L’esigenza di misurare il tempo è antica e si lega alla necessità di prevedere i momenti ideali per le attività fondamentali. E vari sono i sistemi inventati non solo per misurare il passare del tempo, ma anche per comunicarlo agli altri.
Oltretutto, in certe epoche, il numero di persona in grado di leggere e scrivere era molto basso sul totale della popolazione. Occorrevano sistemi facili da comprendere, come le meridiane, e possibilmente utilizzabili anche per segnalare le ore anche a grandi distanze, ai contadini che lavoravano nei campi. Come le campane.
L’uso di campane e campanelli è testimoniato fin da epoche antiche. Nell’antica Roma erano già in uso, sia con la funzione di amuleti che per segnalare l’apertura di edifici pubblici, come le terme.
Esistevano anche campanacci per il bestiame. Alcuni esemplari sono stati rinvenuti a Gravellona Toce durante gli scavi archeologici compiuti nel secolo scorso. Erano in ferro ed erano appesi al collo degli animali per segnalare la posizione non solo dei bovini ma anche di pecore e capre.
Ad un certo punto però campane di una certa dimensione cominciarono ad essere collocate presso le chiese per richiamare i fedeli e segnalare le funzioni della giornata. In questo modo il giorno cominciava ad avere una scansione interna segnalata dall’uso delle campane.
Secondo la tradizione fu Paolino da Nola nel V secolo ad introdurre l’uso delle campane per le chiese. Precedentemente infatti questi strumenti erano guardati con sospetto essendo presenti nei templi pagani. Il termine “campana” verrebbe proprio dai “vasa campana”, come erano chiamati in antico questi strumenti che assomigliavano a vasi in bronzo ed erano prodotti nella regione Campania, dove venivano fabbricate le prime campane.
A proposito di fabbricanti di campane c’è una storia interessante che riguarda la nostra zona ed in particolare il paese di Valduggia, sul confine tra la Val Sesia e il Cusio.
Attorno alla metà del Quattrocento iniziò un’attività di fabbricazione di campane tramandata di generazione in generazione dalla famiglia Mazzola fino al 2004. Innumerevoli furono le campane realizzate da questi maestri artigiani non solo sul territorio cusiano e valsesiano. Un’arte antica che ancora oggi risuona nei rintocchi delle campane che comunicano il passare delle ore.
Oltretutto, in certe epoche, il numero di persona in grado di leggere e scrivere era molto basso sul totale della popolazione. Occorrevano sistemi facili da comprendere, come le meridiane, e possibilmente utilizzabili anche per segnalare le ore anche a grandi distanze, ai contadini che lavoravano nei campi. Come le campane.
L’uso di campane e campanelli è testimoniato fin da epoche antiche. Nell’antica Roma erano già in uso, sia con la funzione di amuleti che per segnalare l’apertura di edifici pubblici, come le terme.
Esistevano anche campanacci per il bestiame. Alcuni esemplari sono stati rinvenuti a Gravellona Toce durante gli scavi archeologici compiuti nel secolo scorso. Erano in ferro ed erano appesi al collo degli animali per segnalare la posizione non solo dei bovini ma anche di pecore e capre.
Ad un certo punto però campane di una certa dimensione cominciarono ad essere collocate presso le chiese per richiamare i fedeli e segnalare le funzioni della giornata. In questo modo il giorno cominciava ad avere una scansione interna segnalata dall’uso delle campane.
Secondo la tradizione fu Paolino da Nola nel V secolo ad introdurre l’uso delle campane per le chiese. Precedentemente infatti questi strumenti erano guardati con sospetto essendo presenti nei templi pagani. Il termine “campana” verrebbe proprio dai “vasa campana”, come erano chiamati in antico questi strumenti che assomigliavano a vasi in bronzo ed erano prodotti nella regione Campania, dove venivano fabbricate le prime campane.
A proposito di fabbricanti di campane c’è una storia interessante che riguarda la nostra zona ed in particolare il paese di Valduggia, sul confine tra la Val Sesia e il Cusio.
Attorno alla metà del Quattrocento iniziò un’attività di fabbricazione di campane tramandata di generazione in generazione dalla famiglia Mazzola fino al 2004. Innumerevoli furono le campane realizzate da questi maestri artigiani non solo sul territorio cusiano e valsesiano. Un’arte antica che ancora oggi risuona nei rintocchi delle campane che comunicano il passare delle ore.
Excursus davvero istruttivo! Bello capire come l'uso di scandire il tempo sia radicato nell'uomo, fin dai tempi antichi. E' stato interessante anche conoscere l'origine delle campane!
RispondiElimina@ Vele: è una storia antica e affascinante!
RispondiEliminaInteressante questa storia sulle campane. Pensa che al mio paese ne hanno appena rimontata una; rifusa perchè si era crepata. Alla comunità è costata 22000 euro.
RispondiEliminaA proposito di campanacci, c'è anche il paese di Premana dove ne fanno.