Una lunga gelida estate
1 - Il vulcano
La più grande eruzione della storia
Una nube piroclastica può muoversi tra i 50 e i 300 chilometri l'ora con una temperatura che oscilla tra i 500 a 1200 °C. Nessuno sa con esattezza come fosse quella che si abbatté sugli sventurati abitanti di Sumbawa. Recenti ricerche archeologiche in questa Pompei dell’Asia hanno portato alla luce i resti di alcune capanne con oggetti di bronzo, ceramica e gli scheletri carbonizzati di un uomo e di una donna. Sono i primi rinvenuti dei 10.000 morti provocati dall'eruzione.
L’eruzione del vulcano Tambora sull’isola di Sumbawa, dopo 5000 anni di inattività, fu la più imponente mai registrata in epoca storica. Superiore a quella di Thera, sull’isola di Santorini nel Mar Egeo, che circa un millennio e mezzo prima di Cristo provocò il crollo della grande civiltà di Creta. Più devastante, per le conseguenze dirette ad indirette, dell’esplosione del Krakatoa del 1883, la cui potenza (equivalente a 200 megatoni, 16 volte la bomba atomica sganciata dagli americani su Hiroshima) produsse il rumore più forte mai registrato sulla terra, udito fino a 5000 km di distanza.
Ciò che contraddistinse l’eruzione del Tambora fu l’enorme quantità di polveri proiettate nell’atmosfera. Polveri che salirono per 40 km fino agli strati più alti, unendosi a quelle di altri vulcani. Gli inizi dell’Ottocento furono caratterizzati infatti da un’impressionante serie di eruzioni vulcaniche a carattere esplosivo, abbinata ad altre di minore intensità: nel 1812 il Soufrière nei Carabi, l'Awu in Indonesia e persino, seppure con intensità minore, il Vesuvio e l’Etna in Italia; nel 1814 il Mayon nelle Filippine. Queste eruzioni sollevarono nell’aria un’immensa quantità di materia. Gli effetti di queste particelle sospese all’epoca non erano conosciuti. Oggi sappiamo che le emissioni dei vulcani sono in grado di riflettere la luce del sole, senza impedire al calore della Terra di disperdersi nello spazio. In termini pratici tutto questo provoca un rapido e consistente raffreddamento della Terra.
Per questo motivo ciò che un osservatore superficiale avrebbe potuto considerare una catastrofe locale si tramutò in un disastro globale con effetti imprevedibili in tutto il mondo.
2 - L’imperatore. La vecchia guardia muore.
1 - Il vulcano
La più grande eruzione della storia
Una nube piroclastica può muoversi tra i 50 e i 300 chilometri l'ora con una temperatura che oscilla tra i 500 a 1200 °C. Nessuno sa con esattezza come fosse quella che si abbatté sugli sventurati abitanti di Sumbawa. Recenti ricerche archeologiche in questa Pompei dell’Asia hanno portato alla luce i resti di alcune capanne con oggetti di bronzo, ceramica e gli scheletri carbonizzati di un uomo e di una donna. Sono i primi rinvenuti dei 10.000 morti provocati dall'eruzione.
L’eruzione del vulcano Tambora sull’isola di Sumbawa, dopo 5000 anni di inattività, fu la più imponente mai registrata in epoca storica. Superiore a quella di Thera, sull’isola di Santorini nel Mar Egeo, che circa un millennio e mezzo prima di Cristo provocò il crollo della grande civiltà di Creta. Più devastante, per le conseguenze dirette ad indirette, dell’esplosione del Krakatoa del 1883, la cui potenza (equivalente a 200 megatoni, 16 volte la bomba atomica sganciata dagli americani su Hiroshima) produsse il rumore più forte mai registrato sulla terra, udito fino a 5000 km di distanza.
Ciò che contraddistinse l’eruzione del Tambora fu l’enorme quantità di polveri proiettate nell’atmosfera. Polveri che salirono per 40 km fino agli strati più alti, unendosi a quelle di altri vulcani. Gli inizi dell’Ottocento furono caratterizzati infatti da un’impressionante serie di eruzioni vulcaniche a carattere esplosivo, abbinata ad altre di minore intensità: nel 1812 il Soufrière nei Carabi, l'Awu in Indonesia e persino, seppure con intensità minore, il Vesuvio e l’Etna in Italia; nel 1814 il Mayon nelle Filippine. Queste eruzioni sollevarono nell’aria un’immensa quantità di materia. Gli effetti di queste particelle sospese all’epoca non erano conosciuti. Oggi sappiamo che le emissioni dei vulcani sono in grado di riflettere la luce del sole, senza impedire al calore della Terra di disperdersi nello spazio. In termini pratici tutto questo provoca un rapido e consistente raffreddamento della Terra.
Per questo motivo ciò che un osservatore superficiale avrebbe potuto considerare una catastrofe locale si tramutò in un disastro globale con effetti imprevedibili in tutto il mondo.
2 - L’imperatore. La vecchia guardia muore.
Aaah, ecco perchè una gelida estate...
RispondiEliminami leggerò il seguito al ritorno, perchè FINALMENTE domani parto! ^___^
BBBBBrrrrrrr brividi estivi! Interessantissimo. Miao
RispondiEliminaInterresante! Non sapevo di quest'effetto delle emissioni dei vulcani!
RispondiEliminaecco capito il nesso fra eruzione e gelida estate ....
RispondiEliminaper stasera basta leggere...
a domani