mercoledì 21 ottobre 2009

La vera storia del Duca decollato - Parte 2



Prima parte

Nelle fiabe dopo il matrimonio inizia il “e vissero felici e contenti”. Nella vita reale le cose, in genere, vanno diversamente.
Dopo aver sposato Teodolinda ed essere diventato Re, Agilulfo si trovò a dover affrontare parecchi problemi. Il primo e più serio era la fedeltà dei Duchi. Molti di essi, infatti, non erano affatto contenti della scelta della Regina Teodolinda e, più o meno apertamente, gli si opponevano. Due in particolare erano i Duchi ribelli: Gaydulf di Bergamo e Meynulf, duca dell'isola di San Giulio. Il primo si era insediato nell’Isola Comacina, impadronendosi del tesoro ivi accumulato dall’Impero, con cui il Duca stesso aveva stretto accordi segreti.
Agilulfo lo sconfisse e lo perdonò, ma il duca si ribellò di nuovo. Ancora una volta il re lo sconfisse e lo perdonò, ma quando il Duca si ribellò la terza volta, l’ira del re fu così grande e il suo cuore si riempì di tale sdegno che la testa del Duca rotolò nella polvere.
Meynulf si era invece insediato sull’Isola di San Giulio, un piccolo scoglio nel lago d’Orta, nella diocesi di Novara, che il Vescovo aveva fortificato un secolo prima per farne il rifugio ideale in caso di pericolo. Più astuto di Gaydulf, non si era apertamente ribellato al Re, ma correva voce che nel suo sicuro rifugio, circondato dalle acque del lago, tramasse insidie contro il Re e la Regina.
Allora si fece avanti un consigliere, uno di quegli uomini che ci sono sempre in queste storie, anche se il loro nome non appare mai sui libri. Chiese la parola e, appena l’ebbe ricevuta, iniziò a parlare.
Meynulf occupava un ducato chiave per la sicurezza del regno, poiché giungeva ai piedi delle Alpi attraverso le quali i Franchi erano già discesi in Italia. Proprio Meynulf avrebbe dovuto fermare l’invasione avvenuta ai tempi del re Autari. Inspiegabilmente, invece, i Franchi erano transitati senza che nessuno tentasse di contrastarli.
Allora si era parlato di codardia e il Duca si era giustificato con l’impossibilità di sbarrare il passo alle soverchianti forze d’Oltralpe con i pochi uomini a sua disposizione. Mentre il consigliere parlava, nella mente di tutti apparve invece chiaro che il mancato intervento di Meynulf doveva essere, necessariamente, doloso. Aveva spalancato le porte della Longobardia al nemico sperando di essere ricompensato dal Re franco Childelberto. Non aveva importanza se il prezzo fossero terre o oro. Quel comportamento aveva un solo nome: fellonia! E, ad aggravare la situazione, il pericolo era tuttora grande, perché il regno non poteva dirsi al sicuro finché il custode delle porte delle Alpi fosse stato pronto a spalancarle al nemico.
Quelle parole convinsero il Re che fosse necessario agire immediatamente. Un drappello di guardie scortò il boia reale sino al lago di San Giulio e da qui all’isola. Il Duca ascoltò in silenzio i messi leggere l’atto di accusa per alto tradimento e la sentenza, che non poteva essere che una: la morte. Si guardò attorno e lesse lo sgomento sul volto dei suoi, consapevoli che un atto di aperta ribellione avrebbe scatenato una guerra che non avrebbero mai potuto vincere. Meynulf si alzò e dicendo, forse, “muoia uno solo per la salvezza di molti” offrì il collo al carnefice.

Undici secoli dopo, durante gli scavi nella basilica del Santo Giulio, venne rinvenuto un sarcofago, con la scritta “Meynulf” e i resti di uno scheletro senza testa. Per ironia della storia, il sarcofago del Duca traditore, venne trasformato in una cassetta per l’elemosina all’ingresso laterale della chiesa, dove si trova tuttora.

6 commenti:

  1. Molto interessante, la storia e tutte le sue mille pieghe ......
    Un caro saluto Miaooooo

    RispondiElimina
  2. povero Meynulf, anche se se l'è meritato....

    RispondiElimina
  3. Mi piacciono questi nomi da "Signore degli anelli"!

    PS: Non sapevo che si potesse partecipare al concorso con 2 racconti! Però dai, tengo solo il primo che ho scritto appositamente, non mi va di "strafare";)

    RispondiElimina
  4. Mi piace sopratutto l'idea del nuovo utilizzo del sarcofago. Povero Meynulf, dove essere davvero un po' codardo, per non venire in veste di fantasma a vendicarsi dell'affronto postumo

    RispondiElimina
  5. @ Felinità: ed è una delle prime vicende storiche del lago.

    @ Pupottina: triste destino, in effetti.

    @ Giardigno: mi piace scavare tra le pieghe della storia.

    @ Vele: li ho trascritti in versione longobarda proprio per questa aura fantasy che lasciano dietro di loro.

    @ Tenar: non è detto, cara Tenar, non è detto. Chiederò a Caronte, che di fantasmi ne vede sempre tanti, specie quando ha alzato un po' il gomito...

    RispondiElimina

Lasciate una traccia del vostro passaggio, come un'onda sulle acque del Lago dei Misteri...

Post più popolari

"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.