venerdì 26 settembre 2008

Parla il Lago dei Misteri



Mi dicono d’Orta o Cusio, ma mi hanno chiamato anche col nome di un santo. Nessuno tuttavia conosce il mio vero nome.

Da qualche tempo un misterioso personaggio, che si cela dietro la prima lettera dell’alfabeto greco, ha deciso di raccontare i miei tanti misteri e le leggende che sono fiorite sulle mie sponde. Ho acconsentito volentieri, perché sono un lago bonario anche se, di tanto in tanto, il vento mi irrita a tal punto da farmi agitare tutto. Così, quando serve, do una mano ad Alfa pubblicando qualche notizia sul suo blog.

Oggi, approfittando dei suoi impegni ho deciso di parlarvi direttamente, per raccontarvi il fatto cui ho assistito. Nel porto di Buccione ho visto salire su una barca quattro personaggi quali difficilmente se ne vedono ormai in questa epoca.
Un tempo era diverso. Lì s’imbarcavano i vescovi, Conti della Riviera di San Giulio, e i loro castellani, e canonici e pellegrini e mercanti e viaggiatori di ogni paese, ma ora… cosa resta ora di quella grandezza? D’estate, quasi solo d’estate, motoscafi, barche a vela e belle ragazze in costume. Non che mi dispiaccia, in fondo, ma che volete farci, sono un nostalgico e rimpiango i bei tempi andati…

Scusate, ogni tanto mi sprofondo nei ricordi, lasciandomi carezzare da loro come fa l’Inverna dopo il mezzogiorno.

Vi stavo dunque parlando dei quattro insoliti viaggiatori. Due uomini e due ragazze , giunti per strade diverse allo stesso luogo, seguendo un misterioso richiamo. Li ho osservati, scrutandoli uno ad uno, mentre salivano sull’imbarcazione cullata dalle mie onde.
La prima a salire agilmente sulla barca è stata una giovane mezzelfa che si dice abbia studiato nei palazzi della Capitale. Ascoltando i loro discorsi ho capito che ha scritto anche un libro, con una storia sul misterioso impero del Cile.
Silvia, questo il nome della mezzelfa scrittrice, è stata presto raggiunta da una coppia alquanto particolare. Un’aspirante incantatrice di draghi a braccetto con uno stregone. Di Tenar, questo il nome della ragazza, lo stregone sussurra che sia una ben strana creatura e lei stessa, del resto, lascia intendere nel suo diario di avere nelle vene sangue di drago. Di se stesso Nik lo stregone dice di essere malvagerrimo, ma sospetto si tratti di vuote vanterie. Ne ho conosciuti e ne conosco io di stregoni ben altrimenti malvagi…
Nik si è subito posizionato sulla prua della barca scrutando le mie acque coi suoi occhi acutissimi, ai quali nulla rimane nascosto a lungo. Le due ragazze, invece, si sono sedute sulle panchette a discorrere amabilmente di libri, solleticandomi distrattamente con la mano il pelo dell’acqua.
I tre sono stati raggiunti da un quarto personaggio, che camminava in equilibrio su una fila di libri, che gettava a terra davanti a sé per poi raccoglierli dopo averli superati. L’Equi Librista Marco è saltato agilmente sulla barca, si è seduto a poppa e si è tuffato immediatamente in uno dei suoi libri. Nessuno di loro ha messo mano ai remi. Non ce n’era bisogno del resto perché la barca, quella barca, non ha certo bisogno di remi per navigare.

Solcando leggermente l’acqua l’imbarcazione si è diretta verso un punto ben preciso, incrociando nel suo cammino un barcaiolo di quelli di Orta. Già me lo immagino Caronte,
col bicchiere mezzo riempito in mano e il viso paonazzo, raccontare al Filosofo di quella barca che procedeva da sola e che ad un certo punto è scomparsa davanti ai suoi occhi!

La seconda isola si trova infatti in un luogo a cui solo pochi iniziati possono accedere. Da quando l’uomo chiamato Alfa ne ha scoperto il segreto vi passa una buona parte del suo tempo, soprattutto delle sue notti, ad abbellirla e modificarla.

Alla fine la barca ha raggiunto l’isola. Alfa aspettava con ansia i quattro, giunti fin lì seguendo il suo richiamo. Li ha condotti in una stanza segreta, dove era disposto un pentalfa, attorno al quale i cinque si sono seduti per compiere un rito antico.
Hanno ascoltato dei racconti. Quindi hanno iniziato a dividerli, riducendoli da quattro a due e da due a uno. Perché si realizzasse ciò che fu scritto all’inizio: alla fine ne rimarrà solo uno.

8 commenti:

  1. Ciao Alfa, ci vorrebbe proprio una bella gita in barca :)

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  2. Bellissimo racconto e .... in bocca al lupo ai finalisti, vinca il migliore!!

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  3. @ Tenar: ne sono felice.

    @ Streghetta: 6 mai stata da queste parti?

    @ Desy: grazie!

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  4. Ehiiii, ma questo post è FANTASTICO!!!!!! ;-)

    Ahhhh, mi è fiorito un gran desiderio di venire a vedere il Lago... Prima o poi verrò di sicuro!

    ;-)

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  5. Questo e altro per una FANTASTICA giuria ;)

    Se riesci a organizzare una vacanzina sul lago non te ne pentirai di certo.

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  6. Questo lago quante ne sa!
    Vorrei proprio darle un'occhiata a questa seconda isola del lago d'Orta.

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  7. In realtà il Lago di Misteri non ha detto che la "seconda isola" è un labirinto con molte stanze, alcune delle quali conducono davvero molto lontano dal lago...

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Lasciate una traccia del vostro passaggio, come un'onda sulle acque del Lago dei Misteri...

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.