giovedì 21 maggio 2009

Disfida 5 – Magici incontri ai confini del sogno

Due racconti scritti per Siamo in Onda, in cui la magia del popolo fatato è protagonista.


La grotta del sogno

La prima pillola di mistero, che parte dal tema "sogno", è ispirata alla famosa leggenda della grotta delle fate, che si aprirebbe ogni cento anni ai piedi della rocca si Angera (VA). Una storia ispirata a questa credenza è stata pubblicata in “Storie e leggende tra due laghi”. Ho voluto trarne anch'io una storia per omaggiare il lavoro di ricerca fatto da chi prima di me si è occupato di leggende e misteri.



Aprì gli occhi all’improvviso. Pensò con sollievo che era stato solo un sogno, ma quando si mise a sedere comprese il suo errore. Ai piedi del letto c’era la borsa. L’aprì con timore: come sapeva era piena di monete d’oro. Si prese la testa tra le mani e pianse, vedendo che non aveva sognato…
Girovagando per i boschi si era trovato, senza sapere bene come, ai piedi della rocca. Aveva trovato un posto delizioso all’ombra, così si era sdraiato per schiacciare un pisolino. Si era appena addormentato quando era stato svegliato da una voce suadente.
«Vieni, entra nella caverna.»
Alzatosi, aveva visto davanti a sé, dove prima c’era solida roccia, una grande apertura. Incuriosito, si era diretto verso la luce che vedeva dinnanzi a sé. Era giunto infine in una sala sotterranea, al centro della quale si trovavano un campanaccio di ferro, una borsa piena di monete d’oro e un letto su cui giaceva una donna addormentata.
«Puoi prendere una sola cosa» disse la voce. «Il campanaccio farà moltiplicare il tuo gregge, la borsa contiene un tesoro inestimabile e sul letto giace la donna più bella del mondo. Questa scelta è data solo ogni cento anni ad un mortale. Scegli con giudizio, se puoi.»
Aveva riflettuto, guardando ora l’uno ora l’altro dei regali che gli venivano offerti. Aveva scartato subito il campanaccio, perché non era un contadino. Aveva guardato a lungo la donna, che dormiva coperta da un lenzuolo, con gli occhi chiusi su un sogno che a lui non era dato vedere. Era stato incerto a lungo, ma alla fine aveva scelto, prendendo la borsa. Con quella ne avrebbe avute mille di donne!
In quel preciso istante il campanaccio aveva suonato e la donna aveva aperto gli occhi. Li aveva visti passare in un istante dalla sorpresa alla speranza e dal desiderio alla delusione. L’ultima impressione rimastagli di quegli occhi bellissimi era il silenzioso rimprovero per aver rinunciato al grande amore della sua vita.



La voce è quella di Marco l'Equi Librista



Le Creature del Piccolo Popolo

Partendo dal tema “Fortuna/sfortuna” questa Pillola di Mistero ci porta ad incontrare delle creature fatate, che secondo le leggende popolano il nostro territorio sfuggendo per lo più il contatto con gli esseri umani. Incontrarli può essere una gran fortuna, se ci rivelano i loro segreti, ma anche un’enorme sfortuna, perché sanno essere dispettosi e crudeli.


Occorre molta fortuna per vederli, ma può essere una maledetta sfortuna incontrarli.
Non hanno ombra, non lasciano tracce sul terreno, possono svanire come fumo o diventare invisibili. Sono permalosi, golosi, dispettosi, ma possono essere anche crudeli e malefici.
Talora li si può vedere sotto forma di fiammelle che danzano nell’aria scura della notte o alla luce del crepuscolo; o anche come vortici di vento che attraversano i campi, mulinando foglie ed erba secca.
Sono i Folletti!
Sono detti anche Creature del Piccolo Popolo e sono divisi in oltre un centinaio di stirpi, con caratteristiche e zone di azione molto differenti.
Ci sono folletti sostanzialmente buoni che possono aiutare nelle faccende domestiche. Altri sono dispettosi e fanno sparire gli oggetti nelle case (con una predilezione per la calza sinistra). Altri sono cattivi e di notte siedono sul petto dei dormienti per provocare incubi angosciosi. Alcuni sono così malvagi che ben pochi di coloro che li hanno incontrati hanno avuto la fortuna di poterlo raccontare.
Farseli amici, in certi casi, è davvero una fortuna. Molti di essi nascondono immensi tesori e possono farli trovare ai loro amici umani.
Non dite, però, che i folletti non esistono. Ogni volta che un umano pronuncia queste parole, infatti, un folletto muore…



La voce è quella di Marco l'Equi Librista

3 commenti:

  1. Mi dispiace, ma queste mi piacciono troppo entrambe... devi tenerle tutte e due!!!

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  2. Anche io sono indecisa. Propendo per il primo, più narrativo.

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