mercoledì 28 ottobre 2009

Un azzeccagarbugli di paese

L’avvocato Volpicini è uno degli amici che Alfa incontra all’ora dell’aperitivo. Questo curioso personaggio è un vero azzeccagarbugli di paese, nel senso che di mestiere fa realmente l’avvocato, anche se il suo vero nome è, chiaramente, un altro. Alfa lo chiama in questo modo per quella sua faccia da piccola volpe col naso all’insù, sotto i suoi occhialetti tondi, come se annusasse continuamente l’aria.
Occorre dire che il Volpicini non è di quegli avvocati che difendono solo clienti ricchi. Alfa ha raccontato così la questione: “Agli inizi della carriera veniva pagato addirittura in natura. No, non sto parlando di favori sessuali. In pollastri, veniva pagato. Polli veri, vivi e vegeti, per essere più chiari. Un po’ come l’Azzeccagarbugli e i capponi di Renzo Tramaglino, per intenderci. Un compenso che ti crea pure il problema di dover ammazzare il pennuto, cosa tutt’altro che facile se non sei del mestiere e hai il cuore sensibile. Oggi di polli non ne riceve più, almeno credo, ma ho l’impressione che il suo onorario continui ad essere, diciamo così, popolare.”
Uno dei suoi clienti, suo malgrado, più affezionati, è il Gino, un piccolo ribaldo di paese dall’indole che definire criminale sarebbe poco. Un delinquente con una sola attenuante: essere il ladro più sfortunato della terra. Naturalmente Volpicini si diverte un mondo a raccontare le disavventure del Gino.

L’altra grande passione di Volpicini è la bottiglia. Spesso la sua serata comincia al bar. Al primo giro di aperitivi ne seguono almeno altri tre o quattro, giusto per ingannare l’attesa. Del resto Volpicini è un atleta della bevuta, un vero campione olimpico, fin dai tempi in cui s’intrufolava ai matrimoni simulando di essere un amico degli sposi. È capace di ingurgitare quantità incredibili di alcool, capaci di stendere chiunque.
Per fortuna Volpicini non guida, così quando partecipa alle cene dei coscritti non corre il rischio di far saltare l’etilometro all’uscita del ristorante. Perché sedutisi a tavola, il rosso scorre a fiumi, seguito dallo spumante, poi dalla grappa corretta al caffè, per arrivare infine all’ammazzacaffè. Di solito i suoi vicini di tavolo a quel punto si sono già tolti la camicia e ballano sui tavoli, mentre lui, imperterrito raccoglie meticolosamente le bottiglie che trova sul tavolo, dando casa ai poveri orfanelli che vi trova all’interno. Spesso per lui, e i pochi che riescono a stargli dietro, la nottata prosegue in un bar per sciacquarsi la gola con un goccetto prima di tornare a casa…

7 commenti:

  1. Ah, i capponi rissosi del Renzo! Me li immagino mentre il cliente di turno li porta al'avvocato Volpicini! Spero che ti abbia invitato qualche volta a mangiarli con contorno di patate ;)

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  2. Ah, i capponi rissosi del Renzo! Me li immagino mentre il cliente di turno li porta al'avvocato Volpicini! Spero che ti abbia invitato qualche volta a mangiarli con contorno di patate ;)

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  3. Urca, otrebbe essere uno a caso dei miei parenti veneti, almeno per quanto riguard ail bere...

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  4. Che uno se l'immagina il Volpicini e il Gino a tramare per tirare quest'ultimo fuori dai guai. Carinissimo questo racconto, bei personaggi ...... miaooooo

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  5. Ma porca miseria!!!
    Tocca portà l'avvocato a S.Patrignano!!!!

    ^_____^
    eheheheeheheh
    un bacio!

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