«Da qui parte una disputa lunga secoli per rispondere a una sola domanda, la più misteriosa di tutta la Bibbia: chi sarebbe l’uomo il cui nome corrisponde al 666?» «Ha che fare con Satana», replicò subito lei. «L’ho visto un sacco di volte in tv, sui muri delle chiese sconsacrate, o in luoghi dove la polizia aveva smantellato qualche setta satanica.» «Idiozie per idioti. Il 666 è un mistero che attira e perciò è sempre stato usato per impressionare i creduloni e ricavarne qualche guadagno.»
Roger R. Talbot, I numeri della sabbia
“Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia, poiché quel numero è di uomo”.
Chi lancia questa sfida è l’autore dell’Apocalisse (Ap 13,18). Il numero è il famoso (o famigerato per le tante idiozie sataniste in circolazione) seicentosessantasei. Attorno a questo enigma si sviluppa il romanzo I numeri della sabbia, di Roger R. Talbot.
Avevo già parlato del libro, segnalato e commentato anche da Orta Blog e dai suoi lettori. Dopo la lettura, decisamente rapida, perché il libro è avvincente e la storia scorre di pagina in pagina nonostante le citazioni, torno a riparlarne.
Il giudizio è sostanzialmente positivo. Il genere è, naturalmente, quello del thriller fantareligioso e deve piacere. I numeri della sabbia è comunque un libro avvincente che mescola abilmente dati di realtà, ricostruzioni storiche e scenari futuribili.
La vicenda ruota attorno all’ultimo e il più misterioso dei libri che compongono la Bibbia, l’Apocalisse. Apocalisse vuol dire “rivelazione”. In questo caso rivelazione di eventi che avverranno, fatta a Giovanni, tradizionalmente identificato con l’Evangelista Giovanni, il “discepolo che Gesù amava (Gv 21,20)”. Il testo è volutamente enigmatico e oggetto di interminabili controversie in particolar modo per la corretta interpretazione di alcune profezie. Una di esse ruota attorno al “numero” della “seconda bestia” (Ap. 13,11 ss). Tale numero è il 666, numero dietro cui si celerebbe un uomo.
Con questo numero e soprattutto con la persona che dietro esso si cela, un miliardario arabo deciso a precipitare il mondo in un nuovo Medioevo, dovrà confrontarsi Liam Brine, un tranquillo studioso che nel giro di poche ore si troverà ad assistere al suicidio del suo maestro e al rapimento del fratello, ritrovandosi , con l’unico aiuto della cognata, nel mezzo di un intrigo internazionale che si dipana dall’Irlanda a Roma e dalla Patagonia ad Abu Dhabi.
Al centro di questo intreccio il Monastero benedettino di clausura “Mater Ecclesiae”, costruito su una piccola isola al centro di un piccolo lago ai piedi delle Alpi…
Le prime righe del romanzo sono sufficienti, per chi conosce il luogo, ad identificarlo. Gli altri forse faticheranno un poco, come i protagonisti, ad individuarlo. In ogni caso il romanzo non perde di fascino e si sviluppa con una serie di colpi di scena e complotti orditi da oscure organizzazioni. Alla fine è annunciata anche, per chi saprà sciogliere l’enigma, la data dell’Apocalisse. Non già la fine del mondo, ma certamente l’inizio di una nuova epoca.
Roger G. Talbot ha 56 anni e vive in Italia da quarant'anni, dividendo la vita fra Roma e la Toscana. Nel suo spazio dichiara di essere uno spirito libero che ama allo stesso modo Italia e Irlanda, sentendosi cittadino di entrambe. E' un appassionato della storia delle religioni, e della storia dei simboli alfabetici e matematici. In generale di tutto quello che stimola a capire come il passato si riflette sull'attuale
Qualcuno tuttavia ha avanzato il dubbio che dietro questa identità si celi un misterioso scrittore italiano…
Roger R. Talbot, I numeri della sabbia
“Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia, poiché quel numero è di uomo”.
Chi lancia questa sfida è l’autore dell’Apocalisse (Ap 13,18). Il numero è il famoso (o famigerato per le tante idiozie sataniste in circolazione) seicentosessantasei. Attorno a questo enigma si sviluppa il romanzo I numeri della sabbia, di Roger R. Talbot.
Avevo già parlato del libro, segnalato e commentato anche da Orta Blog e dai suoi lettori. Dopo la lettura, decisamente rapida, perché il libro è avvincente e la storia scorre di pagina in pagina nonostante le citazioni, torno a riparlarne.
Il giudizio è sostanzialmente positivo. Il genere è, naturalmente, quello del thriller fantareligioso e deve piacere. I numeri della sabbia è comunque un libro avvincente che mescola abilmente dati di realtà, ricostruzioni storiche e scenari futuribili.
La vicenda ruota attorno all’ultimo e il più misterioso dei libri che compongono la Bibbia, l’Apocalisse. Apocalisse vuol dire “rivelazione”. In questo caso rivelazione di eventi che avverranno, fatta a Giovanni, tradizionalmente identificato con l’Evangelista Giovanni, il “discepolo che Gesù amava (Gv 21,20)”. Il testo è volutamente enigmatico e oggetto di interminabili controversie in particolar modo per la corretta interpretazione di alcune profezie. Una di esse ruota attorno al “numero” della “seconda bestia” (Ap. 13,11 ss). Tale numero è il 666, numero dietro cui si celerebbe un uomo.
Con questo numero e soprattutto con la persona che dietro esso si cela, un miliardario arabo deciso a precipitare il mondo in un nuovo Medioevo, dovrà confrontarsi Liam Brine, un tranquillo studioso che nel giro di poche ore si troverà ad assistere al suicidio del suo maestro e al rapimento del fratello, ritrovandosi , con l’unico aiuto della cognata, nel mezzo di un intrigo internazionale che si dipana dall’Irlanda a Roma e dalla Patagonia ad Abu Dhabi.
Al centro di questo intreccio il Monastero benedettino di clausura “Mater Ecclesiae”, costruito su una piccola isola al centro di un piccolo lago ai piedi delle Alpi…
Le prime righe del romanzo sono sufficienti, per chi conosce il luogo, ad identificarlo. Gli altri forse faticheranno un poco, come i protagonisti, ad individuarlo. In ogni caso il romanzo non perde di fascino e si sviluppa con una serie di colpi di scena e complotti orditi da oscure organizzazioni. Alla fine è annunciata anche, per chi saprà sciogliere l’enigma, la data dell’Apocalisse. Non già la fine del mondo, ma certamente l’inizio di una nuova epoca.
Roger G. Talbot ha 56 anni e vive in Italia da quarant'anni, dividendo la vita fra Roma e la Toscana. Nel suo spazio dichiara di essere uno spirito libero che ama allo stesso modo Italia e Irlanda, sentendosi cittadino di entrambe. E' un appassionato della storia delle religioni, e della storia dei simboli alfabetici e matematici. In generale di tutto quello che stimola a capire come il passato si riflette sull'attuale
Qualcuno tuttavia ha avanzato il dubbio che dietro questa identità si celi un misterioso scrittore italiano…
Mmmh... mistero nel mistero, quindi? E avrebbe assunto un'identità irlandese per rendersi più interessante?
RispondiEliminaIo adoro l'Irlanda, non vedo l'ora di poterci andare... le parti ambientate lì sono consitenti?
E soprattutto: la smetto di fare domande??
Le parti ambientate in Irlanda, intendi?
RispondiEliminaC'è una buona parte iniziale (ma le scene passano rapidamente da un capo all'altro del mondo...). E un poliziotto irlandese è tra i protagonisti.
Bellissimo post...interessante...ho un premio per te sul mio blog...vieni pure a prenderlo...e quello di titty.baci.
RispondiEliminaDeve essere un libro molto bello, spero di avere il tempo di leggerlo, prima o poi! (io sono un tipo strano, compro decine di libri in una volta sola e poi sono capace di lasciarli a fare la muff per anni finchè non trovo il tempo di leggerli)
RispondiEliminadeve essere forte.....mi piacciono i thriller su sfondo religioso.... un po' al "Codice da vinci" ....
RispondiEliminail mio tempo per leggere è quasi nullo :-( ma ne terro' conto
Buon inizio settimana caro Alfa!!
RispondiEliminaViva i misteri... grazie per il consiglio letterario e per il commento, CIAO!!!
RispondiEliminaA me è piaciuto. Lo consiglio agli amanti del genere.
RispondiEliminagrazie per i commenti.
sì, è proprio lui il libro ...
RispondiEliminame lo ha regalato Gino ... beh! allora lo devo leggere ... ;-)
Il libro è bello e merita di essere letto.
RispondiEliminaFammi sapere, quando hai finito.
ok.... ma dammi un po' di tempo per iniziarlo....
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