Passeggiando per le strade minori di quelli che un tempo erano chiamati “Castelli Cusiani” m’imbattei in un diario. Se ne stava quasi rannicchiato, se mai un diario può assumere questa posizione, sul bordo della strada, come un cane abbandonato allo scoppiare dell’estate da un padrone con niente cuore e ancora meno cervello.
Il diario naturalmente non risaliva al tempo dei Castelli Cusiani, perché questo comune scomparve poco dopo la Seconda Guerra Mondiale. No, era un diario più recente, anzi, decisamente giovane. Non potei sottrarmi all’impulso di raccoglierlo.
“Per scoprire di chi è e restituirglielo” dissi a me stesso.
Altre volte l’avevo fatto, del resto. Con un libro o un’agenda, ad esempio. In questo caso, però non vi era alcuna indicazione sull’autrice del diario. Che fosse una donna, anzi, una giovanissima donna, lo si capiva chiaramente dai colori usati e dai cuoricini che svolazzavano di pagina in pagina, accompagnati da tanti “T.V.B.” e persino da qualche “T.A.T.”
Un unico nome compariva, ripetutamente, al punto da farmi pensare che fosse quello della proprietaria: Camilla. Pensai di consegnarlo ai Carabinieri perché lo custodissero in attesa che la proprietaria lo reclamasse, ma era venerdì sera ed ero in procinto di partire per un week end in montagna, così, quasi senza accorgermene, lo infilai nella borsa e mi scordai completamente della sua esistenza.
Quella fine settimana, tuttavia, fu piovosa, e costretto all’immobilità dentro quattro pareti di una piccola stanza, senza televisione, computer e libri, stanco infine del sudoku, mi ritrovai di nuovo in mano il diario. Cominciai distrattamente a sfogliarlo, per vedere se mi fosse riuscito di trovare un numero di telefono di qualche amico di Camilla, da chiamare per segnalare il ritrovamento..
Confesso che la lettura non si rivelò, almeno all’inizio, particolarmente interessante.
Il diario raccontava di una ragazza come tante, con tanta buona volontà di diventare grande e poche idee confuse su come riuscirci. Di dissidi coi genitori, incapaci di comprenderla. Di pensieri astratti e di infatuazioni per questo o quel ragazzo di un’amica improvvisamente divenuta avversaria detestabile ed orribile a vedersi o sopportarsi. Pensieri cui facevano seguito pagine piene di sensi di colpa e pentimenti scritti tra le lacrime. Per farla breve, una lettura noiosa sempre sul punto di diventare morbosa.
Anche se, devo dire, su un punto non potevo che essere d’accordo con Camilla. Davvero qualcosa accade nella testa dei ragazzi e delle ragazze quando diventano padri e madri. Improvvisamente dimenticano di quanto confusi, tristi e soli si sentissero da adolescenti; di come avessero i cuori dipinti in bianco e nero, prima che l’esperienza non svelasse loro le mille dolorose tonalità del grigio; di quanto sia impresa grande, e talora disperata, crescere senza farsi troppo male.
Stavo per interrompere la lettura quando giunsi ad un punto che cambiò tutto.
Il diario di Camilla.
Parte 1: il diario.
Parte 2: la casa dalle 99 stanze e dalle 101 finestre.
Parte 3: il Ragno.
Il diario naturalmente non risaliva al tempo dei Castelli Cusiani, perché questo comune scomparve poco dopo la Seconda Guerra Mondiale. No, era un diario più recente, anzi, decisamente giovane. Non potei sottrarmi all’impulso di raccoglierlo.
“Per scoprire di chi è e restituirglielo” dissi a me stesso.
Altre volte l’avevo fatto, del resto. Con un libro o un’agenda, ad esempio. In questo caso, però non vi era alcuna indicazione sull’autrice del diario. Che fosse una donna, anzi, una giovanissima donna, lo si capiva chiaramente dai colori usati e dai cuoricini che svolazzavano di pagina in pagina, accompagnati da tanti “T.V.B.” e persino da qualche “T.A.T.”
Un unico nome compariva, ripetutamente, al punto da farmi pensare che fosse quello della proprietaria: Camilla. Pensai di consegnarlo ai Carabinieri perché lo custodissero in attesa che la proprietaria lo reclamasse, ma era venerdì sera ed ero in procinto di partire per un week end in montagna, così, quasi senza accorgermene, lo infilai nella borsa e mi scordai completamente della sua esistenza.
Quella fine settimana, tuttavia, fu piovosa, e costretto all’immobilità dentro quattro pareti di una piccola stanza, senza televisione, computer e libri, stanco infine del sudoku, mi ritrovai di nuovo in mano il diario. Cominciai distrattamente a sfogliarlo, per vedere se mi fosse riuscito di trovare un numero di telefono di qualche amico di Camilla, da chiamare per segnalare il ritrovamento..
Confesso che la lettura non si rivelò, almeno all’inizio, particolarmente interessante.
Il diario raccontava di una ragazza come tante, con tanta buona volontà di diventare grande e poche idee confuse su come riuscirci. Di dissidi coi genitori, incapaci di comprenderla. Di pensieri astratti e di infatuazioni per questo o quel ragazzo di un’amica improvvisamente divenuta avversaria detestabile ed orribile a vedersi o sopportarsi. Pensieri cui facevano seguito pagine piene di sensi di colpa e pentimenti scritti tra le lacrime. Per farla breve, una lettura noiosa sempre sul punto di diventare morbosa.
Anche se, devo dire, su un punto non potevo che essere d’accordo con Camilla. Davvero qualcosa accade nella testa dei ragazzi e delle ragazze quando diventano padri e madri. Improvvisamente dimenticano di quanto confusi, tristi e soli si sentissero da adolescenti; di come avessero i cuori dipinti in bianco e nero, prima che l’esperienza non svelasse loro le mille dolorose tonalità del grigio; di quanto sia impresa grande, e talora disperata, crescere senza farsi troppo male.
Stavo per interrompere la lettura quando giunsi ad un punto che cambiò tutto.
Il diario di Camilla.
Parte 1: il diario.
Parte 2: la casa dalle 99 stanze e dalle 101 finestre.
Parte 3: il Ragno.
Un saluto ed un buon inizio settimana.
RispondiEliminaA questo punto sono curiosissimo di leggere il seguito...
RispondiEliminaCerto che sai tenere vivo l'interesse....
Ricambio la visita. Sono molto interessanti ituoi blog lagheschi. Con calma li leggerò/guarderò. miao
RispondiEliminaWow, interessante! Non vedo l'ora di scoprire il punto di svolta!
RispondiEliminaComunque hai ragione sugli adolescenti... io non sono ancora madre e mi ricordo bene di quei tempi; spesso mi accorgo che i parenti che hanno figli adolescenti liquidano i comportamenti dei ragazzini come "stupidi" o "ingrati" o "senza senso"... ma è perchè non si ricordano più com'erano loro a quell'età!
un incipit interessante
RispondiEliminache punto?
RispondiEliminaAh, son curiosa d sapere.... :P
prima vado ad aggiornare il mio diario però :P
Sono contento che Camilla vi piaccia.
RispondiEliminaDomani e dopodomani potrete leggere il seguito della sua storia...
devo tornare a leggere con calma....
RispondiElimina^_________^
a dopo
kla curiosità è salita alle stelle...
RispondiEliminache bel racconto!
scritto benissimo ...
sono fortunata perché essendo in ritardo, ho già pronto il seguito da leggere ...