domenica 16 maggio 2010

Il piccolo signore della vendetta


I suoi antenati tiranneggiavano la Terra, al tempo in cui i nostri si nascondevano timidamente tra i cespugli. Erano i tempi in cui Terribili Lucertole si aggiravano tra gigantesche felci in forma d’albero. Quelle immense montagne di carne attiravano la vorace attenzione dei più famelici occhi che abbiano mai cercato preda. Improvvise, sbucando dalla foresta più fitta, scattavano zanne capaci di strappare un quintale di carne con un solo terribile morso. Subito dopo il crudele Tirannosauro cantava al sole il suo trionfo.
Ma venne il tempo della decadenza anche per l’impero del Re dei dinosauri. Si dice che una luce intensa abbia solcato il cielo, sollevando una fiammata ed un tuono oltre la linea dell’orizzonte. L’immensa nube di polvere che si alzò dal cratere provocò una lunghissima gelida notte, che svuotò la Terra dai suoi giganteschi padroni. Allora i nostri progenitori uscirono fuori dalle loro tane sotterranee e, passo dopo passo, colonizzarono il pianeta.
La discendenza del sangue del Tiranno, tuttavia, non si è estinta. Si è ridotta, questo sì, e trasformata, come se la catastrofe avvenuta milioni di anni fa avesse plasmato quelle cellule, quelle ossa e quella carne, trasformandola in un modello in scala ridotta e apparentemente innocua. Guardatelo con più attenzione, tuttavia. Osservate le sue zampe robuste e gli artigli e quella bocca i cui denti si sono saldati un solo, fiero becco. Guardatelo, mentre passeggia per il cortile e scruta l’orizzonte in cerca di preda o di avversari da aggredire selvaggiamente.
Non è facile crederlo, lo so, ma il re del cortile, quel gallo che passeggia superbo nell’aia è l’erede del grande Tiranno vissuto al tempo dei dinosauri. Come un decaduto erede di una famiglia un tempo nobile, esso si aggira con l’animo pieno di risentimento contro la sorte della sua stirpe.
Immagino stiate sorridendo della sua tronfia arroganza. Vi consiglio di non farlo. Quando i lunghi inverni si trascorrevano nelle stalle raccontando molte varie storie, di tanto in tanto prendeva la parola un vecchio, che nella sua saggezza aveva imparato a fare economia di parole. Quando parlava tutti tacevano e le sue erano storie che entravano nell’anima, scavando un solco profondo.
Egli raccontava che nelle notti di tempesta un gallo di sette anni, roso dal desiderio di vendetta, poteva deporre un solo maledetto uovo su un mucchio di letame. Un rospo, uscito dalle tenebre, l’avrebbe covato fino alla schiusa. Ne sarebbe strisciato fuori un piccolo serpente dalla testa di gallo.
Basilisco, ovvero re dei rettili, questo era il nome di questo piccolo ma pericolosissimo drago, capace di ucciderti col solo potere del suo sguardo.

6 commenti:

  1. Ah il ritorno di una vecchia conoscenza --ehm dovrei dire antichissima -- dove si andrà a parare stavolta, chissà ? miaooo000

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  2. Ciao Alfa!
    Arrivati a 'sto punto, guardandomi attorno, quasi quasi...
    Massì! Io sto coi dinosauri!
    Evviva il basilisco, che fa meno danni!

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  3. Pare che siano davvero tra noi, i dinosauri. Un documentario che non sapeva di bufala ha cercato di convincermi che il più diretto discendente dei velociraptor è il tacchino...

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  4. Diciamo che di danni ne fa parecchi... a meno che non siate provvisti di magia...

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  5. Io non ho mai avuto galli ma galline sì e devo ammettere che il loro sguardo apparentemente stordito è anche parecchio inquietante... O_O

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