Castelli Cusiani – una località segreta – 6 dicembre 1944.
Le spalle rivolte alla stufa, i piedi appoggiati su una sedia, il volto di pietra: tutto in quel metro e ottantotto centimetri di americano, denotava una calma assoluta. Dietro di lui altri due americani giocavano distrattamente a dadi. Nel frattempo due piemontesi preparavano il minestrone nella cucina della villa.
Una scena tranquilla, da bed and breakfast sul lago d'Orta, come fanno tanti americani ancora oggi.
Quei tre americani, però, non si trovavano sul lago in vacanza. L’aereo non li aveva comodamente fatti scendere a Malpensa. Dall’aereo i tre erano letteralmente saltati giù in volo, di notte. Paracadutati a Coiromonte, sul Mottarone, dove gli italiani li attendevano per prenderli in consegna e offrirgli appoggio.
No, quei tre americani non erano turisti. Erano agenti dell’OSS, l’Office of Strategic Services. L’antenato della CIA, per intenderci. La loro missione, denominata in codice Chrysler, era iniziata il 27 settembre 1944 con lo scopo di prendere contatto con le formazioni partigiane e segnalare, con la potente radio che avevano portato con loro, i punti dove effettuare i lanci di armi.
Compito niente affatto facile, perché il fronte anglo americano si trovava a 600 miglia e tutto attorno tedeschi e fascisti davano loro la caccia, utilizzando speciali apparecchiature per rilevare la posizione della radio. Si doveva trasmettere in fretta e poi muoversi rapidamente, prima che i cacciatori potessero agguantare la preda.
In quei 71 giorni avevano dovuto muoversi continuamente, utilizzando vari rifugi. Una volta si erano persino nascosti dentro un altare. Un’altra avevano visto i tedeschi passare a cento metri di distanza, mentre loro se ne stavano acquattati in una sorta di palude.
Il Maggiore Holohan, che aveva 40 anni, avrebbe quasi potuto essere il padre degli altri due. Il Tenente Icardi aveva infatti 23 anni e il sergente LoDolce 22. Icardi, un giovane studente dallo spirito avventuroso, era l’unico dei tre che parlasse il dialetto della zona. LoDolce infatti parlava solo dialetto siciliano, mentre Holohan era di origine irlandese.
Di professione avvocato il Maggiore era un tipo prudente e non aveva alcuna voglia di finire i suoi giorni davanti al plotone di esecuzione. Per questo aveva ordinato ai suoi di indossare sempre le divise dell’esercito americano. Questo infatti avrebbe forse trattenuto i tedeschi dal fucilarli sul posto come spie, se li avessero catturati, cosa alquanto probabile.
«Il minestrone è pronto» disse "Pupo", uno dei due partigiani cui "Giorgio" aveva affidato il compito di scortare, difendere e assistere la missione.
Sul viso del Maggiore, cui piaceva molto il minestrone, comparve un sorriso.
Le spalle rivolte alla stufa, i piedi appoggiati su una sedia, il volto di pietra: tutto in quel metro e ottantotto centimetri di americano, denotava una calma assoluta. Dietro di lui altri due americani giocavano distrattamente a dadi. Nel frattempo due piemontesi preparavano il minestrone nella cucina della villa.
Una scena tranquilla, da bed and breakfast sul lago d'Orta, come fanno tanti americani ancora oggi.
Quei tre americani, però, non si trovavano sul lago in vacanza. L’aereo non li aveva comodamente fatti scendere a Malpensa. Dall’aereo i tre erano letteralmente saltati giù in volo, di notte. Paracadutati a Coiromonte, sul Mottarone, dove gli italiani li attendevano per prenderli in consegna e offrirgli appoggio.
No, quei tre americani non erano turisti. Erano agenti dell’OSS, l’Office of Strategic Services. L’antenato della CIA, per intenderci. La loro missione, denominata in codice Chrysler, era iniziata il 27 settembre 1944 con lo scopo di prendere contatto con le formazioni partigiane e segnalare, con la potente radio che avevano portato con loro, i punti dove effettuare i lanci di armi.
Compito niente affatto facile, perché il fronte anglo americano si trovava a 600 miglia e tutto attorno tedeschi e fascisti davano loro la caccia, utilizzando speciali apparecchiature per rilevare la posizione della radio. Si doveva trasmettere in fretta e poi muoversi rapidamente, prima che i cacciatori potessero agguantare la preda.
In quei 71 giorni avevano dovuto muoversi continuamente, utilizzando vari rifugi. Una volta si erano persino nascosti dentro un altare. Un’altra avevano visto i tedeschi passare a cento metri di distanza, mentre loro se ne stavano acquattati in una sorta di palude.
Il Maggiore Holohan, che aveva 40 anni, avrebbe quasi potuto essere il padre degli altri due. Il Tenente Icardi aveva infatti 23 anni e il sergente LoDolce 22. Icardi, un giovane studente dallo spirito avventuroso, era l’unico dei tre che parlasse il dialetto della zona. LoDolce infatti parlava solo dialetto siciliano, mentre Holohan era di origine irlandese.
Di professione avvocato il Maggiore era un tipo prudente e non aveva alcuna voglia di finire i suoi giorni davanti al plotone di esecuzione. Per questo aveva ordinato ai suoi di indossare sempre le divise dell’esercito americano. Questo infatti avrebbe forse trattenuto i tedeschi dal fucilarli sul posto come spie, se li avessero catturati, cosa alquanto probabile.
«Il minestrone è pronto» disse "Pupo", uno dei due partigiani cui "Giorgio" aveva affidato il compito di scortare, difendere e assistere la missione.
Sul viso del Maggiore, cui piaceva molto il minestrone, comparve un sorriso.
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate una traccia del vostro passaggio, come un'onda sulle acque del Lago dei Misteri...