lunedì 24 agosto 2009

Scriveremo una storia dell’orrore.


Una lunga gelida estate

5 – Un’estate piovosa.

Scriveremo una storia dell’orrore.


“In una notte di tempesta” cominciò a leggere Claire “mentre i tuoni facevano tremare l’atmosfera e i fulmini danzavano nel cielo come draghi di fuoco, un gruppo di viaggiatori si trovò confinato in una locanda, che aveva offerto a ciascuno un provvidenziale riparo. Poiché la tempesta all’esterno allontanava da tutti l’idea del sonno, i viaggiatori rimasero accanto al camino, stringendosi nelle coperte. Per ingannare il tempo, decisero che ciascuno di loro avrebbe raccontato una storia sulle sue esperienze soprannaturali. Storie di fantasmi, di vicende misteriose, di incontri ai confini della realtà…”

“Ho trovato! Scriveremo ciascuno una storia di fantasmi!”

Albè era balzato in piedi, interrompendo la lettura di Claire, che rimase a bocca aperta a guardare il suo uomo giganteggiare nella stanza alla luce rossastra del camino.

“Come dici, caro?” chiese sgranando gli occhi.

“Si, l’ho detto e lo ripeto!” l’uomo alzò un braccio al cielo. “Io vi sfido! Sfido te Percy, e sfido te John, e sfido te Mary, e naturalmente anche te Claire, a scrivere una storia di fantasmi. Ciascuno di noi racconterà una sua storia, così come i protagonisti del racconto che stavamo ascoltando. Non siamo anche noi viaggiatori intrappolati dalla tempesta in questo luogo? Abbiamo letto abbastanza ed è ora di dare ascolto alla potenza creatrice che aleggia tra le mura di questa dimora. La sentite anche voi, vero? Allo stesso modo l’udì il sommo Milton, quando fu ospite del suo amico Diodati. Lasciamo allora che essa ci parli, ci suggerisca, ci guidi!”

Confesso che quelle parole mi suscitarono un turbine di emozioni difficilmente descrivibile. Per me, figlia di due persone di chiara fama letteraria, l’idea di scrivere era sorta naturalmente molto presto. Il mio passatempo preferito da bambina era scrivere delle storie, piacere a cui anteponevo solamente quelli di costruire castelli in aria, fantasticare, inseguire sogni bizzarri o quello di sostare presso la tomba della mia povera madre, luogo prediletto per le mie solitarie letture. Ora, seduta sulla poltrona davanti a quel grande autore, mi sentivo riportare indietro nel tempo. Rivedevo la bambina ottenne che ero stata, nascosta sotto un divano ad ascoltare il grande Coleridge recitare a casa di mio padre The Rime of the Ancient Mariner.

Ora, esattamente dieci anni dopo, accolsi seriamente quella sfida e mi misi subito a pensare ad una storia che potesse parlare alle oscure paure della nostra stessa natura, suscitando brividi di orrore; una storia che incutesse al lettore la paura di guardarsi attorno, che raggelasse il sangue accelerando i battiti del cuore.



Domani: 6 – Albè. Viaggio in Grecia con vampiro

7 commenti:

  1. Sono splendidi questi racconti da brividi estivi anche perchè senza tempo, suggeriscono sottilmente, alimentando la fantasia. Le-miauuùù

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  2. Un incipit da classico dell'horror, complimenti !

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  3. @ Felinità: ^_____^

    @ Giardigno: in effetti è ispirato ad un classico dell'orrore...

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  4. eheheheheh
    magari qualcosa riuscisse a raggelarmi con questo caldo!!!!

    bentornato

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  5. Mi piace tantissimo il personaggio di Mary... anch'io fin da bambina avevo la testa persa nei miei castelli in aria!

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  6. Mary è un personaggio veramente straordinario e assolutamente vero.

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