Se sto salendo su questa collina antica, dove si dice abbia fatto sosta il grande Leonardo Da Vinci, è per via della Maga. Ormai conoscete le sue passioni e i suoi interessi. Oltre ad amare le tisane e la natura in generale, essa sostiene di avere un rapporto privilegiato con le creature del Piccolo Popolo. Folletti, gnomi, fate, elfi, e compagnia, per intenderci. Così, ogni volta che ho dei dubbi sull’argomento mi rivolgo a lei.
I lettori più smaliziati diranno che c’è una contraddizione nelle mie parole, dal momento che in varie parti di questo blog sostengo di vivere con una folletta di nome Malilkà. Devo precisare, per amore di verità, che Malikà costituisce un caso a parte. Essa infatti fu trovata in un bosco di montagna e adottata da una coppia di umani quando era molto piccola. Malikà, normalmente, mantiene le sembianze umane acquisite da bambina. Solo occasionalmente rivela la sua vera anima di folletta dispettosa, quando sale in montagna, ad esempio, e saltella felice nei boschi cantando canzoncine sconvenienti; o quando combina tiri bricconi al sottoscritto e ai malcapitati lettori di questo blog.
Inoltre, essendo stata allontanata dal suo popolo prima che potesse impararne il linguaggio, essa ben poco sa della razza cui appartiene e ancora meno volentieri ne parla, giungendo talora, comprensibilmente del resto, a negare persino la sua vera natura.
Pertanto, se voglio sapere qualcosa a proposito del Piccolo Popolo, il mio riferimento principale resta la Maga. Almeno fino ad ieri. Quando andai a trovarla, nell’offrirmi una tisana a base di the, calendula e gelsomino, cominciò uno strano discorso.
«Non te ne ho parlato prima» mi disse «dal momento che volevo osservare prima come ti saresti comportato. Sai, parlare di certi argomenti su un blog può prestarsi a fraintendimenti…»
Confesso che rimasi un po’ male a quelle parole. D’altro canto ho già avuto modo di constatare come certe persone non apprezzino questo genere di cose. Lo diceva già Edoardo Bennato, molti anni fa, in una delle mie canzoni preferite, l’Isola che non c’è
“E a pensarci, che pazzia,
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa:
non può esistere nella realtà!
…
E ti prendono in giro
se continui a cercarla,
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te!”
«Invece» continua la Maga «ho constatato che hai sempre parlato in modo rispettoso del Piccolo Popolo e dei suoi amici.»
Ero sotto osservazione e non lo sapevo. Pazienza, almeno mi sono evitato lo stress da esame.
«Pertanto» prosegue sorridente «ho deciso di parlarti di lei.»
Allora mi rendo conto che tutto quel preambolo serviva solo ad introdurre un nuovo misterioso personaggio tenendomi sulle spine.
«Per prima cosa devo dirti che è una strega…»
In vita mia ho incontrato di persona due streghe. La prima lo era dichiaratamente, anche se era piuttosto una filosofa della natura. Discorremmo un intero pomeriggio sullo Spirito che secondo lei pervade ogni cosa, intervenendo benignamente a favore degli uomini o voltando loro le spalle se essi non seguono le leggi della natura. Conservo ancora da qualche parte in uno dei miei disordinati cassetti, una foto di questa sciamana, amata e temuta dal suo popolo. Nell’immagine ella guarda il cielo come per scorgervi le tracce visibili dello Spirito. Non chiedetemi di pubblicarla, però, dal momento che non chiesi il suo consenso e non tradirei mai la sua fiducia, nonostante oceani e continenti ci separino.
La seconda presumo avrebbe negato di essere una strega, se glielo avessi chiesto. Dietro i suoi occhi chiari da fata del nord, percepii chiaramente un animo ostile. Quello che vidi, nel retro del suo giardino, ancora oggi mi gela il ricordo, facendomi accapponare la pelle. Compresi allora che, a dispetto della sua bellezza esteriore, nel suo animo si accumulava un nero squallore.
Una strega bianca ed una nera, insomma, questo è il bilancio dei miei incontri con il mondo della stregoneria. Pertanto sono curioso di sapere chi sia quella che la Maga mi sta introducendo.
«È una strega bianca» precisa subito, quasi rispondendo alla mia silenziosa domanda «e si diletta di erbe, fiori, animali. Un tempo viveva qui, ma poi ha dovuto fuggire, per colpa di una fattucchiera dedita alla magia oscura. Ora vive in esilio, lontano dal lago che tanto ama, su una rocca isolata da cui vede quello stesso Monte Rosa che poteva osservare dalla sua antica residenza. Le sue uniche consolazioni sono un fedele lupo ed un gatto magico. Di notte, poi, la Dama del Lago, questo è il suo nome, si aggira nei boschi alla luce della luna e incontra fate e folletti…»
Dovevo aspettarmelo. Un’amica della Maga non poteva essere meno originale – il Maestro direbbe “stramba” – di lei. Ma tant’è. La Maga ha deciso che devo assolutamente incontrarla e per convincermi sfodera argomenti contro i quali sa che non posso resistere. In fondo, come si dice, la carne è debole…
«Tra l’altro prepara meravigliose tisane, accompagnate da biscotti e torte veramente da favola...»
Eccomi quindi sulla soglia della dimora della Dama del Lago. Qui mi accoglie un grosso lupo dall’aria minacciosa, che si calma immediatamente alla voce della padrona che mi invita ad entrare.
Mentre sto varcando la soglia noto, con la coda dell’occhio, una bambina allontanarsi di corsa, come stesse fuggendo. Questo, unito al fatto che il lupo non mi toglie mai gli occhi di dosso, mi riempie subito di una sottile inquietudine.
Soltanto la vista di una delle torte tanto decantate dalla Maga mi tranquillizza. Così il famoso gatto mi appare come un normalissimo felino domestico. Di magico, infatti, non mi sembra avere nulla. Dopo essersi strofinato sulle mie gambe, per marcarmi quale parte integrante del suo territorio, se ne torma a dormire il sonno del giusto, evidentemente soddisfatto di aver assolto il suo compito.
Così, mentre la torta viene tagliata e il tè viene versato, ascolto dalle vive parole della Dama del Lago, la storia che ha deciso di raccontarmi.
Parole che ascolterete anche voi. Domani…
Parte 1 scritta da Alfa
Parte 2 scritta da Alfa
Parte 3 scritta da la Dama del Lago
Parte 4 scritta da la Dama del Lago
Parte 5 scritta da Alfa
I lettori più smaliziati diranno che c’è una contraddizione nelle mie parole, dal momento che in varie parti di questo blog sostengo di vivere con una folletta di nome Malilkà. Devo precisare, per amore di verità, che Malikà costituisce un caso a parte. Essa infatti fu trovata in un bosco di montagna e adottata da una coppia di umani quando era molto piccola. Malikà, normalmente, mantiene le sembianze umane acquisite da bambina. Solo occasionalmente rivela la sua vera anima di folletta dispettosa, quando sale in montagna, ad esempio, e saltella felice nei boschi cantando canzoncine sconvenienti; o quando combina tiri bricconi al sottoscritto e ai malcapitati lettori di questo blog.
Inoltre, essendo stata allontanata dal suo popolo prima che potesse impararne il linguaggio, essa ben poco sa della razza cui appartiene e ancora meno volentieri ne parla, giungendo talora, comprensibilmente del resto, a negare persino la sua vera natura.
Pertanto, se voglio sapere qualcosa a proposito del Piccolo Popolo, il mio riferimento principale resta la Maga. Almeno fino ad ieri. Quando andai a trovarla, nell’offrirmi una tisana a base di the, calendula e gelsomino, cominciò uno strano discorso.
«Non te ne ho parlato prima» mi disse «dal momento che volevo osservare prima come ti saresti comportato. Sai, parlare di certi argomenti su un blog può prestarsi a fraintendimenti…»
Confesso che rimasi un po’ male a quelle parole. D’altro canto ho già avuto modo di constatare come certe persone non apprezzino questo genere di cose. Lo diceva già Edoardo Bennato, molti anni fa, in una delle mie canzoni preferite, l’Isola che non c’è
“E a pensarci, che pazzia,
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa:
non può esistere nella realtà!
…
E ti prendono in giro
se continui a cercarla,
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te!”
«Invece» continua la Maga «ho constatato che hai sempre parlato in modo rispettoso del Piccolo Popolo e dei suoi amici.»
Ero sotto osservazione e non lo sapevo. Pazienza, almeno mi sono evitato lo stress da esame.
«Pertanto» prosegue sorridente «ho deciso di parlarti di lei.»
Allora mi rendo conto che tutto quel preambolo serviva solo ad introdurre un nuovo misterioso personaggio tenendomi sulle spine.
«Per prima cosa devo dirti che è una strega…»
In vita mia ho incontrato di persona due streghe. La prima lo era dichiaratamente, anche se era piuttosto una filosofa della natura. Discorremmo un intero pomeriggio sullo Spirito che secondo lei pervade ogni cosa, intervenendo benignamente a favore degli uomini o voltando loro le spalle se essi non seguono le leggi della natura. Conservo ancora da qualche parte in uno dei miei disordinati cassetti, una foto di questa sciamana, amata e temuta dal suo popolo. Nell’immagine ella guarda il cielo come per scorgervi le tracce visibili dello Spirito. Non chiedetemi di pubblicarla, però, dal momento che non chiesi il suo consenso e non tradirei mai la sua fiducia, nonostante oceani e continenti ci separino.
La seconda presumo avrebbe negato di essere una strega, se glielo avessi chiesto. Dietro i suoi occhi chiari da fata del nord, percepii chiaramente un animo ostile. Quello che vidi, nel retro del suo giardino, ancora oggi mi gela il ricordo, facendomi accapponare la pelle. Compresi allora che, a dispetto della sua bellezza esteriore, nel suo animo si accumulava un nero squallore.
Una strega bianca ed una nera, insomma, questo è il bilancio dei miei incontri con il mondo della stregoneria. Pertanto sono curioso di sapere chi sia quella che la Maga mi sta introducendo.
«È una strega bianca» precisa subito, quasi rispondendo alla mia silenziosa domanda «e si diletta di erbe, fiori, animali. Un tempo viveva qui, ma poi ha dovuto fuggire, per colpa di una fattucchiera dedita alla magia oscura. Ora vive in esilio, lontano dal lago che tanto ama, su una rocca isolata da cui vede quello stesso Monte Rosa che poteva osservare dalla sua antica residenza. Le sue uniche consolazioni sono un fedele lupo ed un gatto magico. Di notte, poi, la Dama del Lago, questo è il suo nome, si aggira nei boschi alla luce della luna e incontra fate e folletti…»
Dovevo aspettarmelo. Un’amica della Maga non poteva essere meno originale – il Maestro direbbe “stramba” – di lei. Ma tant’è. La Maga ha deciso che devo assolutamente incontrarla e per convincermi sfodera argomenti contro i quali sa che non posso resistere. In fondo, come si dice, la carne è debole…
«Tra l’altro prepara meravigliose tisane, accompagnate da biscotti e torte veramente da favola...»
Eccomi quindi sulla soglia della dimora della Dama del Lago. Qui mi accoglie un grosso lupo dall’aria minacciosa, che si calma immediatamente alla voce della padrona che mi invita ad entrare.
Mentre sto varcando la soglia noto, con la coda dell’occhio, una bambina allontanarsi di corsa, come stesse fuggendo. Questo, unito al fatto che il lupo non mi toglie mai gli occhi di dosso, mi riempie subito di una sottile inquietudine.
Soltanto la vista di una delle torte tanto decantate dalla Maga mi tranquillizza. Così il famoso gatto mi appare come un normalissimo felino domestico. Di magico, infatti, non mi sembra avere nulla. Dopo essersi strofinato sulle mie gambe, per marcarmi quale parte integrante del suo territorio, se ne torma a dormire il sonno del giusto, evidentemente soddisfatto di aver assolto il suo compito.
Così, mentre la torta viene tagliata e il tè viene versato, ascolto dalle vive parole della Dama del Lago, la storia che ha deciso di raccontarmi.
Parole che ascolterete anche voi. Domani…
Parte 1 scritta da Alfa
Parte 2 scritta da Alfa
Parte 3 scritta da la Dama del Lago
Parte 4 scritta da la Dama del Lago
Parte 5 scritta da Alfa
Un'avvertenza: i fatti ed i personaggi descritti in questa storia, sono di pura fantasia. Ogni riferimento a persone e vicende vere è puramente casuale.
RispondiEliminaGattone, un lupo e tisane con torta ...mi piace sta Dama del Lago ....aspetto che ha da raccontare , intanto sbaffo qualche fetta tortesca miaoooo
RispondiEliminaLe streghe sono sempre affascinanti e poi le incontri nei luoghi più impensati. Una volta ne ho trovate tre su un treno che, pare, tornavano da un Sabba...
RispondiEliminaMi sembra un personaggio intrigante la dama del lago. E poi anch'io mi sarei sentita a mio agio dopo la strusciata del micio e un bel pezzo di torta!
RispondiEliminaAnche a me piace la Dama del Lago! E poi che accoglienza: micione che si struscia sulle gambe e una bella fetta di torta :-)
RispondiEliminaE questa sarebbe l'epopea delle mie origini?
RispondiEliminaBof, uno stacchetto striminzito da avanspettacolo.
Sono proprio delusa!
Ora vado a piangere in santa pace, poi al mio ritorno tirerò qualche papagna, come sanno i blogger più smaliziati.
(Menin aeide, Thea...)
Cara Malikà, mi difetta l'arte per poter descrivere l'epicità della tua vicenda. E un blog cialtronesco come questo non è il posto migliore cui affidare certe parole.
RispondiEliminaDi' un po', Alfa, l'hai convinta?
RispondiEliminaCara Jamila,
RispondiEliminadirei di no... Anzi sono vieppiù risentita di non essere considerata degno argomento di un blog cialtronesco (io? iooo?? IOOO???).
p.s.: grande Jamila!!!!
@ Fel: sbaffa, che tanto è gratis.
RispondiElimina@ Tenar: e poi si dice che il servizio di Trenitalia sia decaduto: Sostituiscono le scope coi treni! ma forse un treno ed una scopa vanno alla stessa velocità...
@ Vele: lo immaginavo! Si, ottima accoglienza.
@ Jamila: come vedi Malikà ti ha già risposto. Aggiungo che è entusiasta del tuo interessamento e va salterellando per la casa...
Ringrazio Malikà.
RispondiEliminaCol buonumore, le papagne saranno rimandate!
Ciao a tutti e due
Già, fiuuuu....
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