mercoledì 2 agosto 2017

Buon Lughnasadh!



Un tempo nei territori celtici d'Europa agli inizi agosto si celebrava una delle quattro feste importanti dell'anno. Questo infatti cominciava con il Trinozio di Samonios (1 novembre), era seguito da Imbolc (1 febbraio) e Beltane (1 maggio). Ad agosto si celebrava Lughnasadh, una festa istituita dal dio Lugh per celebrare la propria madre.
Lugh, conosciuto sul continente anche come Lug o Lugos (“luminoso“), era noto anche con gli appellativi di Esus (cfr. lat. optimus, "migliore") e Teutates ("uomo della tribù") e Samildanach,  eccellente in tutte le arti e le tecniche. Questa era infatti la caratteristica principale del dio, il cui attributo era la lancia sacra.
Cesare, da buon romano, lo identificava con Mercurio, ma avvertiva che per i Galli era questo dio a dominare sugli altri, non Giove.

In Irlanda Lughnasadh era il "Festival di Lugh" (per altri il "matrimonio") e si celebrava al tempo del raccolto, in coincidenza di fenomeni astronomici facilmente osservabili come la levata eliaca di Sirio o le “stelle cadenti”. In questo trova corrispondenza con l'anglosassone festa di Lammas ("Raduno del pane"). Con la certezza di aver assicurato le provviste per l'inverno, ci si poteva abbandonare alla gioia con giochi, gare e grandi banchetti, cogliendo l'occasione per stipulare accordi. Si celebravano pure i matrimoni di prova, che duravano un anno e avevano il vantaggio di consentire una scelta ponderata e reversibile senza troppe complicazioni.

Vennero poi i romani e istituirono le Feriae Augusti, il primo giorno del mese dedicato al Divo Augusto. Un modo forse per cancellare il ricordo di una festa cara ai Galli recentemente sconfitti. Fu poi la Chiesa a volerne lo spostamento al 15, giorno dell'Assunzione di Maria.

Approfittando della festa, questo blog si prende una pausa estiva, di studio e riflessione. Ci rivediamo attorno all'equinozio, con nuove storie. Vi lascio con un'immagine di rotoballe insubri, su cui meditare...



Post più popolari

"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.