Il 13 febbraio 1967 usciva “Strawberry fields forever” un singolo dei
Beatles che in origine avrebbe dovuto essere pubblicato nell’album “Sgt.
Pepper's Lonely Hearts Club Band” ma fu lanciato come singolo con
“Penny Lane”.
La canzone è considerata una delle migliori del gruppo, in un anno
magico per la band che sfornava il film e l’album “Magical Mystery Tour”
e il citato “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band”. Il quale, secondo
la rivista “Rolling Stone”, occupa il numero 1 della lista dei 500 album
della storia del rock.
Dietro questo successo si celerebbe però un mistero. A partire dal 1969
si è diffusa la voce che Paul McCartney sia morto in un incidente
stradale nel 1966, assieme alla ragazza cui aveva dato un passaggio. A
suffragare questa tesi sarebbero decine di indizi sparsi nei dischi dei
Beatles pubblicati dopo e, sorprendentemente, anche prima del tragico
evento.
Ad esempio il fatto che Paul sia l’unico scalzo sulle strisce pedonali
nella celebre copertina di “Penny Lane” (foto). O che, secondo alcuni, John
Lennon alla fine di “Strawberry fields forever” canti «I buried Paul»
("ho sepolto Paul") invece di «cranberry sauce».
Tanti enigmi per uno strano rebus, smentito ufficialmente dai Beatles e
dallo stesso interessato, che secondo i sostenitori della teoria “Paul è
morto” sarebbe peraltro solo un sosia di nome William Campbell. Di
grande talento, ci sarebbe da dire, vista la carriera musicale che
continua tuttora.
La teoria ha ispirato libri, film e si è ulteriormente diffusa nell’era
di internet arricchendosi di dettagli. Uno tra questi è particolarmente
stravagante in quanto identifica il sosia di Paul in un figlio, o
addirittura nella reincarnazione, dell'occultista Aleister Crowley.
Crowley è uno dei personaggi che compaiono sulla copertina di “Sgt.
Pepper's Lonely Hearts Club Band”. La leggenda nera che circonda la sua
torbida e controversa figura ha affascinato molti personaggi del mondo
della musica e della letteratura.
Il chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page, ad esempio, comperò nel 1970
Boleskine House, la villa sul Loch Ness in cui aveva vissuto Crowley e
su cui pesa un’atmosfera di maledizione. Vendendola nel 1980 a seguito
di una serie di sciagure che avevano colpito la band.
Lo Strawberry Field di cui parla la canzone era in origine il nome di un
orfanotrofio vicino alla casa di John Lennon. Il cantante era rimasto
orfano della madre a 17 anni ed era legato a quel luogo nel cui
giardino, incolto e misterioso, s’intrufolava con gli amici per giocare.
Strawberry Field è diventato anche il nome del memorial a lui dedicato,
un’area di un ettaro nel Central Park di New York, città in cui Lennon,
fu assassinato l’otto dicembre 1980 da un malato di mente che gli
esplose contro cinque colpi di pistola.
Beatles – Strawberry fields forever
In effetti molti misteri hanno sempre circondato i quattro, e i misteri sono il tuo pane ....... post interessante. miaooooo
RispondiEliminaSe quello di Paul è un sosia, è il sosia più fortunato del mondo..
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