mercoledì 17 febbraio 2016

L'Omino coi Baffi se n'è andato


Qualche giorno fa se n'è andato anche l'Omino coi Baffi. O per meglio dire è morto colui che l'eveva voluto e ispirato, in quanto Paul Campani (morto nel 1991) aveva preso come modello proprio Renato Bialetti, titolare dell'omonima azienda, per disegnare quello che fu uno dei più riusciti personaggi di Carosello.

Renato Bialetti era nato nel 1923 ed era il figlio dell'inventore della Moka, Alfonso. Fu lui però a lanciare quello che divenne non solo un rivoluzionario modo per fare il caffé, ma un oggetto che da Omegna conquistò il mondo, sbarcando persino nei grandi musei come esempio del design italiano. 

Qui potete trovare un breve racconto su alcuni momenti di questa storia straordinaria.

Altri andrebbero raccontati e raccolti, come quando il giovane Renato incrociò per caso in un albergo il multimiliardario Aristotele Onassis e riuscì a convincerlo a dire ad alta voce davanti a un gruppo di scettici clienti francesi di non aver mai bevuto un caffé buono come quello uscito dalla sua caffettiera.

Della Bialetti a Omegna ormai non resta più nulla, come si è già avuto modo di dire qualche anno fa. Lo stesso Bialetti aveva venduto l'azienda nel 1986, ritirandosi a vivere in Svizzera.

Ma alla sua morte ha voluto che le sue esequie fossero celebrate in zona, a Casale Corte Cerro. Nella chiesa, davanti all'altare, spiccava una Mokona Bialetti. Al suo interno le ceneri dell'Omino coi Baffi.



mercoledì 10 febbraio 2016

Lo strano caso del meteorite

Il Museo settala nel 1666


Un recente episodio di cronaca avvenuto in India ha fatto gridare alcuni giornalisti al “primo caso di uomo ucciso da meteorite nella storia”.

Invece, se andiamo indietro nel tempo, fino al 1654, e ci spostiamo a Milano ci imbattiamo in un fatto inquietante .

Il 4 settembre di quell’anno un frate francescano della chiesa di Santa Maria della Pace stava camminando per strada quando fu improvvisamente gettato a terra e ucciso da una forza invisibile.

Per risolvere quello straordinario mistero venne chiamato un uomo eccezionale, che godeva la fama di essere l’Archimede Milanese.

Manfredo Settala, figlio del protomedico Ludovico che compare nel Promessi Sposi ai tempi della peste, aveva creato in Milano un Museo dove erano raccolte curiosità e oggetti raccolti nei suoi viaggi per il mondo o scambiati con altri collezionisti. Lui stesso illustrava personalmente agli ospiti illustri, che non mancavano mai di visitare il suo Museo, le meraviglie che vi erano contenute.

Nel caso del povero frate egli prese molto seriamente la questione e dopo un attento esame del cadavere riuscì ad individuare ed estrarre da una gamba una “pietra del fulmine”, del diametro di circa sei centimetri, che tagliata emise un forte odore di zolfo.


Dopo la morte del Settala il meteorite finì all’Ambrosiana, da cui scomparve misteriosamente, probabilmente rubata e rivenduta a qualche collezionista. Ne resta un disegno, su uno dei tanti commissionati dal settala per descrivere la propria collezione, purtroppo in gran parte andata dispersa.

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"Di un fatto del genere fui testimone oculare io stesso".

Ludovico Maria Sinistrari di Ameno.