giovedì 10 febbraio 2022

Antichità di Carcegna

 



A Miasino, nella frazione di Carcegna, a partire dalla fine dell’Ottocento, furono scoperte numerose tombe facenti parte di una piccola necropoli. L’arco cronologico complessivo è piuttosto esteso e va dal II secolo a.C. al V d.C. 

Attraverso lo studio dei corredi tombali è possibile osservare la trasformazione sugli usi e costumi locali dal periodo celtico a quello della romanizzazione, quando agli oggetti della tradizione locale si affiancano prima e sostituiscono dopo quelli di provenienza romana. 

La completa romanizzazione degli indigeni si osserva a partire dall’epoca imperiale sino ad arrivare ad alcune tombe prive di corredo che testimoniano verosimilmente l’avvenuta cristianizzazione.

Una caratteristica della necropoli è la presenza di numerosi gruzzoli di monete. Non solo “l’obolo di Caronte”, la moneta deposta nella bocca del defunto per pagare il viaggio nel mondo dei morti, ma veri tesoretti monetali. Si tratta di un uso che testimonia forse la circolazione di denaro in una comunità dove l’economia locale era basata principalmente sul baratto e quindi si potevano consegnare all’eternità piccoli gruzzoli di monete.

Una situazione che si ritrova in altre zone, probabilmente da collegare alla presenza di una via di transito di cui l'antica Carcegna poteva rappresentare uno dei punti di passaggio.

Sul monte sopra Carcegna si trova un grande masso erratico di colore scuro, dove si osservano alcune coppelle. Si tratta di rituali che affondano le radici nelle tradizioni pagane, ma la cui datazione precisa è problematica considerato che la pietra è rimasta esposta, e verosimilmente anche frequentata, fino a epoche recenti.


Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate una traccia del vostro passaggio, come un'onda sulle acque del Lago dei Misteri...

Post più popolari

"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.