Non volevo entrare nella nota polemica sulla disparità di trattamento tra la Befana, costretta a girare da sola con le scarpe rotte e il mantello rattoppato su una vecchia scopa mentre il pasciuto collega, supportato da millanta elfi, vola su una comoda e calda slitta trainata da renne di razza. Tuttavia, alcune cose vanno dette.
Per prima cosa non dimentichiamo la storia che ha alle spalle Babbo. Di umili origini, è approdato in Italia via mare dalla Turchia su un barcone. Va bene, qualcuno dirà che era una nave, ma si trattava comunque di uno scafo in legno mosso a remi e vela, quindi per i nostri standard era un barcone. In più ci sono seri motivi per dubitare della legalità dell’ingresso. La storia ci dice infatti che fu portato a Bari di nascosto, addirittura contro il volere delle autorità locali. Un clandestino insomma.
Comunque sia, partito da immigrato irregolare dopo aver ottenuto la cittadinanza barese il Nostro ne ha fatta di strada. Lavorando duramente ha saputo farsi apprezzare per le sue doti. In virtù di questa grande energia lavorativa ha fondato ed è diventato il CEO di una multinazionale scandinava che attualmente ha contratti pubblicitari con svariate aziende multinazionali, a partire dalla bevanda più venduta al mondo.
Insomma, diciamola tutta, la sua è la storia di successo di un self made man. Una di quelle che si studiano, o si dovrebbero studiare, nei corsi di management.
Della signora Befana, invece, cosa possiamo dire? Innanzitutto, non ha mai sfondato oltre i confini nazionali. Questo è dovuto principalmente alla concorrenza orientale dei Maghi cammellati, che spacciandosi per Re e portando oro, incenso e mirra (nessuno sa cosa sia esattamente la mirra, ma assona bene con un’apprezzata bevanda con gradazione superiore allo zero) hanno imposto il loro brand sul panorama internazionale, con fette di mercato importanti anche in Italia. Basti pensare ai celeberrimi cammelli di pasta sfoglia del Varesotto, uno dei loro prodotti di punta, che ultimamente stanno vivendo un trend molto positivo e in espansione.
Poi c’è questa cosa che la Befana si porta via tutte le feste. E dove le mette? Cosa ne fa? Cosa ottiene per lasciarle libere a fine anno? Misteri a cui la vecchietta, che si definisce povera, non ha mai voluto dare risposta. Anche perché nessuno sa dove viva questa anziana senza fissa dimora, mentre Babbo Natale ha persino un ufficio postale a cui scrivere.
Non possiamo infine neppure dimenticare i rapporti equivoci instaurati in passato dalla Befana con alcuni regimi totalitari (ne abbiamo parlato qui). A sua insaputa, dice lei. Certo, ma il sospetto, inevitabilmente, resta.
Larga la foglia, stretta la via, voi dite la vostra che ho detto la mia.
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