sabato 29 novembre 2008

La potenza della Vipera




Cavalcava orgoglioso, lo sguardo fiero sotto l’elmo d’acciaio.
Giulio Visconti, detto il Viscontino, aveva appena dato una dimostrazione di potenza ai testardi abitanti di Ameno. I suoi cento bravi, scesi nottetempo da Massino e da Arona erano sciamati per le vie del paese, sfondando le porte e costringendo molti ad aprire i forzieri. Alcuni dei più facoltosi ora lo seguivano in catene, per essere rilasciati dietro un cospicuo riscatto.
Ancora una volta la Vipera Viscontea aveva mostrato il suo potere, incutendo il terrore tra le genti della Riviera d’Orta. Ora intendeva saccheggiare Armeno prima di tornare ancora una volta vincitore, portando con sé bottino e prigionieri. Potevano ben suonare a stormo le campane: nulla e nessuno poteva contrastare la potenza della Vipera…
Fu nei pressi del Monte Duno che iniziò a vederli. Uomini armati di falci, asce, picche, alabarde, spade, archibugi e ogni altro strumento potesse ferire o uccidere. Uscivano dai boschi e scendevano dalle colline, silenziosi e compatti. Erano uomini di Riviera, accorsi da ogni paese al suono delle campane, per dare battaglia alla Vipera.
Ordinò la carica, pensando di disperderli facilmente. Comprese presto di aver commesso un errore: il terreno era fangoso e i cavalli erano costretti a rallentare. Allora da tutte le parti si udì un grido solo: “ammazzalo, ammazzalo!”
Vide i suoi cadere da ogni parte, travolti da quell’onda inarrestabile, resa forte dal numero e dal ricordo dei furti, degli stupri, degli omicidi. Quando vide la Vipera a terra Giulio Visconti, detto il Viscontino, fuggì.
La sua fuga fu fermata da un colpo di archibugio e il suo cadavere straziato fu trascinato dal cavallo fino alle porte dell’Inferno.



La pillola di Mistero di questa sera è ispirata ad un fatto vero. La battaglia del Monte Duno del 1529, nella quale Giulio Visconti di Massino venne sconfitto e ucciso assieme ad un'ottantina dei suoi dagli uomini di Riviera, decisi a porre fine una volta per tutte ai suoi soprusi.

1 commento:

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.