Nella mitologia greca e romana il dio supremo, il re degli dei, era il dio del tuono. Zeus per i Greci, Giove per i Romani. Anche i Celti e i Germani adoravano un dio del fulmine, ma non era il dio supremo. La divinità più importante per questi popoli nordici era infatti il corrispondente del dio Mercurio, Lug per i Celti, Odino o Wotan per i Germani.
A tutte queste divinità erano collegati simboli, oggetti, piante e animali sacri. Così, senza avventurarci in un trattato sulle religioni pagane senza pretesa quindi di esaurire l’argomento, possiamo citare ad esempio l’aquila sacra a Giove, le folgori che i ciclopi forgiavano per Zeus, il cinghiale di Lug e i due corvi (Huginn e Muninn, i cui nomi significano “pensiero” e “memoria”) di Odino.
Il dio del tuono (ma non solo del tuono, naturalmente, dal momento che le divinità pagane riassumevano sempre in sé molti aspetti delle forze naturali del cosmo) per i Celti era Taranis, il cui simbolo era la ruota cosmica. Quella, per intenderci, che è sopravvissuta come “croce celtica” nelle isole britanniche.
I norreni, gli abitanti della Scandinavia appartenenti alla grande famiglia dei popoli germanici, chiamavano Thor il dio del tuono e lo consideravano figlio di Odino. Se quest’ultimo era il dio della guerra, dei morti e della magia, Thor il rosso era il dio più amato dai guerrieri vichinghi, il campione sempre pronto a gettarsi nella lotta contro i giganti.
La forza di Thor era moltiplicata dal possesso di tre oggetti magici. Egli possedeva guanti di ferro e una cintura capace di raddoppiare la forza di chi la indossava. Soprattutto, però, egli impugnava un’arma micidiale, che il dio poteva impugnare per colpire i nemici, ma che poteva anche scagliare, sapendo che essa sarebbe tornata sempre nelle sue mani. Il suo nome era Mjöllnir, era conosciuta colme il “martello di Thor” ed era di fatto una mazza dalla testa di pietra.
In questa straordinaria arma era riassunto il potere del tuono e del fulmine che atterrava i nemici. E se pensiamo alla credenza secondo la quale le asce in pietra di epoca neolitica erano considerate “pietre del fulmine” (e lo furono sino al Settecento), ci rendiamo conto di quanto il passato sia molto più prossimo di quanto normalmente riteniamo.
Un’ultima curiosità, a conferma di quanto sopra detto. Il dio Thor e il suo fedele “martello” compaiono in vari fumetti moderni. In particolare un Thor supereroe è stato creato da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni) e pubblicato dalla Marvel Comics.
Molto affascinante questa divinità... pensa che io e il mio moroso conosciamo un norvegese che si chiama Thor, e la prima cosa che gli ho detto nel mio inglese stentato era che si chiamava come l'antica divinità!
RispondiEliminaSarà stato contento di saperlo da te! ;)
RispondiEliminaCredo ce ne siano molti con questo nome, a testimoniare un interesse che continua.