giovedì 19 febbraio 2009

Viaggio a Roma


Vi ho parlato ieri dell’ottonaio del Cusio che da bersagliere partecipò alla presa di Roma e fu scomunicato dal Papa. Per inciso, l’ottonaio “maledetto” tornò a casa, mise su famiglia e i suoi discendenti lavorano ancora oggi l’ottone.
Come ho avuto modo di dire sempre ieri, non vi parlerò dei molti misteri di Roma. Non voglio rubare il mestiere ai “colleghi” romani che meglio di me conoscono la città. Sono sulle tracce, invece, dei molti cusiani giunti in città, nei tempi passati (ché di cusiani nell’Urbe ne arrivano a tutt’oggi).
Ne ho scovati alcuni le cui vicende, in gran parte sconosciute, mi piace condividere con voi.
Partirei da un tale di San Maurizio d’Opaglio che (lo lessi una volta in un antico libro mastro) nel Seicento gestiva una bottega in Piazza Navona, arrotondando gli incassi prestando denaro.
Salto dal lato meridionale del lago a quello settentrionale e risalendo il capriccioso corso del torrente Strona giungo sino a Campello Monti. Alcuni famosi gioiellieri di Roma discendono da una ragazza di quel paese, trasferitasi a Roma.
Tornando verso sud, una importante famiglia del soppresso comune di Isola San Giulio, che aveva possedimenti nella zona di Opagliolo, si trasferì a Roma ottenendo molto successo nel settore alberghiero.
Nutrita era la comunità di Alpiolesi insediata nella città papalina. Mi capitò, anni fa, di trovare un lasciapassare rilasciato ad uno di loro perché portasse in tutta tranquillità dei candelieri d’argento da Roma alla chiesa di San Carlo d’Alpiolo. C’erano molte frontiere da attraversare a quei tempi e farlo con merce non dichiarata poteva risultare molto pericoloso…

Ma il viaggio più incredibile è forse quello compiuto delle colonne di granito bianco del Montorfano (ma altre se ne aggiunsero in seguito, delle cave di Baveno e di Alzo) destinate alla Basilica di San Paolo: 2220 chilometri via acqua, scendendo il Lago Maggiore, il Ticino, i Navigli fino a Milano e da qui lungo il Po sino alla foci. Poi a Venezia per essere imbarcate su due navi che, circumnavigando l’Italia e risalendo il Tevere le scaricavano a Roma.
Così, amici romani, se volete toccare un pezzo di Piemonte, vi basta andare fuori le mura…



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9 commenti:

  1. Roma è bellissima e anche la Basilica di San Paolo fuori le mura...se non sbaglio è quella in cui sono ritratti tutti i papi fino all'attuale.
    La leggenda narra che quando verrà occupato anche l'ultimo tondo saranno riconsegnate le Chiavi della Chiesa a Pietro....

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  2. Che viaggiatori industriosi questi Cusiani! E' bello sentirti raccontare dei loro trascorsi e delle tracce che hanno lasciato!

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  3. ... tanti son i misteri di Roma.. e soprattutto i luoghi "nascosti" che pochi conoscono...

    ... un pezzo d Piemonte? nn sapevo... :)

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  4. Storia di famiglia.
    Relativamente agli Alpiolesi a Roma voglio ricordare anche chi a Roma non c'è mai arrivato. Uno zio del mio trisnonno Gallera, intorno agli anni 20 dell'800 partì per Roma per ivi espandere l'attività di famiglia, che già aveva laboratorio e negozio di articoli in cuoio a Milano, in via Broletto di fronte alla chiesa di S.Tommaso. Incappò nei briganti toscani, ne scampò a stento e rientrato ad Alpiolo ne morì di lì a poco. E di espansioni dell'attività non se ne parlò più.

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  5. @ Pupottina: ^___^

    @ Stella: non lo sapevo. Credo che a Roma di leggende di questo genere ce ne siano a centinaia...
    PS In che posizione è l'attuale?

    @ nokenicus: verrò a vedere

    @ vele:davvero molto industriosi e quasi (vedi sotto) inarrestabili.

    @ SaDiCa: credo che per scoprirne veramente i segreti un forestiero dovrebbe lasciarsi condurre da un "indigeno"...

    @ Domenico: una storia davvero molto interessante. Varrebbe la pena di approfondirla...

    Grazie!

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  6. .. esatto... :P
    nn si finisce mai d scoprire in una città come Roma.. a volte mi stupisco io stessa.. d quello che vedo.. :O

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  7. E a Roma c'è anche S. Giulio, il drago, ed il lago d'Orta con l'isola... sono gli affreschi della capella Maffioli, la terza a destra nella bellissima chiesa della Trinità dei Pellegrini, fra palazzo Farnese e Campo dei Fiori, la parrocchia per il rito Tridentino a Roma.
    La cappella, già dedicata all'Annunciazione, è affrescata con le storie di S. Giulio, da G.B. Ricci detto il Novara, per commissione di un Ortese che aveva fatto fortuna a Roma, Giulio Maffioli, come tanti Rivieraschi, e vi si vede l'isola di S. Giulio com'era nel primo '600, con le storie di S. Giulio.

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  8. Grazie per questa interessante segnalazione, Anonimo.
    Se mi riuscirà cercherò di trarne un approfondimento per il blog.
    E certamente andò a visitare la cappella, la prossima volta che andrò a Roma.

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.