Sulle colline attorno al lago esiste un mulino di cui non vi dirò il nome, perché troppo sfortunata è la memoria di quel luogo.
Il mulino era uno dei più belli e ricchi della zona. Ci viveva un mugnaio che aveva due figli. Alla sua morte lasciò il mulino al figlio maggiore, mentre il minore fu mandato in convento, così da lasciare indivisa la proprietà. Il ragazzo però non ne voleva sapere della vita monastica. Si era anzi messo in testa che il mulino dovesse essere suo a tutti i costi. Per una questione di principio prima ancora che di interesse.
Una volta adulto gettò la tonaca alle ortiche. Tutti pensavano che presto la fame l’avrebbe spinto a ritornare tra i frati, invece l’uomo cominciò subito a spendere soldi a destra e a manca. Nessuno sapeva come facesse e da dove li prendesse, ma più spendeva e più pareva averne. Col denaro conquistò rapidamente una notevole influenza e riuscì a farsi eleggere a varie cariche. Ricchezza e potere gli attrassero, naturalmente, molte donne.
Fu allora che cominciarono a circolare strane voci. Alcune delle donne che l’avevano frequentato ebbero strani incidenti. Alcune impazzirono. Altre raccontarono di cose misteriose e terribili che avevano visto nella sua casa.
Nessuno tuttavia prestò fede a queste dicerie, finché il fratello maggiore morì improvvisamente. Chi vide il suo cadavere giurò che sul suo volto c’era un’espressione di terrore assoluto.
Il mulino passò al fratello minore, che poteva finalmente coronare il suo sogno. Proprio allora, però, come per magia, tutta la sua fortuna svanì. Perse rapidamente tutti i soldi e i creditori divennero numerosi.
Infine la donna che viveva con lui venne trovata morta in un bosco, orribilmente assassinata. Il giudice ordinò di arrestare l’uomo. Quando le guardie andarono per prenderlo, lo sentirono urlare da dentro il mulino: «Mi hai ingannato, maledetto!»
Allora sfondarono la porta ed entrarono, ma trovarono solo il suo cadavere penzolante da una corda.
Questa la Pillola di Mistero letta da Marco l'Equi Librista a Puntoradio.
La farina del diavolo va in crusca. E il patto col demonio porta alla rovina chi lo sottoscrive. Di quel mulino oggi non restano che rovine...
Il mulino era uno dei più belli e ricchi della zona. Ci viveva un mugnaio che aveva due figli. Alla sua morte lasciò il mulino al figlio maggiore, mentre il minore fu mandato in convento, così da lasciare indivisa la proprietà. Il ragazzo però non ne voleva sapere della vita monastica. Si era anzi messo in testa che il mulino dovesse essere suo a tutti i costi. Per una questione di principio prima ancora che di interesse.
Una volta adulto gettò la tonaca alle ortiche. Tutti pensavano che presto la fame l’avrebbe spinto a ritornare tra i frati, invece l’uomo cominciò subito a spendere soldi a destra e a manca. Nessuno sapeva come facesse e da dove li prendesse, ma più spendeva e più pareva averne. Col denaro conquistò rapidamente una notevole influenza e riuscì a farsi eleggere a varie cariche. Ricchezza e potere gli attrassero, naturalmente, molte donne.
Fu allora che cominciarono a circolare strane voci. Alcune delle donne che l’avevano frequentato ebbero strani incidenti. Alcune impazzirono. Altre raccontarono di cose misteriose e terribili che avevano visto nella sua casa.
Nessuno tuttavia prestò fede a queste dicerie, finché il fratello maggiore morì improvvisamente. Chi vide il suo cadavere giurò che sul suo volto c’era un’espressione di terrore assoluto.
Il mulino passò al fratello minore, che poteva finalmente coronare il suo sogno. Proprio allora, però, come per magia, tutta la sua fortuna svanì. Perse rapidamente tutti i soldi e i creditori divennero numerosi.
Infine la donna che viveva con lui venne trovata morta in un bosco, orribilmente assassinata. Il giudice ordinò di arrestare l’uomo. Quando le guardie andarono per prenderlo, lo sentirono urlare da dentro il mulino: «Mi hai ingannato, maledetto!»
Allora sfondarono la porta ed entrarono, ma trovarono solo il suo cadavere penzolante da una corda.
Questa la Pillola di Mistero letta da Marco l'Equi Librista a Puntoradio.
La farina del diavolo va in crusca. E il patto col demonio porta alla rovina chi lo sottoscrive. Di quel mulino oggi non restano che rovine...
Ciao Alfa
RispondiEliminagrazie, ti avevo gia' aggiunto anche io...quando i blog mi piacciono li inserisco automaticamente, senza chiedere.... :-D
se ti interessa il CD, visto che facciamo il regalo di Natale fammi avere in qualche modo un recapito al quale spedirlo....se proprio non riesci nella sezione download del nostro web ufficiale si puo' scaricare free in mp3 www.roccaforte.it
pero' originale col book è meglio...fammi sapere......
ciao ora scappo in montagna un paio di giorni
Povero chiedere è un opional magari suo fratello avrebbe diviso la proprietà con lui
RispondiEliminaCmq è una bella storia grazie leggerle è rilassante!
Terry
@ Terry: Se avesse chiesto si sarebbe risparmiato grossi guai... grazie, hai anche ascoltato la radio?
RispondiElimina@ Bruno: grazie!
RispondiEliminaCi penso e ti faccio sapere. Grazie comunque...
Bellissima leggenda, complimenti!
RispondiEliminaAdoro queste genere...
I patti demoniaci hanno sempre il loro prezzo... e spesso il diavolo è ingannatore
Possiamo vedere un esempio di astuzia infernale nel meraviglioso film "La Bellezza del Diavolo" del 1951, una versione "riveduta e corretta" del Faust.
E' un film che adoro, lo rivedrei mille volte!
ciao
RispondiEliminache bella questa storia! di questi fatti sono piene le antiche città.
questo blog è veramente interessante...
^___________________^
@ Bruno: ho trovato la soluzione. ti scrivo privatamente. Buon WE.
RispondiElimina@ Tarkan: sei un vero cinefilo!
@ Pupottina: grazie davvero, troppo buona, come sempre.
^___^
Beh è una storia che incuriosisce molto e che ti lascia con qualche dubbio,tipico delle storie così...Comunque molto bella e peccato che alla fine è morto pure lui,già mi immaginavo un sequel...scusa ma siccome vorrei fare il regista la mia fantasia poi vola...vola...vola...CIAOOO e alla prossima storia!
RispondiEliminaUn sequel?
RispondiEliminammm in questo caso è difficile, a meno di ambientarlo all'inferno...
Magari per altri racconti...
;)