Torna alla prima parte.
«La leggenda riguarda il paese di Galatina, nel Salento» mi dice il Filosofo. «Qui confluivano, ancora fino agli anni Ottanta del secolo scorso i Tarantolati di tutta la regione per essere curati. Si riteneva che la malattia fosse provocata dal pizzico della tarantola, un ragno di grosse dimensioni che vive da quelle parti. A Galatina venivano curati attraverso un particolare esorcismo musicale e utilizzando l’acqua di un pozzo. Oggi il rituale non viene più officiato o se lo è non ha più le caratteristiche pubbliche di un tempo. La cultura è cambiata e probabilmente certi spettacoli sono giudicati imbarazzanti nel Ventunesimo secolo.»
«Molte tradizioni sono state abbandonate negli ultimi anni» concordo. «Erano legate al mondo contadino che ormai è scomparso. Gli agricoltori di oggi sono imprenditori che spesso non hanno nemmeno radici sul territorio.»
«Dopo la visita della donna del mistero» sorride il Filosofo «mi sono documentato su questa città. Da Wikipedia ho scoperto che Galatina è una città di circa ventottomila abitanti del Salento in provincia di Lecce. Posta a metà strada tra lo Ionio e l'Adriatico, 20 km a sud del capoluogo, è uno dei centri più popolosi dell'area meridionale della Puglia. L'abitato si estende per circa 4 chilometri sull'asse est-ovest essendo limitato a nord dalla ferrovia ed a sud-est dal cementificio e dal cimitero.»
Il Filosofo ha studiato, non c’è che dire!
«Come ti ho detto, a Galatina c’è un pozzo, dedicato a San Paolo, che ha due caratteristiche. Da un lato la sua acqua serviva a curare i Tarantolati; dall’altro la sua presenza benefica ha sempre preservato i galatinesi dal contagio. Ebbene, la donna misteriosa mi ha raccontato l’origine di questo potere.»
Mentre parla la voce del Filosofo comincia a cambiare. Non se ne rende conto, evidentemente, ma quella che odo io non è più la voce di un uomo, ma di una giovane donna, che parla con l’accento del Salento.
«Molto tempo fa, c’erano tre sorelle che vivevano a Galatina. Erano tre guaritrici che avevano il potere di curare i tarantolati con la loro saliva. Erano così anziane che nessuno sapeva quanti anni potessero avere, perché persino i più vecchi ricordavano di averle sempre viste così. Un giorno, improvvisamente, una di loro morì. Le altre due continuarono comunque a curare i malati. Passò il tempo e una seconda morì. Gli abitanti di Galatina cominciarono a preoccuparsi. Cosa sarebbe accaduto quando anche l’ultima sarebbe morta? La donna tuttavia nulla diceva e nessuno pareva in grado di poterne ereditare il potere. Finché, un giorno, la donna si avvicinò barcollando ad un pozzo e vi sputò dentro. Subito dopo cadde a terra, morta. Il timore degli abitanti si tramutò in gioia quando scoprirono che la donna aveva lasciato loro un dono prezioso: l’acqua del pozzo li rendeva immuni dal tarantismo e poteva persino curare i malati che provenivano dai paesi vicini.»
Chiudo gli occhi, per immaginare la scena, e quando li riapro, per un brevissimo istante scorgo sulla porta la figura di una giovane e bellissima donna che mi guarda coi suoi profondi occhi neri e mi sorride, prima di scomparire nel mistero da cui è venuta.
«Molte tradizioni sono state abbandonate negli ultimi anni» concordo. «Erano legate al mondo contadino che ormai è scomparso. Gli agricoltori di oggi sono imprenditori che spesso non hanno nemmeno radici sul territorio.»
«Dopo la visita della donna del mistero» sorride il Filosofo «mi sono documentato su questa città. Da Wikipedia ho scoperto che Galatina è una città di circa ventottomila abitanti del Salento in provincia di Lecce. Posta a metà strada tra lo Ionio e l'Adriatico, 20 km a sud del capoluogo, è uno dei centri più popolosi dell'area meridionale della Puglia. L'abitato si estende per circa 4 chilometri sull'asse est-ovest essendo limitato a nord dalla ferrovia ed a sud-est dal cementificio e dal cimitero.»
Il Filosofo ha studiato, non c’è che dire!
«Come ti ho detto, a Galatina c’è un pozzo, dedicato a San Paolo, che ha due caratteristiche. Da un lato la sua acqua serviva a curare i Tarantolati; dall’altro la sua presenza benefica ha sempre preservato i galatinesi dal contagio. Ebbene, la donna misteriosa mi ha raccontato l’origine di questo potere.»
Mentre parla la voce del Filosofo comincia a cambiare. Non se ne rende conto, evidentemente, ma quella che odo io non è più la voce di un uomo, ma di una giovane donna, che parla con l’accento del Salento.
«Molto tempo fa, c’erano tre sorelle che vivevano a Galatina. Erano tre guaritrici che avevano il potere di curare i tarantolati con la loro saliva. Erano così anziane che nessuno sapeva quanti anni potessero avere, perché persino i più vecchi ricordavano di averle sempre viste così. Un giorno, improvvisamente, una di loro morì. Le altre due continuarono comunque a curare i malati. Passò il tempo e una seconda morì. Gli abitanti di Galatina cominciarono a preoccuparsi. Cosa sarebbe accaduto quando anche l’ultima sarebbe morta? La donna tuttavia nulla diceva e nessuno pareva in grado di poterne ereditare il potere. Finché, un giorno, la donna si avvicinò barcollando ad un pozzo e vi sputò dentro. Subito dopo cadde a terra, morta. Il timore degli abitanti si tramutò in gioia quando scoprirono che la donna aveva lasciato loro un dono prezioso: l’acqua del pozzo li rendeva immuni dal tarantismo e poteva persino curare i malati che provenivano dai paesi vicini.»
Chiudo gli occhi, per immaginare la scena, e quando li riapro, per un brevissimo istante scorgo sulla porta la figura di una giovane e bellissima donna che mi guarda coi suoi profondi occhi neri e mi sorride, prima di scomparire nel mistero da cui è venuta.
Che gentile: grazie di cuore per il bel commento, CIAO!!! :-D
RispondiEliminache bella leggenda! è vera?
RispondiEliminabuona giornata
p.s. domani per me niente latte... per ora mal mi destreggio in second life.... complicato davvero!
e meno male che ho spiegato che la canzone non si riferiva solo al fascimo etc etc andava bene soltanto il "me ne frego" se no mi prendevi per un fascita. Meno male che l'ho scritto ma come tu non hai capito una sverza di niente e pure scrivo semplice si dovrebbe capire ma del resto non tutti riescono a cogliere il messaggio che voglio dare vero??? non mi riferisco a te parlo in generale
RispondiEliminaAdriano,
RispondiEliminati avevo detto lasciamoci senza rancore, ma evidentemente hai deciso di costringermi ad essere più duro. Cercherò comunque di non andarci troppo pesante, giusto perché sei giovane e devi imparare ancora molte cose.
Quindi, solo per puntualizzare alcune cose:
1. Ti ho spiegato nel mio commento che non condivido l’idea di prendere un inno ideologico corredato da un simbolo ben preciso per esprimere un tuo stato banale d’animo. Tu non capisci che non puoi prendere il solo “me ne frego”. Tu proprio non riesci a capire che la questione non è quali siano le tue idee politiche. Probabilmente non le hai o le hai molto confuse, ma questo non ha importanza. La questione è che certi simboli, certe frasi, certi slogan vanno usati con estrema cautela, perché grondano dolore e morte. E occorre sobrietà quando si parla dei morti. Questa tua mancanza di sensibilità, cultura, senso dell’opportunità mi disturba, anche più di una dichiarazione di appartenenza ideologica.
2. Se non riesci a comprendere questo non credo che tu possa comprendere i contenuti del mio blog. Pertanto, tanto vale andare ciascuno per la propria strada.
3. Non mi piace il tuo modo di pubblicizzare il tuo blog. Ho un blog roll apposta e se voglio vengo a leggerti, senza bisogno che passi da me senza nemmeno leggere una riga, giusto per farti pubblicità.
4. La grammatica e la sintassi non sono retaggi di un tempo passato. Aiutano a chiarire i concetti che si vogliono esprimere. Nella maggior parte dei casi si fa tremenda fatica a capire cosa vuoi dire perché ignori e trascuri l’una e l’altra. Anche il tuo ultimo commento ne è un esempio.
@ Lario: figurati.
RispondiElimina@ Pupottina: tutto vero, naturalmente
;)
ho vissuto 8 anni a lecce e leggere il tuo post mi ci ha fatto ritornare per qualche minuto :-)
RispondiEliminahai un bel blog, molto interessante. ti aggiungo ai miei links:se ti va fai un salto da me e dimmi che te ne pare.
complimenti per la "calma" con cui hai liquidato adriano smaldone, il paolini(ma molto più sgrammaticato) del web....:-)
@ Silvio: Alfa è paziente, ma fino ad un certo punto, ecchediamine!
RispondiEliminagrazie per la visita.
Sempre gentilisimo... grazie mille :-D
RispondiEliminaCIAO!!!
Complimenti, questa leggenda mi ha affascinato, e soprattutto mi affascina il tuo modo di scrivere e di raccontare!
RispondiEliminaCiao,complimenti per il tuo blog...molto interessante,se ti và puoi venirmi a trovare nel mio blog,sarò molto lieta di ospitarti e averti tra i miei visitatori...ciao serena serata.
RispondiElimina@ Lario: mi fai troppo ridere con le tue vignette...
RispondiElimina@ Tarkan: io ringrazio te, ma tu devi ringraziare la Donna del Mistero, per la leggenda...
@ Frufrupina. grazie. purtroppo ho avuto dei problemi a lasciarti un commento, non so perché. Comunque seguo il tuo blog, ciao.