martedì 8 marzo 2011

Il veleno del rock

Nel 1968 un gruppo di giovani rockers americani, capitanato da Vincent Furnier, si trovava nella necessità di modificare il nome della band, che all’epoca era “Nazz”.
Mentre discutevano su quale adottare, Furnier rivelò ai compagni che durante una seduta spiritica aveva scoperto di essere la reincarnazione di una strega, Alice Cooper, bruciata sul rogo nel Seicento nella città di Salem.

Salem è un nome che compare spesso nella letteratura per via di una serie di fatti inspiegabili che nel 1692 coinvolse molti esponenti di questa piccola e litigiosa comunità di puritani del Massachusetts.
Tutto cominciò quando due bambine cominciarono a dire di sentire suoni che nessuno udiva, a gridare senza motivo, ad arrampicarsi sui mobili e a contorcere il loro corpo in modo innaturale. Quando gli adulti della comunità cominciarono ad indagare, esse parlarono di inquietanti visioni e di strani incontri notturni a cui partecipava un misterioso uomo che veniva da Boston.
Di fronte a questi inspiegabili eventi la piccola comunità di puritani si convinse che questi fenomeni fossero causati dalla presenza del diavolo e che gli accadimenti fossero da interpretare come vera stregoneria.
Trattandosi di una comunità di Protestanti non esisteva l’Inquisizione. Venne però creato un tribunale speciale che cominciò ad arrestare, interrogare e processare. Il largo utilizzo della tortura come strumento d’interrogatorio indusse varie confessioni che tirarono in ballo molte altre persone. In pochi mesi le incriminazioni dilagarono nei paesi circostanti, portando alla condanna a morte di 19 persone, mentre 150 venivano arrestate e altre 200 venivano accusate di stregoneria.
La situazione apparve così grave da indurre alcuni pastori protestanti a fare pressioni sul Governatore perché intervenisse, anche perché il fenomeno, nonostante le condanne, pareva inarrestabile.
Il tribunale speciale fu soppresso dal Governatore e sostituito da un’altra corte che non accettò più le visioni delle giovani come prove per l’accusa. Delle 50 persone ancora in carcere quasi tutte furono scagionate. Solo tre furono condannate, ma il Governatore sospese la pena. Solo allora la misteriosa epidemia di stregoneria terminò.
Secondo alcuni studiosi ci sarebbe una spiegazione scientifica del fenomeno, che fu amplificato dai sistemi d’interrogatorio, dalle delazioni interessate e dalla superstizione dei giudici.
La causa di questa allucinazione collettiva sarebbe da ricercare da un lato nell’isteria provocata dalla paura per i continui attacchi degli indiani. Dall’altro sarebbe la conseguenza dell’ergotismo, una forma di intossicazione provocata da un parassita delle graminacee, in particolare della segale, cui conferisce alla pianta infetta il nome di “segale cornuta”. Gli alcaloidi velenosi del fungo, presenti anche nel noto LSD, provocano un’intossicazione acuta a livello del sistema nervoso centrale che può portare alla morte, ma ha tra gli effetti anche delle potenti allucinazioni.

Vincent Furnier non si limitò a dare alla band il nome di Alice Cooper in onore della strega di Salem, ma lo mantenne come proprio nome d’arte quando nel 1975 intraprese la carriera di solista.
La band prima e Alice Coper da solo in seguito diedero vita allo “shock rock”, introducendo  elementi macabri e tenebrosi, e determinando il successo di quell’immaginario horror diventato un marchio di fabbrica per molti musicisti heavy metal. Marylin Manson, ad esempio, da ragazzo vendeva di nascosto audiocassette di Alice Cooper nel collegio cattolico che frequentava e per questo fu sospeso.

La carriera di Alice Cooper continua tuttora, benché l’apice del suo successo commerciale sia considerato un singolo del 1989 incluso nel suo 18° album, “Trash”.
Anche questa canzone, che parla della velenosa attrazione per una donna fatale, suscitò come sempre polemiche. In questo caso fu il video originale ad essere censurato e le sequenze incriminate furono girate di nuovo, questa volta coprendo con un corpetto le nudità della modella Rana Kennedy.
Alice Cooper, Poison.

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