Questo è un blog di racconti, leggende, storie raccontate dagli ubriachi nelle osterie e di cialtronesche invenzioni che ruotano attorno al lago d'Orta. Se cercate la Verità, qualunque sia quella che v’illudete di trovare, avete sbagliato indirizzo.
domenica 27 gennaio 2019
La ragazza del sogno - Parte 8
La spada di San Martino
La chiesa sovrasta la fertile piana, quasi volesse benedirla col suo benefico influsso. San Martino è un santo legato al mondo agricolo e pastorale. L'undici novembre, giorno della sua festa, era un giorno importante per i braccianti e i mezzadri che, approfittando dell'estate di San Martino, "facevano San Martino". Carri carichi delle poche masserizie di proprietà portavano tutta la famiglia in una nuova cascina se il precedente proprietario non aveva rinnovato il contratto e il capofamiglia era riuscito a trovare un nuovo ingaggio.
San Martino è patrono di una pluralità di soggetti tra i quali troviamo i militari, ma anche i forestieri e i mendicanti. Il motivo è legato alla famosa vicenda che lo vide protagonista. In una fredda notte dell'inverno del 335 dopo Cristo s'imbatté in un poveraccio seminudo che stava morendo di freddo. Martino indossava invece la clamide, il caldo mantello militare di lana, che era parte della sua uniforme militare. Non prestava servizio tra le truppe combattenti, ma nella guardia imperiale a cavallo che aveva il compito di sorvegliare le guarnigioni e svolgere funzioni di controllo e scorta di personaggi importanti.
Quel pattugliamento notturno l'aveva portato invece a incontrare quel mendicante che chiedeva aiuto. Avrebbe potuto tirare dritto, poiché non era compito suo aiutarlo. Altri l'avrebbero persino minacciato perché stava intralciando un pubblico ufficiale. Martino prese il mantello e lo divise a metà. Aveva fatto la sua scelta, tagliente come la lama di una spada.
La notte seguente sognò Gesù che raccontava ai suoi angeli di come quel soldato l'avesse rivestito. Al risveglio trovò il mantello miracolosamente integro e di lì a poco si fece battezzare. Restò nei corpi scelti per altri vent'anni, le persecuzioni contro i cristiani erano terminate da tempo, continuando a operare per il bene, fino a quando si congedò iniziando un'intensa vita religiosa che lo portò a diventare vescovo di Tours.
Guardo la spada di Martino, raffigurata nei magnifici affreschi della chiesa del perduto paese di Ingravo e penso come in certi momenti non puoi più permetterti di stare nel mezzo e la scelta debba essere netta, perché o stai di qua o stai dall'altra parte.
Il ricordo vola a un fatto che mi è stato raccontato più volte e che accadde nel lungo inverno dell'anima che andò dall'otto settembre del 1943 al 25 aprile del 1945. Due ragazzi, un fratello e una sorella, nascosti in una villa a San Maurizio d'Opaglio. Ricercati, braccati, con l'unica colpa di essere ebrei. Nascosti da persone di buon cuore, nel modo apparentemente più semplice. Se vuoi occultare una mela, mettila tra le mele. Ma due ragazzi che non vanno mai alla messa, in un piccolo paese cattolico, possono indurre qualcuno a sospettare. Le spie possono essere ovunque, non ti puoi fidare di nessuno. D'altro canto sono le autorità a sollecitare le denunce ed esistono specifiche leggi razziste. Solo che ora accanto ai fascisti ci sono anche i nazisti e si sa che cercano i giudei per portarli via. Li prendono e non si sa dove li portino, ma nessuno torna indietro. Mai.
Ecco allora i due ragazzi messi in fila con gli altri per ricevere l'Eucarestia. Certamente il prete sa chi sono. Molti hanno capito. Nessuno li denuncia. La scelta è stata fatta. Arriva la fine della guerra e possono tornare a casa e ricominciare a vivere.
Questa è l'ottava parte de "La ragazza del sogno".
Settima parte
Continua
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