua sull’immagine di colui che aveva osato colpirlo. Infine, esattamente un anno dopo, scivolò fuori e si mise in attesa tra le rocce.
Quella sera, come ogni sera prima di quella e nessuna in seguito, l’uomo ritornava a casa dal lavoro. Quando fu alla palude il Basilisco, con un solo dolorosissimo sguardo, gli strappò l’anima dal petto.

venerdì 30 ottobre 2009

Streghe in Onda


Domani sera a Siamo in Onda, il talk show di Puntoradio che viene trasmesso il sabato sera dalle 21 alle 24 (in replica il martedì) si scateneranno le streghe. L’intera trasmissione, nella notte di Halloween sarà dedicata infatti a queste inquietanti figure, presenti in tutte le culture del mondo.
Naturalmente il vostro Alfa non poteva sottrarsi al richiamo da esse esercitato e ha pensato di scrivere una nuova inedita Pillola di Mistero che sarà letta domani sera a Siamo in Onda.
Se volete qualche anticipazione potete visitare domani mattina la Bottega del Mistero che ho aperto sul blog di Siamo in Onda.

Voglio confessarvi una cosa: in vita mia ho incontrato realmente (almeno) una strega. Lo era per sua stessa ammissione e abbiamo discusso a lungo della sua visione sciamanica del mondo. Era sui cinquanta, credo, ormai sfiorita sebbene non avesse completamente perso la sua originaria esotica bellezza. La definirei una strega buona, una di quelle donne che aiutano, o quanto meno tentano di farlo, gli esseri umani a curarsi in situazioni dove il sistema sanitario è latitante o assente.
Ne ho incontrata un’altra però, una che parlava poco e mi guardava in modo sospettoso, una che non ha mai detto di essere una strega, ma di cui conservo un ricordo angoscioso. Era bionda, aveva occhi di ghiaccio e potrei definirla decisamente bella. Tuttavia quello che vidi nel giardino della casa dove si trovava mi mise addosso un’inquietudine tale da farmi desiderare di allontanarmi da quel luogo in tutta fretta.

Ora, dandovi appuntamento a domani sera per la Pillola di Mistero, vi lascio con il quesito posto dallo staff di Siamo in Onda. Le vostre risposte saranno lette in diretta domani sera alla radio.

Chi, o cosa, vi ha stregato?

mercoledì 28 ottobre 2009

Un azzeccagarbugli di paese

L’avvocato Volpicini è uno degli amici che Alfa incontra all’ora dell’aperitivo. Questo curioso personaggio è un vero azzeccagarbugli di paese, nel senso che di mestiere fa realmente l’avvocato, anche se il suo vero nome è, chiaramente, un altro. Alfa lo chiama in questo modo per quella sua faccia da piccola volpe col naso all’insù, sotto i suoi occhialetti tondi, come se annusasse continuamente l’aria.
Occorre dire che il Volpicini non è di quegli avvocati che difendono solo clienti ricchi. Alfa ha raccontato così la questione: “Agli inizi della carriera veniva pagato addirittura in natura. No, non sto parlando di favori sessuali. In pollastri, veniva pagato. Polli veri, vivi e vegeti, per essere più chiari. Un po’ come l’Azzeccagarbugli e i capponi di Renzo Tramaglino, per intenderci. Un compenso che ti crea pure il problema di dover ammazzare il pennuto, cosa tutt’altro che facile se non sei del mestiere e hai il cuore sensibile. Oggi di polli non ne riceve più, almeno credo, ma ho l’impressione che il suo onorario continui ad essere, diciamo così, popolare.”
Uno dei suoi clienti, suo malgrado, più affezionati, è il Gino, un piccolo ribaldo di paese dall’indole che definire criminale sarebbe poco. Un delinquente con una sola attenuante: essere il ladro più sfortunato della terra. Naturalmente Volpicini si diverte un mondo a raccontare le disavventure del Gino.

L’altra grande passione di Volpicini è la bottiglia. Spesso la sua serata comincia al bar. Al primo giro di aperitivi ne seguono almeno altri tre o quattro, giusto per ingannare l’attesa. Del resto Volpicini è un atleta della bevuta, un vero campione olimpico, fin dai tempi in cui s’intrufolava ai matrimoni simulando di essere un amico degli sposi. È capace di ingurgitare quantità incredibili di alcool, capaci di stendere chiunque.
Per fortuna Volpicini non guida, così quando partecipa alle cene dei coscritti non corre il rischio di far saltare l’etilometro all’uscita del ristorante. Perché sedutisi a tavola, il rosso scorre a fiumi, seguito dallo spumante, poi dalla grappa corretta al caffè, per arrivare infine all’ammazzacaffè. Di solito i suoi vicini di tavolo a quel punto si sono già tolti la camicia e ballano sui tavoli, mentre lui, imperterrito raccoglie meticolosamente le bottiglie che trova sul tavolo, dando casa ai poveri orfanelli che vi trova all’interno. Spesso per lui, e i pochi che riescono a stargli dietro, la nottata prosegue in un bar per sciacquarsi la gola con un goccetto prima di tornare a casa…

martedì 27 ottobre 2009

Amici miei

Da Amici miei (1975) di Mario Monicelli.


Poiché Alfa continua ad essere impegnato in mille attività e altri impegni personali, imprevisti, già si affacciano all’orizzonte, ritengo utile prendere in mano la situazione e approfittarne per fornirvi un quadro aggiornato di quanto si sa di ciascuno degli amici di Alfa. Chi sono? È presto detto: sono i personaggi che popolano il blog il Lago dei Misteri, comparendo in diverse storie come testimoni o protagonisti.
Occorre dire che, come nella vita reale, i rapporti che legano Alfa ai diversi personaggi è estremamente variabile. In alcuni casi esiste un’amicizia vera, come con il Filosofo, in altri il rapporto è decisamente conflittuale, come quello con il Maestro. Altri ancora, infine, non hanno nemmeno mai incontrato Alfa, perché vivono solo attraverso i racconti di altri amici, come nel caso del Gino o, addirittura, le pagine di un diario, come nel caso di Camilla. Alcuni, inoltre, sono personaggi totalmente inventati, mentre altri adombrano persone reali.

In parte lo stesso Alfa ne ha già parlato in questo post, tuttavia le notizie su di loro non sono facili da reperire, essendo disseminate in numerosi post, risposte ai commenti e appunti vari sparsi tra Facebook e la Blogosfera. Alcuni poi sono comparsi molto tempo fa su questo blog e, come accade a tutto ciò che popola il Lago dei Misteri, sono lentamente sprofondati sommersi dai nuovi post, così che solo un lettore particolarmente determinato è in grado di rintracciarli, magari utilizzando la bussola qui a fianco o le etichette che aiutano ad individuare i temi. In ogni caso non tutto su di loro è stato ancora detto. Coglierò questa occasione per rivelarvi qualche piccolo segreto su di loro.
Preparatevi dunque a seguire questo viaggio a puntate alla scoperta degli amici di Alfa.

Lago dei Misteri

domenica 25 ottobre 2009

Lavori in corso

Da Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin

Per facilitare l’orientamento dei lettori che si sono aggiunti negli ultimi tempi, riassumo in questo post le collaborazioni creative sviluppate da “Alfa dei Misteri”.

Il Lago dei Misteri è un blog di racconti, leggende, storie raccontate dagli ubriachi nelle osterie e di cialtronesche invenzioni che ruotano attorno al lago d'Orta. Talora vi potete trovare anche notizie e racconti storici, ma se cercate la Verità, qualunque sia quella che v’illudete di trovare, avete sbagliato indirizzo.

Immagini del Lago d’Orta. L’autore non è un fotografo né aspira ad esserlo, ma si diverte a raccontare in immagini un suo diario fotografico sentimentale che ha per oggetto il Cusio e i suoi vicini.

Siamo in Onda è il talk show radiofonico di Puntoradio. Va in onda, in diretta, tutti i sabati sera (dalle 21 alle 24) ed in replica il martedì sera. Ogni puntata ha un tema portante, attorno a cui ruotano gli interventi di numerosi ospiti: cantanti, attori, scrittori, ecc. Come per le passate edizioni, durante la stagione 2009/10 verranno lette alcune Pillole di Mistero scritte da Alfa. La trasmissione è ascoltabile anche in streaming su
www.Puntoradio.net

Le Pillole di Mistero sono pubblicate, oltre che su il Lago dei Misteri anche sul blog di Siamo in Onda sotto le etichette “misteri” e “leggende”.

Il Lago dei Misteri su You Tube è un canale che ospita le Pillole di Mistero video, realizzate utilizzando l’audio delle storie lette a Siamo in Onda.

La Bottega del Mistero è un piccolo spazio gestito da Alfa sul blog di Siamo in Onda. La rubrica La Bottega del mistero è pubblicata il sabato mattina e ruota attorno ai temi della puntata, trattati sotto il profilo più “misterioso”.

I Misteri a quattro mani sono una collaborazione creativa con Vele di "Colorare la vita". Le storie ruotano attorno alla figura della “Villeggiante”, una giovane indagatrice di misteri.

Alfa si aggira anche su Facebook anche attraverso un gruppo ed una pagina pubblica dedicati al Lago dei Misteri.

Parole al vento è il libro che contiene il meglio di Siamo in Onda. L'antologia di racconti è curata da Fulvio Julita, Fabio Giusti e Tineke Everaarts ed il ricavato è devoluto a favore di AGBD Arona - Associazione Genitori Bambini Down. Nel libro sono presenti alcune delle Pillole di Mistero lette durante la trasmissione.


Finito? Non proprio. Esistono altri progetti "top secret" che vengono sviluppati in un laboratorio sotterraneo sulla “Seconda Isola”. Progetti di cui non vi parlerò, almeno per il momento.
Ora, o meglio la prossima volta, vi parlerò invece degli amici di Alfa...

Lago dei Misteri.

sabato 24 ottobre 2009

Parole in Onda


L'Associazione culturale "I Menestrelli di Jorvik" organizza, con il patrocinio del Comune di Briga Novarese un laboratorio di Scrittura Creativa. Otto incontri per chi ha un libro in un cassetto o intende scriverlo.
L'appuntamento è per il giorno ii novembre 2009 alle ore 21 presso la Sala Consiliare del Comune di Briga Novarese per la presentazione del Laboratorio.

venerdì 23 ottobre 2009

Chocolat


Domani sera Siamo in Onda affronterà un tema particolarmente allettante. Qualcosa capace di far perdere la testa a uomini e, forse soprattutto, donne: il cioccolato.

Se volete approfondire l’argomento, potete gustare un antipasto domani mattina, entrando nella Bottega del Mistero, sul blog di Siamo in Onda.


Il piatto forte sarà però servito, naturalmente, sabato sera a Siamo in Onda, su Puntoradio.

Se volete (i commenti saranno letti in diretta) potete rispondere anche a questo quesito:

Come riuscite a non avere sensi di colpa dopo aver divorato una tavoletta di cioccolato?

mercoledì 21 ottobre 2009

La vera storia del Duca decollato - Parte 2



Prima parte

Nelle fiabe dopo il matrimonio inizia il “e vissero felici e contenti”. Nella vita reale le cose, in genere, vanno diversamente.
Dopo aver sposato Teodolinda ed essere diventato Re, Agilulfo si trovò a dover affrontare parecchi problemi. Il primo e più serio era la fedeltà dei Duchi. Molti di essi, infatti, non erano affatto contenti della scelta della Regina Teodolinda e, più o meno apertamente, gli si opponevano. Due in particolare erano i Duchi ribelli: Gaydulf di Bergamo e Meynulf, duca dell'isola di San Giulio. Il primo si era insediato nell’Isola Comacina, impadronendosi del tesoro ivi accumulato dall’Impero, con cui il Duca stesso aveva stretto accordi segreti.
Agilulfo lo sconfisse e lo perdonò, ma il duca si ribellò di nuovo. Ancora una volta il re lo sconfisse e lo perdonò, ma quando il Duca si ribellò la terza volta, l’ira del re fu così grande e il suo cuore si riempì di tale sdegno che la testa del Duca rotolò nella polvere.
Meynulf si era invece insediato sull’Isola di San Giulio, un piccolo scoglio nel lago d’Orta, nella diocesi di Novara, che il Vescovo aveva fortificato un secolo prima per farne il rifugio ideale in caso di pericolo. Più astuto di Gaydulf, non si era apertamente ribellato al Re, ma correva voce che nel suo sicuro rifugio, circondato dalle acque del lago, tramasse insidie contro il Re e la Regina.
Allora si fece avanti un consigliere, uno di quegli uomini che ci sono sempre in queste storie, anche se il loro nome non appare mai sui libri. Chiese la parola e, appena l’ebbe ricevuta, iniziò a parlare.
Meynulf occupava un ducato chiave per la sicurezza del regno, poiché giungeva ai piedi delle Alpi attraverso le quali i Franchi erano già discesi in Italia. Proprio Meynulf avrebbe dovuto fermare l’invasione avvenuta ai tempi del re Autari. Inspiegabilmente, invece, i Franchi erano transitati senza che nessuno tentasse di contrastarli.
Allora si era parlato di codardia e il Duca si era giustificato con l’impossibilità di sbarrare il passo alle soverchianti forze d’Oltralpe con i pochi uomini a sua disposizione. Mentre il consigliere parlava, nella mente di tutti apparve invece chiaro che il mancato intervento di Meynulf doveva essere, necessariamente, doloso. Aveva spalancato le porte della Longobardia al nemico sperando di essere ricompensato dal Re franco Childelberto. Non aveva importanza se il prezzo fossero terre o oro. Quel comportamento aveva un solo nome: fellonia! E, ad aggravare la situazione, il pericolo era tuttora grande, perché il regno non poteva dirsi al sicuro finché il custode delle porte delle Alpi fosse stato pronto a spalancarle al nemico.
Quelle parole convinsero il Re che fosse necessario agire immediatamente. Un drappello di guardie scortò il boia reale sino al lago di San Giulio e da qui all’isola. Il Duca ascoltò in silenzio i messi leggere l’atto di accusa per alto tradimento e la sentenza, che non poteva essere che una: la morte. Si guardò attorno e lesse lo sgomento sul volto dei suoi, consapevoli che un atto di aperta ribellione avrebbe scatenato una guerra che non avrebbero mai potuto vincere. Meynulf si alzò e dicendo, forse, “muoia uno solo per la salvezza di molti” offrì il collo al carnefice.

Undici secoli dopo, durante gli scavi nella basilica del Santo Giulio, venne rinvenuto un sarcofago, con la scritta “Meynulf” e i resti di uno scheletro senza testa. Per ironia della storia, il sarcofago del Duca traditore, venne trasformato in una cassetta per l’elemosina all’ingresso laterale della chiesa, dove si trova tuttora.

martedì 20 ottobre 2009

La vera storia del Duca decollato - Parte 1


Correva l’Anno del Signore cinquecentonovanta e il Duca di Torino Agilulfo, appartenente al potente clan degli Anawas, cavalcava verso il palazzo reale, mentre le foglie cominciavano a cadere dagli alberi.
Il Re Autari era morto. Morto in circostanza poco chiare, probabilmente avvelenato in una congiura di palazzo. Del resto anche il padre di Autari, Clefi, aveva conosciuto lo stesso destino. Sedici anni prima era stato sgozzato da una guardia del corpo assieme alla moglie Masane. Non si era mai capito esattamente chi fosse il mandante dell’attentato. Alcuni sospettavano l’Esarca di Ravenna, ma i principali indiziati erano in realtà gli stessi Duchi longobardi, che mal sopportavano il dominio di uno solo tra loro. In effetti alla morte del Re era seguito un decennio durante il quale nessuno aveva indossato la Corona Ferrea e i Duchi avevano governato ciascuno per conto proprio.

Il regno però era debole e diviso e i Greci da sud ed i Franchi da nord stavano organizzando la controffensiva per cacciare gli Uomini dalle lunghe barbe dall’Italia. Così i Duchi si erano riuniti e avevano deciso di porre sul trono come Re Autari, figlio di Clefi.
Allora, finalmente, l’Italia era parsa rifiorire e un cronista dell’epoca poteva scrivere: “C'era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c'erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c'erano furti, non c'erano rapine; ognuno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore.”
Ora però Autari era morto e il timore di una nuova anarchia si andavano diffondendo. Pochi mesi prima, a fatica re Autari aveva respinto una poderosa invasione dei Franchi, che avevano valicato le Alpi ed erano dilagati verso il Veneto. Per fortuna un’esondazione dell’Adige aveva quasi distrutto l’esercito invasore. Le malattie, il caldo avevano fatto il resto, così che Autari aveva potuto sconfiggere ad Asti una colonna di Franchi, costringendo alla pace il Re Childelberto. Ma ora che il Re era morto chi avrebbe difeso il Regno? E se un Re doveva sedere sul trono, chi mai avrebbe potuto essere?
Autari non aveva avuto figli, benché la Regina Teodolinda fosse incinta di alcuni mesi. Il regno però necessitava di un Re capace di tenere a bada i Duchi e condurre l’esercito in battaglia, non di un neonato dal sesso incerto! Così i Duchi avevano deciso: per evitare ogni disputa sarebbe stata la saggia Regina a decidere chi sarebbe stato Re.
Il Duca Agilulfo entrò nel Palazzo come gli altri Duchi e andò ad omaggiare la Regina, baciandole la mano.
Teodolinda lo guardò, sorrise e gli chiese: “Perché mi baci la mano, quando hai il diritto di baciarmi sulla bocca?”
Così, con quelle semplici parole, Agilulfo divenne Re e sposò Teodolinda poche settimane dopo.

Seconda parte

lunedì 19 ottobre 2009

Vuoi giocare?


Conosci una leggenda o un mito?

Hai mai visitato o vorresti visitare un luogo misterioso
(“misterioso” non necessariamente perché vi siano fantasmi o alieni: il mistero può essere anche quella particolare atmosfera che aleggia tra l’aria ed il profumo dell’erba)?
Hai vissuto o sentito raccontare qualche vicenda misteriosa?

Ti appassionano le creature del mistero?

Se hai risposto si ad almeno una di queste domande e hai un blog potresti partecipare al concorso racconta il tuo mistero! Per le info vedi qui!


Affrettati, però, c’è tempo sino al 31 ottobre!

venerdì 16 ottobre 2009

Cani e gatti a Siamo in Onda


Domani sera nel talk show radiofonico Siamo in Onda, su Puntoradio, si parlerà di "cani e gatti". L'argomento è stuzzicante, anche per un indagatore di misteri come il sottoscritto.
Basti pensare che il gatto è il famiglio ideale delle streghe
e che il cane è parente prossimo del lupo, altro animale spesso presente nelle fiabe e nelle leggende.
Così domani anche la Bottega del mistero sul blog di Siamo In Onda si occuperà di cani e gatti con una storia inedita, che vi invito a leggere.

Segnalo, in chiusura, che il sito www.puntoradio.net, su cui è possibile ascoltare in streaming la trasmissione, è stato completamente rinnovato.

mercoledì 14 ottobre 2009

Il mistero svelato del roditore dalle lunghe orecchie



















Grazie ad Anna B. il mistero del Ronfo è stato svelato. L'illustratrice varesina ci ha svelato, tra l'altro che il Ronfo fu galeotto nella sua storia d'amore. Considerata la propensione dei ronfi a mettersi nei guai e ad uscirne sempre indenni per un'incredibile serie di circostanze fortuite, credo che questo sia un ottimo auspicio. per lei ed il suo ragazzo. Almeno lo spero...

Le notizie sui ronfi, se volete approfondire l'argomento, si trovano su alcuni siti che ho recentemente scoperto in rete.

Innanzitutto il sito di Adriano Carnevali http://www.adrianocarnevali.it dove potete trovare anche le storie dei ronfi scritte e disegnate da questo bravissimo artista amatissimo da una generazione di ragazzi (di allora, ehm).

Ai ronfi è dedicato anche il sito http://ronfi.diconet.org dove potete trovare addirittura una Encicloronfopedia.

Infine, la descrizione del ronfo fatta dallo stesso Carnevali è tratta da questo altro sito.

Non mi resta che salutarvi, con un appello: se qualcuno ha notizie di Ercolino Pestamusi mi soccorra! Tra Malikà e Favoloso ora non ho più pace!

lunedì 12 ottobre 2009

Un nuovo mistero per Malikà








Malikà è tornata all'attacco con un nuovo enigma che, dopo quello su Ercolino Pestamusi, mi sembra decisamente più semplice.
Ricordo benissimo questo tenero personaggio e i suoi altrettanto morbidi amici.
E voi?

giovedì 8 ottobre 2009

Alle volte (per fortuna) ritornano…

Dopo alcuni giorni di forzata lontananza riesco a tornare al Lago dei Misteri. Vorrei innanzitutto ringraziare tutti i lettori che mi hanno lasciato dei commenti, scritto e finanche telefonato.

Grazie a tutti davvero!

Voglio inoltre rassicurarvi. Sto bene e inizio a vedere la luce in fondo al tunnel. Confidando nel fatto che non sia quella di un treno in arrivo, dovrei trovare nuovamente il tempo, nel giro di qualche giorno, per dedicarmi al blog. Nell’attesa vi parlerò di uno dei progetti cui sto lavorando nel mio laboratorio segreto, nel cuore roccioso della Seconda Isola.
Dopo mesi d’attesa sta finalmente per tornare Siamo in Onda , il pirotecnico talk show di Puntoradio. Le trasmissioni in diretta riprenderanno sabato 10 Ottobre, dalle 21,00 alle 24,00 (in replica il martedì successivo).
L’edizione 2009 – 2010 porta delle novità. La redazione ha deciso di distribuire i racconti dei diversi autori in maniera più uniforme. Pertanto abbiamo concordato un calendario di uscite con dei veri e propri turni. Le “Pillole di Mistero” radiofoniche seguiranno questa logica e diverranno pertanto più rade rispetto alle edizioni passate.
In compenso, e qui sta la sorpresa, il Lago dei Misteri aprirà una propria “filiale” sul blog di Siamo in Onda.
Si tratta di una vera e propria “Bottega del Mistero” gestita dal vostro Alfa che aprirà i battenti sabato 10 ottobre. In queste ore sto finendo di tinteggiare le pareti e di arredare il locale secondo le indicazioni fornite da Malikà, arredatrice d’interni professionista.
Per visitarla non avrete che da seguire questo link

giovedì 1 ottobre 2009

Pausa di riflessione


Ci sono momenti nella vita in cui il vento soffia così forte da rendere necessario cercare un riparo sicuro dove attendere che la tempesta si plachi.
Uno di questi è giunto, mio malgrado.
Ci sono situazioni che devono essere affrontate e nodi che stanno venendo al pettine. Questioni queste che richiedono un impegno pressoché totale da parte mia.
Per questi motivi sono costretto a sospendere le pubblicazioni sul blog. Solo per il tempo necessario a gettare fuori l’acqua e riparare l’imbarcazione. Almeno lo spero…
I vostri commenti continueranno ad essere moderati, ma difficilmente riuscirò a rispondere puntualmente. Ve ne domando scusa in anticipo.

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.