Ne parlano in tanti. Ti assicurano di averne sentito parlare da persone più che fidate. Ti indicano da dove partirebbero e dove arriverebbero. A sentir loro ce ne sarebbero ovunque. Eppure non li hanno mai visti.
Decisamente quello dei cunicoli è un mistero difficile da spiegare. Non posso che chiedere a lui…
«I cunicoli!»
La risata del Maestro rimbomba nello studio invaso di fumo, facendomi quasi pentire di avergli fatto quella domanda. Alla fine mi punta contro il terribile sigaro.
«Questa storia dei cunicoli è un’assurdità» sbuffa una nuvoletta. «Se fosse vera ogni castello avrebbe decine di passaggi segreti da cui si potrebbe arrivare, sempre passando sottoterra, fino ad altri castelli. Bada bene: anche se si trovano dall’altra parte della valle o addirittura del lago! Sarebbero opere di ingegneria straordinaria, questi cunicoli.
A cosa sarebbero serviti poi? Per andare dalla Torre di Buccione al Castello sul Monte Mesma, ad esempio? Ma dove avrebbero messo la terra di una simile opera, secondo loro? Mi dicano! Che poi i due castelli appartenevano pure a potenze nemiche: Buccione al Vescovo, il Mesma al Comune di Novara. E in quel tempo tra i due, altro che carità cristiana: volavano scomuniche, sganassoni, spadate e molte frecce!»
«Quindi è tutto inventato?» azzardo.
«Tutto magari no. Ogni castello poteva avere delle cantine e dei piccoli passaggi per uscire di nascosto. Ma raramente superavano il centinaio di metri. Non dimentichiamoci cosa comportava scavare dei tunnel all’epoca, in terreni per lo più sabbiosi, oltretutto. Lo facevano se era indispensabile, non certo per il divertimento di far buchi.
Spesso i cunicoli erano realizzati durante gli assedi. Gli assedianti scavavano per arrivare sotto le mura e minarle; gli assediati per fare ai nemici una bella sorpresa. Una guerra di talpe, insomma. I francesi, ad esempio, ne stavano scavando uno a Torino, quando Pietro Micca fece saltare tutto. Ma questa è un’altra storia...
Eppure questa dei cunicoli è una delle tradizioni più radicate. Ogni volta che parlo di castelli c’è qualcuno che vuole spiegarmi che da lì si arriva in quel posto piuttosto che in quell’altro!»
Una rete fittissima nel sottosuolo...
Non oso dire al Maestro di quanto sussurrano taluni: che molti cunicoli si collegherebbero ad una rete di passaggi molto più antica, scavata prima che la nostra specie apparisse sul pianeta. Gallerie che porterebbero in luoghi segreti, difesi da parole d’ordine stabilite all’alba del mondo, in lingue non umane. Luoghi nel ventre della terra in cui sarebbero custoditi tesori inimmaginabili e oggetti capaci di donare al possessore virtù, forza, ricchezza.
Occorre solo trovare il coraggio di infilarsi, nelle viscere della terra, per cercarli…
«È pericoloso inseguire certi sogni!»
Come se mi avesse letto nella mente il Maestro mi ammonisce con voce severa.
«Di tanto in tanto, qualche imprudente, inseguendo questo sogno, finisce in trappola. I cunicoli si rivelano per quello che sono: buchi pericolanti nel terreno, dove basta muovere una pietra per provocare un crollo e una tragedia. È accaduto non lontano da qui, purtroppo, ad un ragazzo che voleva esplorare i sotterranei di un castello in rovina. Decidemmo allora di sigillare tutti i passaggi, per evitare altri incidenti simili.»
Decisamente quello dei cunicoli è un mistero difficile da spiegare. Non posso che chiedere a lui…
«I cunicoli!»
La risata del Maestro rimbomba nello studio invaso di fumo, facendomi quasi pentire di avergli fatto quella domanda. Alla fine mi punta contro il terribile sigaro.
«Questa storia dei cunicoli è un’assurdità» sbuffa una nuvoletta. «Se fosse vera ogni castello avrebbe decine di passaggi segreti da cui si potrebbe arrivare, sempre passando sottoterra, fino ad altri castelli. Bada bene: anche se si trovano dall’altra parte della valle o addirittura del lago! Sarebbero opere di ingegneria straordinaria, questi cunicoli.
A cosa sarebbero serviti poi? Per andare dalla Torre di Buccione al Castello sul Monte Mesma, ad esempio? Ma dove avrebbero messo la terra di una simile opera, secondo loro? Mi dicano! Che poi i due castelli appartenevano pure a potenze nemiche: Buccione al Vescovo, il Mesma al Comune di Novara. E in quel tempo tra i due, altro che carità cristiana: volavano scomuniche, sganassoni, spadate e molte frecce!»
«Quindi è tutto inventato?» azzardo.
«Tutto magari no. Ogni castello poteva avere delle cantine e dei piccoli passaggi per uscire di nascosto. Ma raramente superavano il centinaio di metri. Non dimentichiamoci cosa comportava scavare dei tunnel all’epoca, in terreni per lo più sabbiosi, oltretutto. Lo facevano se era indispensabile, non certo per il divertimento di far buchi.
Spesso i cunicoli erano realizzati durante gli assedi. Gli assedianti scavavano per arrivare sotto le mura e minarle; gli assediati per fare ai nemici una bella sorpresa. Una guerra di talpe, insomma. I francesi, ad esempio, ne stavano scavando uno a Torino, quando Pietro Micca fece saltare tutto. Ma questa è un’altra storia...
Eppure questa dei cunicoli è una delle tradizioni più radicate. Ogni volta che parlo di castelli c’è qualcuno che vuole spiegarmi che da lì si arriva in quel posto piuttosto che in quell’altro!»
Una rete fittissima nel sottosuolo...
Non oso dire al Maestro di quanto sussurrano taluni: che molti cunicoli si collegherebbero ad una rete di passaggi molto più antica, scavata prima che la nostra specie apparisse sul pianeta. Gallerie che porterebbero in luoghi segreti, difesi da parole d’ordine stabilite all’alba del mondo, in lingue non umane. Luoghi nel ventre della terra in cui sarebbero custoditi tesori inimmaginabili e oggetti capaci di donare al possessore virtù, forza, ricchezza.
Occorre solo trovare il coraggio di infilarsi, nelle viscere della terra, per cercarli…
«È pericoloso inseguire certi sogni!»
Come se mi avesse letto nella mente il Maestro mi ammonisce con voce severa.
«Di tanto in tanto, qualche imprudente, inseguendo questo sogno, finisce in trappola. I cunicoli si rivelano per quello che sono: buchi pericolanti nel terreno, dove basta muovere una pietra per provocare un crollo e una tragedia. È accaduto non lontano da qui, purtroppo, ad un ragazzo che voleva esplorare i sotterranei di un castello in rovina. Decidemmo allora di sigillare tutti i passaggi, per evitare altri incidenti simili.»
Mia nonna giurava che a Borgomanero vi fosse un cunicolo che univa il castello di Vergano Sopra con quello del Borgo (oggi l'asilo delle suore, ex oratorio femminile) e di averne percorso lei stessa un bel tratto ai tempi della guerra.
RispondiEliminaMa del resto credeva anche al fantasma che le rubava i calzini...
Un comune amico mi ha detto di un tizio che sosteneva che passando sotto un ponte nelle brughiere di Pogno si entrava in un cunicolo che andava alla Torre di Buccione.
RispondiEliminaDa notare che di mezzo c'è il lago...
dove abito io si dice che c'è un cunicolo che prta dalla torre a massino visconti
RispondiEliminaBenvenuta su questo blog, Terry.
RispondiEliminaTi segnalo che avevo già intenzione di fare alcune domande al Maestro sulla torre di cui parli. Si dice, infatti, che vi dimori un fantasma femminile...
Grazie per la segnalazione del cunicolo. Mi fai venire un'idea: se i lettori mi segnalassero tutti i cunicoli di cui hanno avuto notizia si potrebbe disegnarne una mappa...
Io sono di Gozzano ed è fin da bambino che sento dire che vi fosse un cunicolo che collegasse la basilica di S. Giuliano alla torre di Buccione. Se non ricordo male dovrebbe partire dalla tomba dei canonici,la cui botola è proprio davanti ai tre gradini per salire l'altare.
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