lunedì 17 agosto 2009

Mille e ottocento e muori ghiacciato


Una lunga gelida estate

3. L’anno senza estate

Mille e ottocento e muori ghiacciato


L’anno 1816 è ricordato come “l'anno senza estate”, “l'anno della povertà” o, nei paesi anglosassoni “Eighteen hundred and froze to death” (“milleottocento e muori ghiacciato”).
In quell’anno, a causa delle ceneri vulcaniche immesse nell’atmosfera, ondate di freddo artico eccezionale colpirono l’America e l’Europa settentrionale in piena estate. Il freddo portò tempeste di neve e ghiaccio sui fiumi e sui laghi in pieno agosto. I raccolti di cereali e tutti gli ortaggi, eccetto le varietà resistenti al freddo, andarono distrutti. Dove non nevicò piovve in maniera eccezionale, provocando inondazioni dei principali fiumi.
In Italia nel 1816 si registrarono temperature mediamente inferiori alla norma di - 2,27°C (per dare un termine di confronto, l’attuale allarme legato all’effetto serra si basa sulla previsione di un temuto aumento della temperatura superficiale globale del pianeta compresa tra 1,1 °C e 5,4 °C).
Il prezzo dei cereali crebbe vertiginosamente, provocando tumulti in Francia e Gran Bretagna. I magazzini vennero presi d’assalto dalla popolazione esasperata dalla fame. Il governo svizzero, che non poteva importare via mare derrate alimentari, fu costretto a proclamare lo stato di emergenza per riportare l’ordine.
In India si registrò una forte carestia, che portò allo spostamento di masse di persone dalla zona del Gange ad altre meno colpite. Con loro portarono il colera, malattia endemica sul Gange, che si diffuse così nel Bengala, in Nepal e in Afghanistan, da dove raggiunse il Mar Caspio, il mar Baltico ed il Medio Oriente. Attorno al 1830 la malattia sbarcava, col suo carico di morte, dalle navi nei porti dell’Inghilterra e degli Stati Uniti.
L’anno senza estate ebbe altri effetti imprevedibili, seppure non negativi.
Un barone tedesco di tendenze democratiche, al punto da rinunciare al titolo e al nome per assumere quello di Karl Drais, fu particolarmente colpito da un problema. La mancanza di foraggio aveva reso evidente il limite fondamentale della rete dei trasporti: la dipendenza dagli animali da traino. Così Drais, mosso da spirito filantropico, si ingegnò a inventare un congegno che consentisse di potenziare il movimento umano. Nacque così la “draisina” un velocipede (privi di pedali) antenato della bicicletta. Con questo sistema si poteva raggiungere la strabiliante velocità di 15 km orari.

Domani: 4 - Sul lago Maggiore. Ricordi di tempi felici.

2 commenti:

  1. eccomi arrivata all'alt ... ora dovrò asettare domani... dal titolo, mi sembra di capire che il post di domani sarà più tranquillo...

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  2. La Vita - e la Storia di conseguenza - è un'eterno concatenarsi di cause ed effetti, di fli che si riannodano. Complimenti per i tuoi approfondamenti. Miao

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.