sabato 14 giugno 2014

L’amore ai tempi del gladio



Quando si parla dei Romani, quelli antichi intendo non quelli che popolano Roma oggi, in genere si oscilla tra due sentimenti. Ci sono quelli che esaltano la grandezza dell’Urbe, con le sue leggi  e i suoi monumenti, e quelli che sottolineano il lato sanguinario di un potere che per secoli non ebbe rivali. Eserciti di addestratissimi legionari che schiacciarono ogni resistenza da parte delle eroiche ma più deboli popolazioni confinanti. Come i Celti del nord Italia, sconfitti e oppressi dall’aquila di Roma.
Le cose, come sempre, sono più complicate e proprio per questo più interessanti. Un caso davvero intrigante è quello del vaso di Metelos, scoperto a Carcegna alla fine dell’Ottocento. Leggendo l’iscrizione che vi fu incisa si possono intravedere le tracce una storia d’amore interetnica tra il “romano” Metelos e sua moglie Asmina, che invece era di etnia celtica. 

Qui ne trovate anche una mia versione romanzata.

Se questa storia vi ha interessato, vi consiglio la lettura di un nuovo volume, dedicato a Carcegna, in cui vari autori ne analizzano la storia e le tradizioni. Tra queste cito il Cantarmarzo, che si svolgeva nottetempo alla fine di febbraio e animava la vita della comunità per qualche mese. Tra i vari articoli ce n’è anche uno mio dedicato alle origini di questo piccolo paese e agli interessanti ritrovamenti archeologici che vi furono effettuati. 

L’appuntamento è a Carcegna, nella chiesa parrocchiale, sabato 28 giugno alle 16,45.

1 commento:

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.