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mercoledì 20 novembre 2013

Spiriti bizzarri



Il lago d’Orta sembra avere, tra le tante, una virtù particolare: quella di generare o attrarre spiriti bizzarri. Lo dico, sia ben chiaro, con grande affetto e stima per questi scrittori, per lo più ma non solo, che hanno lasciato tra le pagine più belle dedicate a questo piccolo specchio d’acqua, popolandolo di personaggi indimenticabili.
Ma, per citare Domenico Brioschi, che a buon diritto fa parte di questo elenco, procediamo con ordine!  

Partiamo dal decrepito e ricchissimo novantaquattrenne barone Lamberto che vive sull’isola di San Giulio e paga sei persone per ripetere incessantemente il suo nome, avendo scoperto essere questo rimedio infallibile per sopravvivere alle sue ventiquattro malattie e anzi addirittura per ringiovanire. 
Il protagonista di “C'era due volte il Barone Lamberto ovvero I misteri dell'isola di San Giulio” uscì dalla fertile penna di Gianni Rodari, grande narratore di storie per l’infanzia, che delle fantasie bizzarre e dei pensieri anarchici era non solo un maestro, ma anche un grande estimatore. Del resto era nato ad Omegna, città attraversata dalle acque della Nigoglia, da cui, sempre secondo lo stesso Autore, fu tratta una lapide che diceva “La Nigoeuja la va in su; e la legg la fèm nϋ!” (“La Nigoglia scorre in su; e la legge la facciamo noi!”). Tra le molte opere di Rodari c’è n'é un’altra ambientata sul lago, anzi nel lago: è la storia di un Ragioniere diventato un pesce del Cusio per risanare il lago d'Orta, allora pesantemente inquinato. Un'idea folle, diventata realtà pochi anni dopo, come spesso accade per le imprese apparentemente impossibili.

Di un altro personaggio singolare ho scritto tempo addietro, ma vale la pena riparlarne. Riuscite ad immaginare che un agente segreto libertino possa diventare Pontefice? Un uomo ci riuscì, benché il suo nome non fosse Bond, ma Piccolomini, Enea Silvio Piccolomini. In comune con 007 il Nostro aveva il rapporto con la Scozia. A differenza dall’agente di Sua Maestà, che per parte di padre è scozzese, Piccolomini compì nel 1435 una missione segreta in Scozia per convincere il re di quella terra, allora indipendente, ad entrare in guerra contro gli Inglesi. E, poiché Enea Silvio era non solo un famoso scrittore umanista ma anche un appassionato amante del gentil sesso, pare che durante il suo viaggio abbia messo incinta non una, ma ben due donne. Forse anche per questo effettuò il viaggio di ritorno attraverso l’Inghilterra travestito in modo da non essere riconosciuto da nessuno. Ad ogni modo durante i suoi avventurosi viaggi fu anche sul Lago d’Orta, che descrisse in versi latini molto belli prima di salire al soglio pontificio, nel 1458, col nome di Pio II. Nei sei anni di regno riuscì persino ad essere un buon Papa, capace di arginare le richieste nepotistiche dei familiari con versi passati alla storia: «Quand'ero solo Enea / nessun mi conoscea / Ora che son Pio / tutti mi chiaman zio».

Ernesto Ragazzoni, nativo di Orta, fu giornalista e scrittore. Capace di rime delicate come “Rose sfogliate”, fu però anche un anarchico cultore di discipline teosofiche e occultiste. Le sue critiche alla buona società novarese gli fecero perdere il posto di direttore alla Gazzetta di Novara. Il suo spirito goliardico gli dettò invece “L'Apoteosi dei Culi d'Orta”, composta in occasione dell'inaugurazione di pubblici gabinetti in quella città. Se non la conoscete potete leggerla qui.

Ragazzoni era un ammiratore di Friedrich Nietzsche che aveva effettuato un breve soggiorno ad Orta nel 1882. Il filosofo faceva parte di una compagnia composta dalla ventunenne Lou Salomé, dalla madre di lei e dal migliore amico di Nietzsche, Paul Rée.  In un pomeriggio di maggio Friedrich si ritrovò solo al Sacro Monte di Orta con l’affascinante e “intelligentissima” Lou, che  aveva salutato, al momento del loro primo incontro, con queste parole: «Da quali stelle siam caduti per incontrarci qui?»
Non è chiaro ciò che accadde quel giorno.  Molti anni più tardi Lou scrisse distrattamente che “forse” l’aveva baciato, ma che non ricordava con esattezza. In ogni caso, per la giovane la cosa finì lì, mentre per l’uomo, che aveva 17 anni più di lei, l’evento fu travolgente e l’accese di una passione amorosa e intellettuale che sprofondò nella disperazione quando finalmente comprese la verità. Negli anni seguenti scrisse le sue opere più famose, prima del crollo nervoso definitivo che lo portò ad abbracciare e baciare un cavallo a Torino e a trascorrere gli ultimi anni di vita in una casa di cura per malattie mentali. Potenza di quel bacio “forse” dato o dei panorami del lago d’Orta? Difficile dirlo e soprattutto disgiungere il lago e l’amore, dal momento che è giustamente ritenuto uno dei laghi più romantici al mondo.

Ma continuate a seguirci, perché l’elenco degli autori è ancora lungo…

sabato 3 aprile 2010

Il ragioniere Pesce del Cusio


Nel 1978 Gianni Rodari scrisse una storia per la rivista Lo Strona in cui raccontava di aver incontrato sul molo di Pettenasco una strana creatura, metà uomo e metà pesce.
Era il ragionier Pesce che aveva deciso di combattere una solitaria battaglia - trasformandosi egli stesso in pesce - contro l'inquinamento che aveva ucciso, a quei tempi, il plancton e di conseguenza interrotto la catena alimentare.
Più o meno negli stessi anni, infatti, Eugenio Montale descriveva il lago d'Orta come un luogo "dove neppure un'anguilla/ tenta di sopravvivere".
Pochi anni dopo la morte di Rodari (1980), alla fine degli anni Ottanta, venne avviata un'imponente azione di recupero del lago, coordinata dall'Istituto per lo studio degli ecosistemi che ha sede sul lago Maggiore,
Poiché le acque del lago erano diventate estremamente acide, si pensò di curarlo somministrandogli del bicarbonato. A tonnellate, naturalmente. Dopo qualche ruttino, la salute del lago andò rapidamente migliorando e da anni è tornata ottimale.

Per dare un esempio, recentemente uno dei miei informatori, mi ha segnalato la pesca di una enorme carpa, prontamente curata e rigettata in acqua come prevede la legge. Pesci e finanche gamberi, che vivono solo in acque pulitissime, abbondano ed è facilissimo vederli anche dalle rive.
La battaglia del Ragionier Pesce del Cusio, che a tutti era parsa disperata, ha quindi avuto un esito positivo, dimostrando che la fantasia è sovente l'arma migliore di cui disponiamo.

Qui sopra vedete il totem a lui dedicato, realizzato dallo scultore Mauro Maulini e recentemente collocato presso il Forum Omegna in coincidenza con l'anno rodariano.

Questa dunque è la soluzione dell'enigma pubblicato giovedì scorso, in cui ho voluto giocare un tiro birbone ai miei lettori, approfittando del Primo d'Aprile. Ma i miei lettori sono troppo astuti e anche questa volta, come già in passato, non ci sono cascati.
Quasi tutti, almeno...

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.