Sabato scorso, come previsto, mi recai alla Biblioteca di Arona per il segreto incontro sui misteri.
Conoscendo lo gnomo che mi aveva invitato ero naturalmente preparato al peggio, quindi non mi sorpresi affatto di trovare la porta della biblioteca completamente sbarrata.
Feci invece ricorso all’unico strumento che potevo utilizzare: un richiamo per gnomi che tempo addietro mi regalò una Maga amica mia. Pochi secondi e il telefono squillò.
Una voce dall’altra parte mi diede rapide indicazioni su dove recarmi. Da un’altra parte della città, ovviamente, ma giunto a quel punto non mi sarei fatto scoraggiare da nulla. Così di gran passo raggiunsi il luogo dell’appuntamento. Non fu il Bianconiglio ad aprirmi la porta, anche se qualcosa di bianco lo incontrai ugualmente.
La ragazza dai capelli bianchi mi spiegò brevemente cosa avrei dovuto fare. Tutto semplice; troppo semplice per non insospettirmi. Tanto più che una maschera inquietante (vedi foto iniziale) era stata lasciata, in modo apparentemente casuale, accanto all’ingresso. Era ovvio a quel punto che le informazioni che mi erano state date erano una piccola parte rispetto a quelle che mi erano state nascoste.
Ma andiamo con ordine. Il locale sotterraneo in cui scesi era popolato da una trentina di persone. Immediatamente ne riconobbi alcune; altre mi furono presentate; la maggior parte fui in grado di identificarla solo in seguito; mentre alcune rimangono per me un mistero.
Per risparmiarvi il tortuoso sentiero delle mie indagini, vi dirò che erano presenti: professori universitari più o meno autorevoli; indagatori di misteri; fumettisti variamente esplosivi; abili fotografi e giovani musicisti; il creatore e la giovane attrice di una famosa sit com locale; scrittori e scrittrici; bardi; appassionati di leggende; parenti e amici del mio anfitrione.
Perché la prima sorprendente scoperta fu che l’evento era in realtà la festa di compleanno di un noto mecenate e collezionista d’arte italiano, da sempre interessato ai culti antichi. Insomma, i maharaja si sposano e chiamano Shakira a cantare, il Nostro illustre ospite voleva una conferenza privata che aveva come relatori Livio Gambarini e Alfa dei Misteri.
Ad ogni modo, la festa coincideva con il convegno annuale della Miskatonic University, organizzato quest’anno sul Lago Maggiore proprio dal professor Gambarini. Era però presente, con un inspiegabile gemellaggio, anche la fantomatica università Sarcavolensis, il cui nome mi sembrò sospetto fin dal primo istante...
Al mio ingresso gli studiosi delle due università si stavano animatamente accapigliando, tra due ali di giornalisti inclini allo scetticismo, su una serie di reperti di dubbia autenticità. Diciamo pure, senza timore di offendere nessuno, delle gran patacche.
La discussione venne però interrotta da un grido stridulo come quello di una banshee, seguito dal pianto disperato della ragazza dai capelli bianchi. Sosteneva che la segretaria di uno dei docenti presenti fosse scomparsa. E che al suo posto fossero apparse tracce insanguinate.
Ci fu un po’ di agitazione in sala, ma alla fine il Nostro anfitrione riuscì a riportare la calma. L’incidente, se di incidente realmente si trattava e non di suggestione, non doveva né poteva alterare il programma della festa. Inoltre, sosteneva, è un fenomeno ben noto quello della sparizione delle segretarie, soprattutto quando sarebbe necessaria la loro presenza. Così la conferenza ebbe inizio.
Poiché ero stato invitato a parlare di draghi, mi misi a sbandierare un po’ di immagini e a raccontare l’origine di alcune leggende, alternandomi in tandem con Livio Gambarini, partendo dai draghi e finendo a parlare di fisiche, libri del comando, streghe, Incubi e folletti.
A quel punto alcuni giornalisti di quella razza vile e dannata della stampa pregiudizialmente critica, tentarono di mettere in discussione alcune delle mie affermazioni. Cascarono male, però, poiché il 99% delle cose dette era pura verità. Non dico il 100% solo perché nutro alcuni dubbi anch’io sull’autenticità di certi scritti attribuiti all’illustre Ludovico Maria Sinistrari d’Ameno, ma questa è un’altra storia.
La cosa più buffa fu quando una giornalista mi chiese ironicamente se avessi per caso un folletto che veniva a pulirmi la casa. Ora, come ben sanno i lettori di questo blog, Alfa dei Misteri ha sposato una folletta. Ma non dico altro perché Malikà è molto suscettibile sull’argomento “equa distribuzione dei lavori domestici” e non vorrei riaprire il file...
Ad ogni modo, riportata la calma, venne servito il dolce. Dopo un bicchiere di un rosso che teoricamente doveva essere analcolico ma sul cui contenuto non voglio pronunciarmi, i miei ricordi si fanno però estremamente confusi, come frammenti di un sogno.
Ricordo per certo che il Mecenate cadde a terra morto stecchito. Veleno, disse subito il dottore. Sono però (quasi) certo di aver chiacchierato col defunto dopo che il decesso era stato constatato. E di aver pure inutilmente tentato di convincere uno dei presenti che il fantasma lì accanto a noi era vivo e vegeto.
Poi le cose degenerarono. Si trovarono le porte d’uscita sbarrate e, mentre una tempesta solare impediva ogni comunicazione con l’esterno, fecero la loro apparizione, in ordine sparso: bombe col timer; un folle ghoul dinamitardo sbranatore di segretarie; improbabili dottori; misteriosi fumetti maledetti; contratti falsi come una moneta da tre euro; sedute spiritiche; veleni perniciosi e confessioni mancate.
Ecco, tutto questo e probabilmente ancora di più successe ai margini di Fantarona. Almeno credo, perché non saprei dirvi con certezza se quello a cui ho assistito sia stato realtà, un sogno o un'apericena con delitto in cui eravamo diventati tutti personaggi di un’unica diabolica mente. Celata, ovviamente, sotto una cascata di capelli bianchi...