«Non parlarmi del Natale!»
Il Filosofo scuote la testa sconsolato, mentre i suoi occhi tristi dietro gli occhiali fissano un punto lontano sul pavimento.
«Detesto le feste che ci estorcono di forza l’allegria» mi spiega tornando a guardarmi «e certo non mi darà la serenità la gran sarabanda della Festa dei Consumi. Perché questo e non altro ormai, è diventato il Natale. Un Santa Claus ridisegnato dalla Coca Cola coi propri colori come cartolina pubblicitaria ne è l’emblema perfetto! Feste, regali, acquisti! Guardati attorno: non vedi la gente correre impazzita da un negozio all’altro, con il piglio feroce di chi è pronta a scannarsi per l’ultimo regalo sullo scaffale? Ma di quale pace, di quale serenità si va parlando? La pace si costruisce nei cuori giorno per giorno, è inutile invocarla per l’intervento miracoloso di un Babbo!»
Non so cosa rispondere al Filosofo, che mi parla con quell’espressione triste, mentre fuori dalla sua Bottega pochi rari turisti si aggirano come antichi fantasmi ortesi.
«E poi» riprende «questi giorni di finta gioia fanno brillare ancora di più la solitaria stella della nostra tristezza. Il dolore della mancanza si rinnova alle luci dell’albero e nel nostro presepe mancherà sempre quella presenza che, sola, potrebbe infondere un po’ di calore al nostro povero cuore…»
Il Filosofo scuote la testa sconsolato, mentre i suoi occhi tristi dietro gli occhiali fissano un punto lontano sul pavimento.
«Detesto le feste che ci estorcono di forza l’allegria» mi spiega tornando a guardarmi «e certo non mi darà la serenità la gran sarabanda della Festa dei Consumi. Perché questo e non altro ormai, è diventato il Natale. Un Santa Claus ridisegnato dalla Coca Cola coi propri colori come cartolina pubblicitaria ne è l’emblema perfetto! Feste, regali, acquisti! Guardati attorno: non vedi la gente correre impazzita da un negozio all’altro, con il piglio feroce di chi è pronta a scannarsi per l’ultimo regalo sullo scaffale? Ma di quale pace, di quale serenità si va parlando? La pace si costruisce nei cuori giorno per giorno, è inutile invocarla per l’intervento miracoloso di un Babbo!»
Non so cosa rispondere al Filosofo, che mi parla con quell’espressione triste, mentre fuori dalla sua Bottega pochi rari turisti si aggirano come antichi fantasmi ortesi.
«E poi» riprende «questi giorni di finta gioia fanno brillare ancora di più la solitaria stella della nostra tristezza. Il dolore della mancanza si rinnova alle luci dell’albero e nel nostro presepe mancherà sempre quella presenza che, sola, potrebbe infondere un po’ di calore al nostro povero cuore…»
Uhmm... però uno non è mica obbligato a fare acquisti compulsivi e comportarsi come tutti gli altri, no? Si può anche festeggiare il Natale diversamente, se lo vogliamo. Certo che però quel Babbo Natale lì della Coca Cola è un po' inquietante, sembra un inno al consumismo! Diciamo che è difficile trovare un equilibrio tra quello che vogliamo noi e i martellamenti pubblicitari...
RispondiEliminaHai senz'altro ragione, ma ho l'impressione che il lamento del Filosofo abbia radice più esistenziali ed intime...
RispondiEliminaLa pubblicità della Coca Cola (1931) è una di quelle che hanno contributo a diffondere l'immagine di Santa Claus nel mondo. A proposito di globalizzaizone...
Buone feste... anche se sono orribilmente consumiste.
RispondiEliminaGrazie mille per il commento, CIAO!!! :-D
Grazie per il commento Alfa.
RispondiEliminaSpero che il filosofo trovi la sua presenza consolante che io per adesso sento molto vicino.
Terry
Mmm... questa mi sembra la tipica depressione post-feste che quest'anno è arrivata in anticipo!
RispondiEliminaConosco centinaia di persone che odiano il Natale e non lo festeggiano... il Filosofo non è obbligato a farlo.
Da parte mia, credo invece di essere il figlio illegittimo di Santa Claus, tanto percepisco e amo l'atmosfera natalizia!
P.S.A proposito della leggenda metropolitana dell'abito rosso di Babbo Natale inventato dalla Coca-Cola, ho trovato su youtube un film muto del 1898 con Babbo Natale nel suo tipico abbigliamento
http://www.youtube.com/watch?v=Dc3ei1tseeM
Quante verità in quel filosofo.
RispondiEliminaOrmai è da anni che anch'io sono dello stesso avviso...per fortuna ci sono ancora persone che danno il giusto significato al Natale e si comportano di conseguenza.
Un caro saluto.
@ Lario: grazie!
RispondiElimina@ Terry: ho paura che i guai del Filosofo dureranno a lungo...
@ Tarkan: infatti il Filosofo non festeggia. E con le sue ubbie è persino riuscito a rovinarmi un po' lo spirito natalizio...
Segnalazione interessante, tanto più che viene dal "figlio illegittimo di Santa Claus" (mmm, cosa direbbe il tuo babbo se leggesse il mio blog? Mah, spero per te che non sia tra i miei lettori...).
Il filmato è interessante, dicevo, peccato che sia in bianco e nero. Impossibile dire se l'abito sia rosso o... verde.
Ciao!
ooops Stella, ci sei anche tu? Devi aver postato mentre rispondevo agli altri...
RispondiEliminaComunque hai ragione.
ehehhe pienamente ragione.... i miei regali si riducono sempre piu' e per fortuna quest'anno sono stati pochissimi e per fertuna ne ho ricevuti pochissimi.........ma il preavviso serve...NON VOGLIO REGALI e NON NE FACCIO..!! :-D
RispondiElimina"...«E poi» riprende «questi giorni di finta gioia fanno brillare ancora di più la solitaria stella della nostra tristezza. Il dolore della mancanza si rinnova alle luci dell’albero e nel nostro presepe mancherà sempre quella presenza che, sola, potrebbe infondere un po’ di calore al nostro povero cuore…»"
RispondiEliminaQuesto passo sembra stato pensato e scritto da me, in effetti!!! Sintetizza il mio pensiero, relativamente a questi giorni. Proprio ieri sera, malinconica, ci riflettevo...
:*-(
@ Bruno: posso testimoniare che non è esattamente così?
RispondiElimina;)
@ Silvia: purtroppo per molti cuori spezzati è così...