giovedì 15 maggio 2008

La spia del lago - 2. Scena 7 di 9. Il cadavere nel lago

Lago d’Orta, Primavera 1950

Due adolescenti corrono verso la Punta Casario, infilandosi di gran carriera nello stretto sentiero che passa tra il muro della Villa Guadagnini e la collina. Inseguono una notizia, spinti dalla curiosità.
Quando svoltano la curva e arrivano di corsa sulla riva del lago vedono le barche che gettano qualcosa in acqua e poi la recuperano lentamente.
Cercando di vedere meglio si spostano verso la Villa Castelnuovo, con cautela, perché si sono accorti che ci sono i Carabinieri sulla spiaggia. Piano piano cercano di intrufolarsi nella piccola folla di spettatori, che parla e commenta il lavoro degli uomini sulle barche.
«Abbiamo trovato qualcosa!» grida qualcuno dal lago.
I due riescono ad affacciarsi tra una schiena e una pancia, ma all’improvviso sentono una forte presa sulla spalla. Quando si voltano vedono un Carabiniere che li squadra dall’alto in basso con espressione torva.
«Via di qua!» intima. «Non è posto per voi, questo. Tornate subito a casa. Se vi ripesco qui sono guai!»
Il tono è di quelli che non ammettono repliche. I due fanno ritorno sui propri passi, voltandosi di tanto in tanto, ma il Carabiniere non toglie loro gli occhi di dosso. Così, calciando qualche sasso se ne vanno.
Il Carabiniere scuote la testa e torna a guardare il lago.
Se è vero ciò che è stato detto, dentro il sacco a pelo che gli uomini stanno issando sulla barca ci sono i resti, Dio solo sa in quale stato, del Maggiore Holohan, avvelenato e assassinato con due pallottole in testa una sera del dicembre 1944.
No, decisamente non è posto per ragazzi quello…

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.