Era il 1979 e sulle scene musicali italiane usciva l’album di un giovane cantautore di Domodossola. “Alberto Fortis” s’intitolava semplicemente, prendendo il nome dall’autore e interprete. Subito fece scalpore per i testi delle canzoni incluse.
“E vi odio voi romani, io vi odio tutti quanti” sono infatti le prime parole della prima canzone, una sarcastica invettiva “contro Roma”. Come se non bastasse, la seconda canzone conteneva invece una dichiarazione d’amore incondizionato verso Milano, prendendo come bersaglio un certo Vincenzo, che il cantante prometteva di uccidere, in quanto “troppo stupido per vivere”. Vincenzo era il nome dietro cui si celava, non troppo nascostamente, Vincenzo Micocci, all’epoca direttore generale della casa discografica IT, avente sede a Roma.
Ce n’era abbastanza per suscitare furiose polemiche e una sorta di boicottaggio contro il giovane cantante del nord, da parte delle emittenti di stato aventi sede nella capitale. L’album fu invece apprezzato e sostenuto dalle radio libere. Queste erano state autorizzate ad operare con la storica sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976 che aveva rotto il monopolio della RAI. Anche il fumettista e artista Andrea Pazienza prestò la propria opera (vedi disegno di apertura) per un colorato videoclip della canzone. Non era per altro la prima dedica velenosa della storia della musica.
L’album “A night at the opera”, che nel 1975 consacrò i Queen come una delle maggiori band del pianeta, si apre con il brano "Death on Two Legs (Dedicated to...)" scritta da Freddie Mercury contro l’ex-manager, Norman Sheffield. In quel caso però il nome non era espresso e fu lo stesso Sheffield a tradirsi, intentando una causa ai Queen.
Nel caso di Fortis occorre dire che le canzoni nacquero dalla forte delusione provata dal giovane cantante durante il periodo trascorso a Roma in cerca di fortuna. Incompreso nella capitale da Vincenzo Micocci, solo a Milano trovò l’attenzione necessaria da parte dei discografici. In ogni caso Fortis ha sempre voluto precisare che “A voi romani” non era rivolta contro gli abitanti di Roma, quanto piuttosto contro il Potere, che aveva nella capitale la sua sede e i suoi simboli.
L’artista gradualmente modificò anche il testo dell’altra canzone, smussando gli aspetti più polemici, per giungere a cantare "Vincenzo io ti abbraccerò", in una trasmissione televisiva del 2010, andata in onda una settimana dopo la morte di Vincenzo Micocci. Una sorta di riconciliazione postuma, a trent’anni di distanza.
Alberto Fortis - “Milano e Vincenzo”
“E vi odio voi romani, io vi odio tutti quanti” sono infatti le prime parole della prima canzone, una sarcastica invettiva “contro Roma”. Come se non bastasse, la seconda canzone conteneva invece una dichiarazione d’amore incondizionato verso Milano, prendendo come bersaglio un certo Vincenzo, che il cantante prometteva di uccidere, in quanto “troppo stupido per vivere”. Vincenzo era il nome dietro cui si celava, non troppo nascostamente, Vincenzo Micocci, all’epoca direttore generale della casa discografica IT, avente sede a Roma.
Ce n’era abbastanza per suscitare furiose polemiche e una sorta di boicottaggio contro il giovane cantante del nord, da parte delle emittenti di stato aventi sede nella capitale. L’album fu invece apprezzato e sostenuto dalle radio libere. Queste erano state autorizzate ad operare con la storica sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976 che aveva rotto il monopolio della RAI. Anche il fumettista e artista Andrea Pazienza prestò la propria opera (vedi disegno di apertura) per un colorato videoclip della canzone. Non era per altro la prima dedica velenosa della storia della musica.
L’album “A night at the opera”, che nel 1975 consacrò i Queen come una delle maggiori band del pianeta, si apre con il brano "Death on Two Legs (Dedicated to...)" scritta da Freddie Mercury contro l’ex-manager, Norman Sheffield. In quel caso però il nome non era espresso e fu lo stesso Sheffield a tradirsi, intentando una causa ai Queen.
Nel caso di Fortis occorre dire che le canzoni nacquero dalla forte delusione provata dal giovane cantante durante il periodo trascorso a Roma in cerca di fortuna. Incompreso nella capitale da Vincenzo Micocci, solo a Milano trovò l’attenzione necessaria da parte dei discografici. In ogni caso Fortis ha sempre voluto precisare che “A voi romani” non era rivolta contro gli abitanti di Roma, quanto piuttosto contro il Potere, che aveva nella capitale la sua sede e i suoi simboli.
L’artista gradualmente modificò anche il testo dell’altra canzone, smussando gli aspetti più polemici, per giungere a cantare "Vincenzo io ti abbraccerò", in una trasmissione televisiva del 2010, andata in onda una settimana dopo la morte di Vincenzo Micocci. Una sorta di riconciliazione postuma, a trent’anni di distanza.
Alberto Fortis - “Milano e Vincenzo”