La notizia dell'esistenza di una DAMA DI GHIACCIO è stata portata nel Cusio dai Walser, il misterioso popolo delle Alpi insediatosi nel Medioevo in cima alla Valle Strona, a Campello Monti.
Si dice viva sulla sommità dei monti più alti, dove le nevi sono eterne. È bellissima, ma di una bellezza letale per qualunque uomo. Il suo cuore è infatti duro come il ghiaccio e molti giovani uomini, che stregati dai suoi occhi l’hanno inseguita verso le vette, hanno trovato una morte orribile dentro i crepacci. I più fortunati sono stati trovati in primavera. Gli altri rimangono ancora là, intrappolati dai ghiacciai, le mani tese per afferrare quella visione.
Una sola volta, pare, la Dama di Ghiaccio avrebbe trovato l’amore negli occhi di un giovane cacciatore di camosci. In un breve istante avrebbe persino sperato in un destino diverso, con un marito e dei figli…
Il grido del ragazzo, mentre precipitava nel vuoto, pose fine a quel sogno.
E da allora, tutte le primavere, la Dama di Ghiaccio piange il giovane, e le sue lacrime divengono ruscelli, torrenti e fiumi.
Esiste una seconda versione di questa leggenda, che è diffusa in molte zone d’Europa. In questa la Dama di Ghiaccio non sarebbe sola.
Essa ha due compagni: un Nano e un Gigante. Il Nano attira i giovani signori, raccontando loro nelle taverne di montagna della bellezza straordinaria di quella donna. La Donna si mostra agli sventurati attirandoli nella trappola. Il Gigante li uccide con una clava mostruosa. Infine il malefico trio si spartisce il bottino.
C’è persino una terza versione, ancora più inquietante. In questa la Donna, che a molti uomini si concede, attira le vittime. Al posto del Gigante c’è un Dragone, domato grazie ad un anello d’oro, che uccide gli uomini e custodisce il tesoro. E il Nano è uno Stregone dal cuore nero come l’inferno…
Questa storia è la prima Pillola di Mistero raccontata a Siamo in Onda.
Si dice viva sulla sommità dei monti più alti, dove le nevi sono eterne. È bellissima, ma di una bellezza letale per qualunque uomo. Il suo cuore è infatti duro come il ghiaccio e molti giovani uomini, che stregati dai suoi occhi l’hanno inseguita verso le vette, hanno trovato una morte orribile dentro i crepacci. I più fortunati sono stati trovati in primavera. Gli altri rimangono ancora là, intrappolati dai ghiacciai, le mani tese per afferrare quella visione.
Una sola volta, pare, la Dama di Ghiaccio avrebbe trovato l’amore negli occhi di un giovane cacciatore di camosci. In un breve istante avrebbe persino sperato in un destino diverso, con un marito e dei figli…
Il grido del ragazzo, mentre precipitava nel vuoto, pose fine a quel sogno.
E da allora, tutte le primavere, la Dama di Ghiaccio piange il giovane, e le sue lacrime divengono ruscelli, torrenti e fiumi.
Esiste una seconda versione di questa leggenda, che è diffusa in molte zone d’Europa. In questa la Dama di Ghiaccio non sarebbe sola.
Essa ha due compagni: un Nano e un Gigante. Il Nano attira i giovani signori, raccontando loro nelle taverne di montagna della bellezza straordinaria di quella donna. La Donna si mostra agli sventurati attirandoli nella trappola. Il Gigante li uccide con una clava mostruosa. Infine il malefico trio si spartisce il bottino.
C’è persino una terza versione, ancora più inquietante. In questa la Donna, che a molti uomini si concede, attira le vittime. Al posto del Gigante c’è un Dragone, domato grazie ad un anello d’oro, che uccide gli uomini e custodisce il tesoro. E il Nano è uno Stregone dal cuore nero come l’inferno…
Questa storia è la prima Pillola di Mistero raccontata a Siamo in Onda.
La prima versione è contenuta del volume "La Valle Strona" edito dalla Fondazione Monti. In essa appare anche una corte di silvani, che mi pare elaborazione erudita. In questo caso la Dama Bianca vive sul versante nord del Capio. Il racconto è stato ripreso e ripubblicato da altri autori.
RispondiEliminaHo sentito raccontare la seconda versione da un cantastorie e l'ho ritrovata, con qualche variante, nel fumetto Dago.
La terza versione ha origine più complessa, ma sono evidenti le influenze dell'Apocalisse di S. Giovanni.
io sapevo solo la prima versione l'ho letta da qualche parte anche se nn mi ricordo dove
RispondiEliminaProbabilmente nella mostra di cui si parla nel post di oggi...
RispondiEliminaBellissima questa leggenda, wow!! E' la personificazione di quello che prova l'uomo verso la neve e il ghiaccio: attrazione per la bellezza di un paesaggio innevato, ma anche paura perchè può risultare fatale. Bravo Alfa, come al solito :-)
RispondiEliminaGrazie Vele!
RispondiElimina^_____^