«Così ti ha affumicato per bene il cervello» ridacchia il Filosofo porgendomi un bicchiere di acqua fresca.
«Ho ancora i polmoni intasati» annuisco. «Se si decidesse a smettere di fumare il suo maledetto sigaro forse l’abbattimento delle polveri sottili sarebbe un obiettivo raggiungibile.»
«Non farci affidamento» scuote la testa. «Da che mi ricordo ho sempre visto il Maestro fumare. A parte questo, però, non mi hai raccontato cosa sei andato a fare da lui.»
Quando ho terminato di fargli il riassunto dell’incontro, rimane a fissarmi da dietro le lenti spesse degli occhiali.
«Argomento intrigante» osserva. «Di quelli però che rischiano di annegare gli aspetti importanti dentro un mare di dettagli forse ininfluenti.»
«Cosa vorresti dire?» sono incuriosito dalle sue parole.
«Intendo che il rischio è quello di correre dietro ai dettagli, inseguendo il significato nascosto di una serie di simbolismi minuti e non vedere invece la grande metafora che sta davanti ai nostri occhi. Un po’ come quando si osserva un grande quadro troppo da vicino. Puoi distinguere le singole pennellate e magari riconoscere le impronte digitali dell’autore, ma non vedi la bellezza della composizione nel suo insieme.»
Il Filosofo è fatto così: quando meno me l’aspetto riesce a sorprendermi.
«In fondo si tratta di un testo religioso, con contenuti morali» continua. «A me, ad esempio, viene da pensare che le due Bestie al servizio del drago possano avere un valore allegorico. La prima esce dal mare, luogo di dimora dei mostri, ma anche simbolo dei mutamenti e del desiderio di ricchezze che spinge gli uomini ad imprese speculative azzardate e non sempre lecite. Inoltre questa bestia è così potente e temibile da ricordarmi il Leviatano. Forse non casualmente, il filosofo Thomas Hobbes, nel 1651, prese proprio questo simbolo per indicare il potere assoluto. Nel suo caso con un valore positivo: lo Stato assoluto è nella sua visione l’unico antidoto contro il caos ed il disordine. Rovesciando la prospettiva potremmo però pensare che esso rappresenti il Potere che cessa di essere uno strumento costruito dall’Uomo per l’Uomo e diventa invece un fine esso stesso. Il Potere politico, economico, militare, o di qualsiasi altra natura, che usurpa la regalità per schiacciare un’umanità cui davvero non rimangono spazi di azione, se non residuali, al di fuori delle logiche – il marchio – imposte dal Potere.»
Il discorso del Filosofo mi pare molto più interessante rispetto alle mille contrastanti interpretazioni sul senso recondito del numero seicentossessantasei. È lui stesso però a ritornare su questo argomento.
«Tra l’altro il numero DCLXVI che riunisce tutti i numeri usati all’epoca, potrebbe indicare proprio questo: la pienezza e la totalità del Potere assoluto.»
«E allora l’altra Bestia?» domando. «Quella che sorge dalla terra?»
«Potrebbe essere il simbolo della religione» la voce del Filosofo diviene amara. «Quell’insieme di regole, pratiche e rituali che molto spesso sostituisce la vera fede. Essa sorge dalla terra, perché è creazione umana e non divina. Assume belanti sembianze d’agnello, ma parla con voce di drago, piena di falsità. Il suo scopo è creare sostegno e consenso attorno alla prima bestia. È la famosa alleanza tra il Trono e l’Altare, che dal tempo di Costantino in poi è stata una costante della nostra civiltà e ancora oggi è una tentazione a cui molti non sanno rinunciare, basti pensare a quante volte la religione è usata per fini politici e quante volte la politica si riempie la bocca parlando dei “valori” religiosi per cercare di imporre visioni molto terrene e ben poco celesti.»
Sono considerazioni amare, quelle del Filosofo, e inquietanti. Perché se avesse ragione davvero, allora staremmo già vivendo, da molto tempo e senza rendercene conto, sotto il dominio delle due Bestie.
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Parte 5 e ultima
«Ho ancora i polmoni intasati» annuisco. «Se si decidesse a smettere di fumare il suo maledetto sigaro forse l’abbattimento delle polveri sottili sarebbe un obiettivo raggiungibile.»
«Non farci affidamento» scuote la testa. «Da che mi ricordo ho sempre visto il Maestro fumare. A parte questo, però, non mi hai raccontato cosa sei andato a fare da lui.»
Quando ho terminato di fargli il riassunto dell’incontro, rimane a fissarmi da dietro le lenti spesse degli occhiali.
«Argomento intrigante» osserva. «Di quelli però che rischiano di annegare gli aspetti importanti dentro un mare di dettagli forse ininfluenti.»
«Cosa vorresti dire?» sono incuriosito dalle sue parole.
«Intendo che il rischio è quello di correre dietro ai dettagli, inseguendo il significato nascosto di una serie di simbolismi minuti e non vedere invece la grande metafora che sta davanti ai nostri occhi. Un po’ come quando si osserva un grande quadro troppo da vicino. Puoi distinguere le singole pennellate e magari riconoscere le impronte digitali dell’autore, ma non vedi la bellezza della composizione nel suo insieme.»
Il Filosofo è fatto così: quando meno me l’aspetto riesce a sorprendermi.
«In fondo si tratta di un testo religioso, con contenuti morali» continua. «A me, ad esempio, viene da pensare che le due Bestie al servizio del drago possano avere un valore allegorico. La prima esce dal mare, luogo di dimora dei mostri, ma anche simbolo dei mutamenti e del desiderio di ricchezze che spinge gli uomini ad imprese speculative azzardate e non sempre lecite. Inoltre questa bestia è così potente e temibile da ricordarmi il Leviatano. Forse non casualmente, il filosofo Thomas Hobbes, nel 1651, prese proprio questo simbolo per indicare il potere assoluto. Nel suo caso con un valore positivo: lo Stato assoluto è nella sua visione l’unico antidoto contro il caos ed il disordine. Rovesciando la prospettiva potremmo però pensare che esso rappresenti il Potere che cessa di essere uno strumento costruito dall’Uomo per l’Uomo e diventa invece un fine esso stesso. Il Potere politico, economico, militare, o di qualsiasi altra natura, che usurpa la regalità per schiacciare un’umanità cui davvero non rimangono spazi di azione, se non residuali, al di fuori delle logiche – il marchio – imposte dal Potere.»
Il discorso del Filosofo mi pare molto più interessante rispetto alle mille contrastanti interpretazioni sul senso recondito del numero seicentossessantasei. È lui stesso però a ritornare su questo argomento.
«Tra l’altro il numero DCLXVI che riunisce tutti i numeri usati all’epoca, potrebbe indicare proprio questo: la pienezza e la totalità del Potere assoluto.»
«E allora l’altra Bestia?» domando. «Quella che sorge dalla terra?»
«Potrebbe essere il simbolo della religione» la voce del Filosofo diviene amara. «Quell’insieme di regole, pratiche e rituali che molto spesso sostituisce la vera fede. Essa sorge dalla terra, perché è creazione umana e non divina. Assume belanti sembianze d’agnello, ma parla con voce di drago, piena di falsità. Il suo scopo è creare sostegno e consenso attorno alla prima bestia. È la famosa alleanza tra il Trono e l’Altare, che dal tempo di Costantino in poi è stata una costante della nostra civiltà e ancora oggi è una tentazione a cui molti non sanno rinunciare, basti pensare a quante volte la religione è usata per fini politici e quante volte la politica si riempie la bocca parlando dei “valori” religiosi per cercare di imporre visioni molto terrene e ben poco celesti.»
Sono considerazioni amare, quelle del Filosofo, e inquietanti. Perché se avesse ragione davvero, allora staremmo già vivendo, da molto tempo e senza rendercene conto, sotto il dominio delle due Bestie.
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Parte 5 e ultima
Sospettavo che questi tempi non erano propriamente felinissimi ....
RispondiEliminaNe esco più preoccupata, ma consapevole Alfoso. Sei sempre un narratore d'eccezione. Miaooooo
sì, il filosofo è un personaggio che riesce a sorprendere anche me!
RispondiEliminaHo tantissimo da recuperare :)
RispondiEliminaWow, sempre interessantissimo!
RispondiEliminasicuro !
RispondiEliminaUmpf. Yawn...
RispondiEliminaBene bene; ma quand'è che ci si picchia?
Ciao Alfa,
RispondiEliminaho scoperto il tuo blog!! :)
Wow! Grande interpretazione laica (e molto razionale) del Male!
Mi trovi molto d'accordo sulle considerazioni finali del Filosofo!
Mi ripeto: davvero grande interpretazione!
Forse bisogna risalire ad un'Era Aurea precedente l'avvento delle due Bestie per "respirare" un po' meglio... forse l'Ellade prima del 1600 a.C.?...
O forse bisognerebbe cambiare addirittura Pianeta! ;)
Esprimo però la mia "vibrante protesta" ;) contro l'Apocalisse (a ben vedere autogenerata dalla seconda bestia che ci mette in guardia proprio contro le due bestie... raffinato depistaggio!) ... l'Apocalisse, dicevo,che ha messo di mezzo il povero MARE nella genesi del primo dei suoi mostri... Ecchecapperi!!!! (?"Perché, la TERRA che c'entra porella?...") E già che ci sono (anche se non ci azzecca) mi scaglio pure contro Herman Melville ed il suo (misteriosissimo) Moby Dick, che però, a dir tutta la verità... NON SONO MAI RIUSCITO A LEGGERE PER INTERO, CI SONO MOMENTI DI UNA NOIA MORTALE!!! (voce del Rag. Fantozzi) Sic!!!
Molto interessante il tuo blog, me lo leggerò con calma...
A presto!
:)
Credo che il discorso vada esteso in generale.
RispondiEliminala religione pagana era a tutti gli effetti uno strumento di potere nelle mani della classe dominante. Gli interventi sulla e nella politica erano continui e frequenti anche per la sovrapposizione di ruoli tra politici e sacerdoti.
E le interpretazioni tendenziose dell'oracolo di Delfi sono passate alla storia.
@ Fel: la consapevolezza è la prima strada verso la libertà. Miao!
RispondiElimina@ Pupottina: come non potrebbe?!! ;)
@ Stella: l'importante è che sia tornata.
@ Tenar: ^____^
@ Giardigno: senza punto di domanda?
@ Malikà: ferma con le mani... ahi, ecco, mi hai fatto male!
@ Milo: anch'io ho scoperto il tuo!
Lo so che sei un vero lupo di mare e non puoi che amarlo. Però, in quanto elemento misterioso e pericoloso, che non si può domare e sottomettere, fa paura. E questo spiega molti miti.
Caro Alfa,
RispondiEliminacerto, sono d'accordo! Stavo solo scherzando! :D
Per esempio Lovecraft, che ho letto e mi ha divertito molto, pone nel mare l'origine di tutta una serie di demoni e di mostruosità abnormi...
Il mare comunque, che lo si ami o no, è indubbiamente pericoloso, indifferente agli uomini (ovviamente!... che gliene cala a lui?) e va giustamente temuto.
Però... è irresistibile! ;)
Come un cavallo il mare porta ma può gettarti giù.
RispondiEliminaA differenza di un cavallo il mare non può essere domato, ma solo solcato.
Credo in questo stia una parte del suo fascino, come quello di una donna bellissima ed indomabile. O no?
Perfetto!
RispondiElimina;)
Eh? Non ce la faccio a starti dietro, io sto ancora imparando a contare! I... II... III... IV...
RispondiEliminaScherzo Alfa! Bella lettura davvero, fumosa quanto basta per far vagare inquietanti considerazioni e rovesciamenti di prospettive! Quanto mi piacciono i rovesciamenti di prospettive...