domenica 11 gennaio 2015

Notturno ladro di sospiri




Mi piace contemplarti mentre dormi e osservare le tue labbra rosse stringere parole silenziose. Dormi, fanciulla, dormi e che il tuo riposo non cessi per tutta la notte.

Dormi fino a quando il sole giungerà a illuminare i tuoi riccioli d’oro e la tua pelle chiara. Questo è il tempo che mi è concesso e canterò per te tutta la notte per non farti svegliare.

Scalerò silenzioso il tuo letto – non destarti piccola – percorrendo leggero il tuo petto.

Dormi mentre accosto le mie labbra alle tue inebriandomi dei tuoi respiri. Li coglierò uno a uno come fiori colorati, sommandoli l’uno all’altro per farne un tesoro più prezioso di quello che gli gnomi nascondono alla radice dell’arcobaleno.

Sogni inquieti agitano la tua mente, strappandoti gemiti sempre più flebili. Dormi, fanciulla, dormi e sempre più profondo sia il tuo oblio. 

Dormi mentre i respiri diventano sospiri sempre più fiochi. Li ruberò uno ad uno, tornando a trovarti notte dopo notte, finché ne resterà uno solo, l’ultimo e il più prelibato, quello che gli Incubi della mia razza raccontano ancora, dopo secoli, ai loro nipoti e apprendisti.


Il racconto è stato scritto per il n. 20 di A6 Fanzine, dedicato "al mondo dei folletti, delle fate, degli gnomi e tutto l'emisfero fantastico che ha costellato la nostra infanzia".
Il protagonista della storia è un tipo particolare di Incubo, che adora rubare il fiato durante il sonno.


1 commento:

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.