La lancia sacra di San Maurizio divenne uno degli oggetti simbolici più importanti d’Europa. Dai tempi di Ottone il Grande, il vincitore degli Ungari a Lechfeld nel 955, fino al 1806, quando Napoleone decretò la fine del Sacro Romano Impero, essa fu utilizzata nelle cerimonie di incoronazione degli Imperatori. Anche in seguito, la lancia venne adoperata per l’incoronazione degli Imperatori austriaci e austro ungarici fino al fino 1916, quando Carlo I d’Asburgo successe a Francesco Giuseppe.
Non solo il nome di San Maurizio compare esplicitamente sulla banda d’argento fatta incidere da Enrico IV tra il 1084 e il 1105 come quello del proprietario della lancia, ma l’oggetto si arricchì di ulteriori valenze. Una spina di ferro al suo interno, probabilmente applicata come riparazione dopo una accidentale rottura, venne identificata come uno dei chiodi della Croce di Cristo. Ad aggiungere ulteriore sacralità, dal Trecento la cancelleria papale riconosceva l’identificazione dell’oggetto con la Lancia di Longino.
Secondo il vangelo di Giovanni (19, 33-34) “venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.”
Il nome del soldato che colpì il costato, Longino, compare però solo nei Vangeli apocrifi che lanciarono la leggenda della sua vita.
Longino nato in Cappadocia, era un centurione della Legione Fretense, di stanza in Siria e nella Palestina attorno all’anno 30. Secondo la tradizione sarebbe lui il centurione romano che, vedendo gli sconvolgimenti seguiti alla morte del predicatore galileo crocifisso, avrebbe esclamato: ”Costui era veramente il figlio di Dio!” Dopo aver colpito il costato di Gesù con la lancia, secondo quanto prescritto dalla legge romana e adempiendo inconsciamente ad una profezia biblica, Longino, investito dal sangue del crocifisso, sarebbe guarito da una malattia agli occhi, confermandosi ancora di più nella fede.
Tornato in Italia con un’ampolla del sangue di Cristo sarebbe stato martirizzato a Mantova. In effetti le tracce della reliquia si erano perse, ma nell’anno 804 un fedele proclamò che Sant’Andrea gli era apparso indicandogli il luogo dove si trovavano le ossa del martire e l’ampolla. Nella cripta della basilica della città si conservano tuttora un’ampolla contenente il “preziosissimo sangue di Cristo" e la spugna usata per dargli da bere sulla croce.
La lancia, invece, seguì un itinerario davvero strano e misterioso, tant’è che ad oggi sono varie le armi con cui Longino avrebbe trafitto il costato del Cristo. Oltre alla Lancia di Ottone – quella di San Maurizio – custodita all’Hofburg di Vienna, esiste la Lancia Sacra di Antiochia, che sarebbe stata ritrovata durante la Prima crociata, e si trova nel museo della cattedrale di Echmiadzin, in Armenia dopo essere stata a lungo conservata nel monastero Geghardavank ("Monastero della Sacra Lancia").
Inoltre nel 1492 il sultano turco Bajazeth donò a papa Innocenzo VIII la Lancia Sacra papale, custodita in Vaticano, che sarebbe la parte inferiore della reliquia portata a Parigi dal re francese Luigi IX (1214 –1270), in seguito proclamato santo. Quest’ultima, conservata nella Sainte-Chapelle, andò distrutta o rubata durante la Rivoluzione francese.
Esiste anche una leggenda d’invincibilità collegata al possesso della Lancia Sacra di San Maurizio. Il Sacro Romano Impero, come si è detto, finì nel 1806. I Prussiani nel 1871, unificando la Germania, costituirono un secondo Reich (Impero) che terminò con la sconfitta del 1918 nella Prima Guerra Mondiale.
Quello che pochi sanno è che in quegli stessi anni erano molto forti ed attive in Germania correnti di pensiero che mescolavano elementi neopagani, esoterismo, occultismo, spiritismo, magia, culto del sangue e della razza, pangermanesimo, antisemitismo e via discorrendo. La principale società esoterica tedesca era la Thule, che era in corrispondenza e rapporti con analoghe società europee e americane come l’inglese “Golden Dawn” (o per meglio dire “Hermetic Order of the Golden Dawn”) e la “Società Teosofica” di New York, di cui fu cofondatrice Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), una famosa filosofa e occultista di origine ucraina.
Ciò che è ancora meno noto è che della Thule fecero parte, a vario titolo, quasi tutti i gerarchi di rilievo del partito Nazionalsocialista, la cui ideologia trasse dalla Thule molte idee, e simboli a partire dalla svastica. Oltre allo stesso Hitler, nella Thule troviamo anche Rudolf Hess, il Numero Tre del regime, noto come il “Delfino di Hitler”; l’uomo che dopo il fallito putsch di Monaco aveva ordinato in un libro, il Mein Kampf, le idee che in cella l’ex caporale gli dettava sconclusionatamente. Il 10 maggio 1941, a guerra in corso, Hess compì un misterioso volo in Inghilterra, dove fu catturato. Non si è mai capito con esattezza quale fosse il suo scopo e ufficialmente la cosa fu liquidata come “pazzia” dallo stesso Hitler. Qualcuno però sospetta che la sua missione fosse indirizzata a prendere contatti con i circoli esoterici britannici, di cui facevano parte personaggi importanti della classe dirigente inglese, per negoziare una pace separata. Per inciso, Hess fu trovato impiccato nel carcere di Spandau, in cui era rinchiuso dalla fine della guerra, il 17 agosto 1987. Il verdetto ufficiale parla di suicidio. Qualcuno osservò però due fatti strani. Il primo era che Hess, a 93 anni era ormai incapace persino di allacciarsi le scarpe. Il secondo era che quel giorno ricorreva il settantesimo anniversario dalla fondazione della Società Thule.
Della Thule fece parte anche Heinrich Himmler, l’uomo che fece della piccola formazione paramilitare delle Schutzstaffeln («reparti di difesa»), meglio note come SS, una sorta di Ordine Cavalleresco votato a quella religione neopagana del sangue, della razza e della morte a cui si ispirava il nazismo.
Secondo una leggenda, un solo castello avrebbe resistito invincibilmente alle scorrerie degli Ungari. Himmler lo fece cercare e lo individuò al Wewelsburg nelle rovine di una seicentesca fortezza di montagna a pianta triangolare. La fece riedificare, trasformandola nel quartier generale e nel tempio iniziatico delle SS, nonché in un sacrario dedicato a Enrico I l'Uccellatore, di cui Himmler si considerava, un millennio dopo, la reincarnazione.
Fondò anche una “Associazione per la ricerca e la diffusione dell'eredità ancestrale” che sguinzagliò in ogni parte del mondo archeologi, storici, studiosi dell’occulto a caccia di qualsiasi manufatto potesse avere un significato nel Nuovo Ordine nazista.
A questa ricerca non poteva sfuggire naturalmente la Lancia Sacra, che fu asportata da Vienna dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938 e collocata a Norimberga, con l’idea che essa potesse assicurare la vittoria del Reich millenario. Dopo la sconfitta di Stalingrado, tuttavia, per proteggerla dai terribili bombardamenti alleati, nel 1944 la lancia fu nascosta in un bunker sotterraneo segretissimo.
Nell’aprile del 1945, per ordine di Churchill, che aveva sostenuto la “necessità strategica” di recuperare la lancia, il generale Patton, che aveva occupato la città, inviò una squadra speciale alla ricerca della reliquia. L’impresa era resa difficile dal suicidio del borgomastro, l’unico a conoscere l’ubicazione del nascondiglio. Quando, infine, la lancia venne ritrovata fu riportata a Vienna nel 1946, ma Patton ammise di aver provato il desiderio di tenerla. L’interesse di questi personaggi per la lancia non deve stupire perché sia Churchill che Patton avevano conoscenze esoteriche e massoniche.
Qualcuno, ma queste sono probabilmente invenzioni romanzesche, afferma che quella ritrovata sia una copia, mentre la vera lancia si troverebbe in un nascondiglio segreto ovvero in un deposito segretissimo degli Stati Uniti, assieme a molte altre reliquie e oggetti magici.
Nella prossima puntata, lasciando certe leggende agli appassionati di “mysteri”, torneremo ad occuparci della Legione Tebea, cercando di capire quali siano gli elementi certi di questa vicenda che tanta importanza ha avuto nella storia europea….
Non solo il nome di San Maurizio compare esplicitamente sulla banda d’argento fatta incidere da Enrico IV tra il 1084 e il 1105 come quello del proprietario della lancia, ma l’oggetto si arricchì di ulteriori valenze. Una spina di ferro al suo interno, probabilmente applicata come riparazione dopo una accidentale rottura, venne identificata come uno dei chiodi della Croce di Cristo. Ad aggiungere ulteriore sacralità, dal Trecento la cancelleria papale riconosceva l’identificazione dell’oggetto con la Lancia di Longino.
Secondo il vangelo di Giovanni (19, 33-34) “venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.”
Il nome del soldato che colpì il costato, Longino, compare però solo nei Vangeli apocrifi che lanciarono la leggenda della sua vita.
Longino nato in Cappadocia, era un centurione della Legione Fretense, di stanza in Siria e nella Palestina attorno all’anno 30. Secondo la tradizione sarebbe lui il centurione romano che, vedendo gli sconvolgimenti seguiti alla morte del predicatore galileo crocifisso, avrebbe esclamato: ”Costui era veramente il figlio di Dio!” Dopo aver colpito il costato di Gesù con la lancia, secondo quanto prescritto dalla legge romana e adempiendo inconsciamente ad una profezia biblica, Longino, investito dal sangue del crocifisso, sarebbe guarito da una malattia agli occhi, confermandosi ancora di più nella fede.
Tornato in Italia con un’ampolla del sangue di Cristo sarebbe stato martirizzato a Mantova. In effetti le tracce della reliquia si erano perse, ma nell’anno 804 un fedele proclamò che Sant’Andrea gli era apparso indicandogli il luogo dove si trovavano le ossa del martire e l’ampolla. Nella cripta della basilica della città si conservano tuttora un’ampolla contenente il “preziosissimo sangue di Cristo" e la spugna usata per dargli da bere sulla croce.
La lancia, invece, seguì un itinerario davvero strano e misterioso, tant’è che ad oggi sono varie le armi con cui Longino avrebbe trafitto il costato del Cristo. Oltre alla Lancia di Ottone – quella di San Maurizio – custodita all’Hofburg di Vienna, esiste la Lancia Sacra di Antiochia, che sarebbe stata ritrovata durante la Prima crociata, e si trova nel museo della cattedrale di Echmiadzin, in Armenia dopo essere stata a lungo conservata nel monastero Geghardavank ("Monastero della Sacra Lancia").
Inoltre nel 1492 il sultano turco Bajazeth donò a papa Innocenzo VIII la Lancia Sacra papale, custodita in Vaticano, che sarebbe la parte inferiore della reliquia portata a Parigi dal re francese Luigi IX (1214 –1270), in seguito proclamato santo. Quest’ultima, conservata nella Sainte-Chapelle, andò distrutta o rubata durante la Rivoluzione francese.
Esiste anche una leggenda d’invincibilità collegata al possesso della Lancia Sacra di San Maurizio. Il Sacro Romano Impero, come si è detto, finì nel 1806. I Prussiani nel 1871, unificando la Germania, costituirono un secondo Reich (Impero) che terminò con la sconfitta del 1918 nella Prima Guerra Mondiale.
Quello che pochi sanno è che in quegli stessi anni erano molto forti ed attive in Germania correnti di pensiero che mescolavano elementi neopagani, esoterismo, occultismo, spiritismo, magia, culto del sangue e della razza, pangermanesimo, antisemitismo e via discorrendo. La principale società esoterica tedesca era la Thule, che era in corrispondenza e rapporti con analoghe società europee e americane come l’inglese “Golden Dawn” (o per meglio dire “Hermetic Order of the Golden Dawn”) e la “Società Teosofica” di New York, di cui fu cofondatrice Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), una famosa filosofa e occultista di origine ucraina.
Ciò che è ancora meno noto è che della Thule fecero parte, a vario titolo, quasi tutti i gerarchi di rilievo del partito Nazionalsocialista, la cui ideologia trasse dalla Thule molte idee, e simboli a partire dalla svastica. Oltre allo stesso Hitler, nella Thule troviamo anche Rudolf Hess, il Numero Tre del regime, noto come il “Delfino di Hitler”; l’uomo che dopo il fallito putsch di Monaco aveva ordinato in un libro, il Mein Kampf, le idee che in cella l’ex caporale gli dettava sconclusionatamente. Il 10 maggio 1941, a guerra in corso, Hess compì un misterioso volo in Inghilterra, dove fu catturato. Non si è mai capito con esattezza quale fosse il suo scopo e ufficialmente la cosa fu liquidata come “pazzia” dallo stesso Hitler. Qualcuno però sospetta che la sua missione fosse indirizzata a prendere contatti con i circoli esoterici britannici, di cui facevano parte personaggi importanti della classe dirigente inglese, per negoziare una pace separata. Per inciso, Hess fu trovato impiccato nel carcere di Spandau, in cui era rinchiuso dalla fine della guerra, il 17 agosto 1987. Il verdetto ufficiale parla di suicidio. Qualcuno osservò però due fatti strani. Il primo era che Hess, a 93 anni era ormai incapace persino di allacciarsi le scarpe. Il secondo era che quel giorno ricorreva il settantesimo anniversario dalla fondazione della Società Thule.
Della Thule fece parte anche Heinrich Himmler, l’uomo che fece della piccola formazione paramilitare delle Schutzstaffeln («reparti di difesa»), meglio note come SS, una sorta di Ordine Cavalleresco votato a quella religione neopagana del sangue, della razza e della morte a cui si ispirava il nazismo.
Secondo una leggenda, un solo castello avrebbe resistito invincibilmente alle scorrerie degli Ungari. Himmler lo fece cercare e lo individuò al Wewelsburg nelle rovine di una seicentesca fortezza di montagna a pianta triangolare. La fece riedificare, trasformandola nel quartier generale e nel tempio iniziatico delle SS, nonché in un sacrario dedicato a Enrico I l'Uccellatore, di cui Himmler si considerava, un millennio dopo, la reincarnazione.
Fondò anche una “Associazione per la ricerca e la diffusione dell'eredità ancestrale” che sguinzagliò in ogni parte del mondo archeologi, storici, studiosi dell’occulto a caccia di qualsiasi manufatto potesse avere un significato nel Nuovo Ordine nazista.
A questa ricerca non poteva sfuggire naturalmente la Lancia Sacra, che fu asportata da Vienna dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938 e collocata a Norimberga, con l’idea che essa potesse assicurare la vittoria del Reich millenario. Dopo la sconfitta di Stalingrado, tuttavia, per proteggerla dai terribili bombardamenti alleati, nel 1944 la lancia fu nascosta in un bunker sotterraneo segretissimo.
Nell’aprile del 1945, per ordine di Churchill, che aveva sostenuto la “necessità strategica” di recuperare la lancia, il generale Patton, che aveva occupato la città, inviò una squadra speciale alla ricerca della reliquia. L’impresa era resa difficile dal suicidio del borgomastro, l’unico a conoscere l’ubicazione del nascondiglio. Quando, infine, la lancia venne ritrovata fu riportata a Vienna nel 1946, ma Patton ammise di aver provato il desiderio di tenerla. L’interesse di questi personaggi per la lancia non deve stupire perché sia Churchill che Patton avevano conoscenze esoteriche e massoniche.
Qualcuno, ma queste sono probabilmente invenzioni romanzesche, afferma che quella ritrovata sia una copia, mentre la vera lancia si troverebbe in un nascondiglio segreto ovvero in un deposito segretissimo degli Stati Uniti, assieme a molte altre reliquie e oggetti magici.
Nella prossima puntata, lasciando certe leggende agli appassionati di “mysteri”, torneremo ad occuparci della Legione Tebea, cercando di capire quali siano gli elementi certi di questa vicenda che tanta importanza ha avuto nella storia europea….
Parte 7 - continua
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Parte 5
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Parte 7
Parte 8
Parte 9
Mi fanno rabbrividire queste storie, che raccontano come le correnti neopagane siano state usate a fini razzisti e nazisti. Avevo sentito parlare di quest'argomento in generale, ma come al solito le tue spiegazioni sviscerano sempre la questione in maniera esaustiva!
RispondiEliminaLa storia ha meandri complessi, e tu sai sviscerarli da vero archeologo dei misteri. Alla prossima puntata miaoooo
RispondiEliminaPer approfondire il tema dei legami tra nazimo e magia suggerisco la lettura di un saggio di Giorgio Galli
RispondiElimina"Hiltler e il nazismo magico. Le componenti esoteriche del Reich millenario"
@ Vele: o sono state certe correnti neopagane a co-generare il nazismo?
RispondiElimina@ Fel: alla prossima!
Ottimo post, conoscevo la Lancia Austriaca ma non le altre. Tempo addietro ho letto alcuni trattati sul Nazismo Esoterico, come "Satana e la Svastica" e "Il Piano Occulto" ma si faceva riferimento in principal modo a quella esposta a Vienna.
RispondiEliminaInteressantissimo argomento!
@ Alfa: sono daccordo con te, ma più che di Nazismo in senso stretto,come corrente politica, io parlerei di dottrina delle SS.
RispondiEliminaA ogni puntata la storia si fa più intrigante!
RispondiElimina@ McGlen: la distinzione è sottile, dal momento che le SS erano il corpo di elite del partito nazista. Certo, il nazismo non può essere ridotto all'esoterismo, perché furono varie le componenti che lo alimentarono.
RispondiElimina@ Tenar: cono contento che ti piaccia!
@ Alfa: vero, però qulla corrente esoterica e neopagana che intendevo io era antecedente al nazismo (vedi Società di Thule e simili)
RispondiEliminaSi, la Thule era antecedente il Nazismo. quello che è interessante e che molti gerarchi nazisti ne fecero parte prima di fondare il partito.
RispondiEliminaCommovente la storia di Longino, che credo d'aver già conosciuto quando scrissi del film Voglio essere profumo .
RispondiEliminaSì, credo di non avere dubbi, nel film Voglio essere profumo si parla di Longino e dell'Ampolla miracolosa. Anzi, credo di ricordare che un'ampolla sia stato l'emblema di quel film.
RispondiEliminaComunque sia, scriverò della questione al regista del film.
Di Luigi IX, proclamato santo, c'è questa bella storia vera, raccontata dal defunto amico Marcello di Mammi, che ha per protagonista un antenato dello stesso.
RispondiEliminaLa cerco e poi pubblicherò il link.
Marcello di Mammi mi era noto come erede del Granduca Ugo, insignito a conte da Ottone I o II (a secondola datazione).
Gentile Marshal, il simbolo principale di "Voglio essere Profumo" era proprio un'ampolla. In realtà però l'ampolla era il recipiente nel quale veniva conservato dell'olio di nardo. Nel film questo vasetto è stato regalato a Barbara, una ragazza in cerca della sua vocazione. Quando Barbara capirà che la sua vocazione è il monastero, lascierà il vasetto ai piedi dell'albero di Francesco, il protagonista del film.
RispondiEliminaQuesto vasetto ha quindi una triplice valenza simbolica. Innanzi tutto richiama l'episodio evangelico in cui Maria Maddalena utilizza dell'olio di nardo, assai prezioso, per pulire i piedi di Gesù. In secondo luogo rappresenta la vita monastica, che come il gesto della Maddalena di "sprecare" un tesoro, può apparire una vita sprecata, ma in realtà è "sprecata" per Gesù. In terzo luogo riprende la preghiera di Francesco, che dà il titolo al film e si rifa alla preghiera scritta da Alessandro Galimberti, il giovane seminarista la cui storia è d'ispirazione al film.
In conclusione mi sembra bello riportare proprio questa preghiera.
"oglio essere per te
come quel barattolino di olio di nardo
che Maria riversò sui tuoi piedi.
Voglio essere come nardo
per camminare con te,
amare con te le persone
che incontriamo quotidianamente;
voglio essere strumento di rivelazione
della tua presenza.
Dal mio profumo tutti devono sentire che tu sei qui.
Dal mio profumo tutti si devono accorgere
della tua presenza, del tuo amore.
Consumami tutto Signore,
non lasciare che nessuna goccia vada sprecata.
Riversami dove tu vuoi;
fa’ che il mio agire,
il mio diffondere la tua presenza parta sempre da te
e non avvicini amori fatui, amori leggeri.
Io come quell’olio e come Maria
ho scelto la parte migliore
che non mi verrà tolta.
Aiutami ad afferrarti Gesù.
Non permettere che la vita
e i suoi buffi e strani andamenti
mi stacchino da te.
Ho trovato un tesoro,
una perla preziosa;
non posso sprecare
una così bella e grande occasione."
Filippo
Ringrazio Marhall e Filippo Grilli per i vostri commenti, che vanno ad arricchire di nuovi contenuti questo post.
RispondiElimina...Ringrazio anch'io il sig.Filippo Grilli per la cortese visita al blog con chiarimento sull'ampolla. Ne approfitto così per porgergli un caloroso in bocca al lupo per il nuovo film in produzione.
RispondiEliminaSe vorrà poi fare un giro per il blog, troverà tante ispirazioni per idee future. Per esempio, se un domani si volesse dedicare ai film storici, quello sulla vicenda di Margherita Pusterla (cliccare qui) o dell'Abbazia di Agauno (cliccare qui) sarebbero ottimi soggetti. Tutto questo visto che lei è un amatore della Sacra di San Michele. In entrambe i casi le localetion orbiterebbero tutte intorno a Milano, quindi poca strada per la sua troupe, e questo per contribuire a dare un senso e un impulso a quel Centro di Cinematografia sorto all'interno dell'ex Manifattura Tabacchi di Milano, del quale parlai nel mio blog.
Mario
Sarebbe una bella idea!
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