domenica 6 maggio 2012

Quando un romanzo apre un’epoca



Nel 1764 in Inghilterra veniva pubblicato il romanzo "Il Castello di Otranto”. La storia era presentata come la traduzione ad opera del gentiluomo William Marshal di un manoscritto originale italiano, scritto nel 1529 da Onofrio Muralto, Vescovo della Chiesa di San Nicola di Otranto.
Visto il grande successo ottenuto, il vero autore decise di venire allo scoperto, mettendo da parte la sua identità misteriosa. Era Horace Walpole (1717 – 1797), 4º Conte di Orford. Il suo romanzo,  "Il Castello di Otranto”,  è considerato il primo romanzo “gotico” della storia della letteratura. Storie ambientate in antiche e misteriose abitazioni, su cui gravano sinistre maledizioni, infestate da fantasmi e altre terrificanti presenze.

Walpole non si limitò a scrivere, ma dedicò buona parte della sua vita a trasformare la villa di Strawberry Hill, che aveva comprato nel 1750, in un castello neogotico. In questo modo diede vita a un genere architettonico, basato sulla ripresa di elementi tipici dell’architettura medievale.
Una delle caratteristiche è l’abbondante uso di finestre nelle facciate. Le finestre di vetro erano già conosciute in epoca romana, ma con la fine dell’impero e la scarsità di materiali erano cadute in disuso. Con l’architettura gotica medievale furono nuovamente introdotte le grandi vetrate per creare effetti di luce all’interno degli edifici.

La dama al davanzale, si presume in attesa del cavaliere, è un tema caro anche ai pittori Preraffaelliti. Le loro immagini, assieme all’architettura neogotica, ebbero grande importanza nella costruzione dell’idea che noi abbiamo del medioevo.
Il successo di questo stile fu grande, specialmente in Inghilterra. Nel 1834 il Palazzo di Westminster, sede del Parlamento inglese, fu distrutto quasi completamente da un incendio. E fu ricostruito proprio sulla base di un progetto architettonico neogotico.

Anche in Italia non mancano esempi di questo stile architettonico. Uno dei più curati è il borgo medievale di Torino, costruito per ospitare l'Esposizione internazionale del 1884.
Al progetto partecipò tra gli altri l’architetto Carlo Nigra, che raccolse un’importantissima documentazione sui castelli del Piemonte, effettuando i rilievi dei meglio conservati, anche sul territorio novarese.

Carlo Nigra fu molto attivo anche sul lago d’Orta (aveva una villa a Miasino),  dove realizzò vari progetti, come la facciata della chiesa di Miasino o Villa Monte Oro ad Ameno.
Sempre ad Ameno si trova il giardino di Palazzo Tornielli (nella foto) che è un interessante esempio di giardino neogotico, con tanto di torre e finestre dipinte sul muro che lo circonda come una grande quinta teatrale. Recentemente è stato restaurato e riportato al suo antico splendore.

2 commenti:

  1. Ispirazione questo post per delel belle gite in giro per l'Italia. Bacimiaooooùùùùùùùù

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  2. l'ho letto da bambina quel romanzo, mi piacerebbe rileggerlo.

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.