Per sollevare Icardi dall’accusa di falso giuramento e contemporaneamente da qualsiasi sospetto di simpatie per i comunisti, la difesa inviò in Italia Robert Maheu.
L’ex agente del FBI ritornò negli USA con una “confessione” dell’ex comandante garibaldino Vincenzo Moscatelli, nella quale l’allora senatore avrebbe ammesso “di essere responsabile per la morte di Holohan” scagionando Icardi da ogni accusa.
Poiché oggetto del dibattimento negli Stati Uniti non era stabilire chi avesse ucciso Holohan, ma bensì se Icardi avesse mentito alla sottocommissione, la veridicità di tale dichiarazione non venne ulteriormente verificata ascoltando i testimoni.
L’avvocato di Icardi, Edward Bennett Williams attaccò quindi l’impianto accusatorio, sostenendo che la Sottocommissione che aveva interrogato l’imputato, non aveva alcun diritto di farlo. Pertanto, indipendentemente dal fatto che le dichiarazioni rese fossero vere o false, l’accusa di falso giuramento non aveva ragione di essere.
Il 19 aprile 1956 il giudice Richmond B. Keech accolse le argomentazioni della difesa e non solo assolse Icardi, ma censurò con parole dure la condotta del capo della commissione, W. Sterling Cole.
Pare che alla lettura della sentenza Icardi abbia pianto.
In seguito, fino alla pensione, esercitò la professione legale in Florida.
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