Con la fine d’ottobre l’anno celtico terminava per ricominciare con la festa di Samonios. Le due feste principali del calendario celtico dividevano l’anno in due metà uguali e cadevano il 1 novembre e il 1 maggio. Rispettivamente erano Samonios (metà scura) e Beltane (metà chiara).
Agli inizi di agosto, quando il Sole era a metà strada del suo apparente percorso tra il Solstizio d’estate e l’Equinozio d’autunno, le popolazioni celtiche d’Europa celebravano l’ultima grande festa dell’anno. Era la festa più popolare e gioiosa, dedicata al dio Lugos (detto anche Lug o Lugh, dai celti delle isole) anche nel nome: Lughnasa (“Raduno di Lugos”).
Lugos era la principale divinità celtica. Lo sappiamo dalle centinaia di iscrizioni votive e monumenti figurati e dal numero di città che ne celebravano il nome, come Lug-dunum (“fortezza di Lug”, oggi Lione). Lo sappiamo dalla testimonianza di Giulio Cesare, che riferisce:
“Il dio che [i Galli] onorano di più è Mercurio, le cui statue sono le più numerose, che considerano l'inventore di tutte le arti, che è il dio che conduce sulle vie e in viaggio; che reputano il più abile ad assicurare i guadagni ed a proteggere il commercio."
Cesare, La guerra gallica [VI: 17]
Cesare, secondo una prassi tipica del mondo romano, identificava come “Mercurio” la divinità indigena chiamata "Lug" (il "luminoso") che aveva caratteristiche simili, seppure non identiche, a quelle del dio greco romano. A differenza del Mercurio Romano, Lug era però il capo delle divinità celtiche.
Lughnasa era una festa pacifica, celebrata con giochi, corse, gare di poesia, eloquenza e musica. Era anche la festa del re in carica, della mietitura, dei frutti. In quei giorni si concludevano trattative e contratti matrimoniali. Gli sposi saltavano nel fuoco di Lug e grandi banchetti si celebravano all’aperto, sulla cima delle colline.
Buona parte di queste tradizioni sono andate perdute. In particolar modo la concorrenza della festa latina delle feriae Augusti (“riposo di Augusto”, alla base della festa di “Ferragosto”) istituita dall'imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C., portò a spostare molti festeggiamenti dall’inizio alla metà del mese.
Qualche traccia forse è rimasta. Lo farebbe pensare ad esempio l’usanza di salire agli inizi d’agosto al Sacro Monte d’Orta, festeggiando in compagnia e allegria con pranzi all’aperto.
Agli inizi di agosto, quando il Sole era a metà strada del suo apparente percorso tra il Solstizio d’estate e l’Equinozio d’autunno, le popolazioni celtiche d’Europa celebravano l’ultima grande festa dell’anno. Era la festa più popolare e gioiosa, dedicata al dio Lugos (detto anche Lug o Lugh, dai celti delle isole) anche nel nome: Lughnasa (“Raduno di Lugos”).
Lugos era la principale divinità celtica. Lo sappiamo dalle centinaia di iscrizioni votive e monumenti figurati e dal numero di città che ne celebravano il nome, come Lug-dunum (“fortezza di Lug”, oggi Lione). Lo sappiamo dalla testimonianza di Giulio Cesare, che riferisce:
“Il dio che [i Galli] onorano di più è Mercurio, le cui statue sono le più numerose, che considerano l'inventore di tutte le arti, che è il dio che conduce sulle vie e in viaggio; che reputano il più abile ad assicurare i guadagni ed a proteggere il commercio."
Cesare, La guerra gallica [VI: 17]
Cesare, secondo una prassi tipica del mondo romano, identificava come “Mercurio” la divinità indigena chiamata "Lug" (il "luminoso") che aveva caratteristiche simili, seppure non identiche, a quelle del dio greco romano. A differenza del Mercurio Romano, Lug era però il capo delle divinità celtiche.
Lughnasa era una festa pacifica, celebrata con giochi, corse, gare di poesia, eloquenza e musica. Era anche la festa del re in carica, della mietitura, dei frutti. In quei giorni si concludevano trattative e contratti matrimoniali. Gli sposi saltavano nel fuoco di Lug e grandi banchetti si celebravano all’aperto, sulla cima delle colline.
Buona parte di queste tradizioni sono andate perdute. In particolar modo la concorrenza della festa latina delle feriae Augusti (“riposo di Augusto”, alla base della festa di “Ferragosto”) istituita dall'imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C., portò a spostare molti festeggiamenti dall’inizio alla metà del mese.
Qualche traccia forse è rimasta. Lo farebbe pensare ad esempio l’usanza di salire agli inizi d’agosto al Sacro Monte d’Orta, festeggiando in compagnia e allegria con pranzi all’aperto.
Quanto mi piacerebbe poter tornare indietro nel tempo e prendere parte a una di queste antiche feste celtiche! Non mi rimane altro che farlo con la fantasia!
RispondiEliminaBuon Lughnasa!
RispondiEliminasono d'accordo con Vele... ed aggiungo che sicuramente le usanze che oggi restano, più per abitudine che per altro, un tempo suscitavano certo aspettative maggiori ed erano praticate con una devozione che ormai si è persa
RispondiEliminaLugano... C'entra qualcosa?
RispondiElimina@ Vele: eh si occorre la fantasia. oppure bisognerebbe andare in Irlanda...
RispondiElimina@ Errante: ;)
@ Pupottina: è vero. Ciò che sopravvive è un pallido ricordo. Talora ciò è un bene, peraltro.
@ Vernè: secondo alcuni studiosi sì, ma in campo toponomastico circolano molte teorie prive di riscontri certi. Proverò a verificare meglio.
Interessanti le feste e le divinità celtiche!
RispondiEliminaCome hai fatto ad indovinare!? è stato proprio Damiano a raccontare la storia e moltissime altre legate alla val belluna (lui è originario di quelle parti)