Un giovane andava tutte le sere a trovare la fidanzata.
Un bel giorno, lungo la strada, vide una pecora che belava e lo fissava, quasi invitandolo a seguirla.
Le prime volte non gli diede peso, ma dopo alcune sere provò ad avvicinarsi. La pecora si lasciava accarezzare e anzi quasi pareva gli si strusciasse addosso, belando dolcemente.
Così, dopo alcune sere, decise di prenderla e portarla a casa da sua madre. La pecora però non lo seguiva mai se lui si allontanava. Trascinarla a braccia era impossibile, così una sera salì portando con sé una corda. Però, non appena fece per avvicinarsi, la pecora spiccò un gran balzo, saltando il muretto di pietra e scomparendo nel bosco.
La sera seguente, perché la pecora non si accorgesse della trappola, prese un rosario grosso, con la corda robusta e se lo mise in tasca. Quando la pecora si lasciò accarezzare, strusciandogli addosso, gli passò attorno al collo il rosario e con quella la trattenne. Quindi se ne tornò a casa con la pecora, chiudendola nel gabbiotto del maiale.
Il mattino dopo disse alla madre: «Ti ho portato a casa una pecora».
La madre, che lo conosceva bene, gli rispose: «Una pecora a casa! Ma smettila di fare il balordo!»
Il figlio insisteva: «È vero ti dico! L’ho chiusa nel gabbiotto del maiale!»
La madre, per levargli quella fissazione, lo seguì fino al gabbiotto, sospirando. Quando aprirono la porta si mise una mano sulla bocca, per non urlare.
Dentro c’era una donna nuda. Era una vecchia di loro conoscenza, che faceva sempre tanti complimenti al giovane…
Un bel giorno, lungo la strada, vide una pecora che belava e lo fissava, quasi invitandolo a seguirla.
Le prime volte non gli diede peso, ma dopo alcune sere provò ad avvicinarsi. La pecora si lasciava accarezzare e anzi quasi pareva gli si strusciasse addosso, belando dolcemente.
Così, dopo alcune sere, decise di prenderla e portarla a casa da sua madre. La pecora però non lo seguiva mai se lui si allontanava. Trascinarla a braccia era impossibile, così una sera salì portando con sé una corda. Però, non appena fece per avvicinarsi, la pecora spiccò un gran balzo, saltando il muretto di pietra e scomparendo nel bosco.
La sera seguente, perché la pecora non si accorgesse della trappola, prese un rosario grosso, con la corda robusta e se lo mise in tasca. Quando la pecora si lasciò accarezzare, strusciandogli addosso, gli passò attorno al collo il rosario e con quella la trattenne. Quindi se ne tornò a casa con la pecora, chiudendola nel gabbiotto del maiale.
Il mattino dopo disse alla madre: «Ti ho portato a casa una pecora».
La madre, che lo conosceva bene, gli rispose: «Una pecora a casa! Ma smettila di fare il balordo!»
Il figlio insisteva: «È vero ti dico! L’ho chiusa nel gabbiotto del maiale!»
La madre, per levargli quella fissazione, lo seguì fino al gabbiotto, sospirando. Quando aprirono la porta si mise una mano sulla bocca, per non urlare.
Dentro c’era una donna nuda. Era una vecchia di loro conoscenza, che faceva sempre tanti complimenti al giovane…
Mai portarsi a casa gli animali che ci guardano con occhi teneri...
RispondiElimina...potresti portarti in casa non solo il famiglio ma tutta la strega!
RispondiEliminaQuesta è anche meglio dellaprecedente.. alfa, ma tutte queste storie da dove le tiri fuori?
RispondiEliminaTi ringrazio per l'apprezzamento, M!ka.
RispondiEliminaLe storie sono mie rielaborazioni tratte da esperienze personali (non in questo caso!); dai racconti delle persone che incontro; o dai libri, come spiegherò a breve...
Raramente (almeno finora) me le sono inventate di sana pianta (di solito lo dichiaro o si capisce dal contesto).