mercoledì 19 settembre 2018

La ragazza del sogno - Parte 4


Conversazione in biblioteca

I raggi del sole al tramonto attraversavano i vetri della biblioteca dopo aver dipinto con colori d'acquarello le nubi sopra il Monte Rosa. Le due tazze in porcellana inglese sul tavolino in radica contenevano ormai poche gocce del tè che Amar aveva preparato secondo le regole di una sapienza antica.
"Cosa ne pensi?" domandai.
Ottavio si appoggiò allo schienale della poltrona. Le dita giunte arrivarono a sfiorare le labbra, quasi a voler aiutare le parole a trovare la strada.
"Se mi avessi posto questa domanda alcuni anni fa ti avrei risposto in modo molto razionale, attribuendo alla casualità la strana coincidenza tra il sogno che hai fatto e la lettera che hai trovato nascosta sotto la pietra. Non sarebbe stata una vera risposta, perché non ti avrei dato una reale spiegazione, ma probabilmente avrei contribuito a riportare un po' di tranquillità alla tua anima."
Sorrise, come se stesse ricordando i giochi di quando era bambino.
"Oggi, dopo quello che ho avuto modo di vedere e conoscere, potrei dirti che esistono forze soprannaturali che si pongono al di fuori del nostro piano di esistenza, ma che ogni tanto interferiscono con esso."
Mi sembrò che cercasse le parole fuori dalla finestra.
"Ci sono cose che si muovono nelle tenebre che sfuggono alla nostra comprensione. Alcune solo per l'insufficienza dei nostri mezzi di indagine, altre per l'impossibilità di spiegarle razionalmente. Mettiamo che tu abbia una certa capacità di sentire, diversa da quella della maggior parte degli altri. Poniamo che le porte della tua percezione si aprano, o si possano aprire in situazioni particolari, su percorsi che conducono ad altri piani di esistenza. Ad altri mondi forse. Ci sono libri che parlano di passaggi occultati, di porte sigillate in ere remote. Come anche di creature in grado di superare queste barriere. Bene, sia come sia, potresti aver intercettato nel sogno un atto reale, il porre sotto una pietra in un luogo particolare un messaggio di aiuto, e averlo portato sul piano della tua memoria."
Mi guardò, forse per comprendere la mia reazione.
"Tuttavia mi rendo conto che nemmeno questa è una spiegazione, oltre a non essere soddisfacente, in quanto non risponde alla tua domanda."
"Chi è quella ragazza e perché ha bisogno del mio aiuto?" 
"Questa è la domanda fondamentale. Per scoprirlo dovrai risolvere l'enigma che si cela nelle sue parole, anche se forse sarà solo l'inizio del tuo viaggio."
"Dove il filo di ferro fu battuto e si sciolse, cerca il paese che non c'è più" mormorai. "Potrebbe essere un maglio. Ce n'erano diversi che utilizzavano l'acqua dei torrenti attorno al lago d'Orta e nella valle dell'Agogna, se non fosse che un filo di ferro battuto non si scioglie. A meno di metterlo in un altoforno, naturalmente, ma non mi sembra questo il senso dell'enigma."
"No, infatti, non credo proprio."
"E poi c'è la questione del paese che non c'è più" osservai. Di quelli ne abbiamo diversi. Compaiono nelle carte medievali e anche posteriori per poi scomparire dalla storia per l'abbandono da parte dei loro abitanti. Paesi fantasma potremmo definirli ormai. Di cui spesso restano pochi ruderi o nessuno proprio. Pestilenze, guerre, incendi o semplice abbandono. Talora è impossibile dirlo. Mi domando però che nesso possa esserci tra un filo di ferro e un paese abbandonato..."
"Aspetta!" gridò battendosi una mano sulla fronte e alzandosi. "Mi sono ricordato di una vecchia storia, che risale forse a un secolo fa più o meno. L'ho letta in un libro che deve essere qui da qualche parte."
Ottavio si mise a cercare tra gli scaffali, mentre la mia curiosità cresceva.


Questa è la quarta parte de "La ragazza del sogno".

Quinta parte


Qui trovate le puntate precedenti

Prima parte 
Seconda parte 
Terza parte 

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.