Alessandro Antonelli, l'architetto che progettò, tra le altre cose, anche il santuario di Boca era un uomo che amava le sfide: progettare ai limiti delle possibilità tecniche della sua epoca, creando edifici "impossibili", di un'arditezza che sfiorava la follia, almeno agli occhi di coloro che non erano capaci di osare.
Così a Torino, dove costruì la celebre Mole che porta il suo nome, progettò e realizzò un edificio decisamente bizzarro, che è noto ai torinesi col nome di "Fetta di polenta". Come compenso per il suo lavoro gli era stata ceduta una striscia di terreno, attualmente all'angolo tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo. Lunga e stretta, ma edificabile. I vicini però, probabilmente puntando a farsela svendere, non cedettero nemmeno un metro delle loro proprietà e così il piano di allargamento fallì. A quel punto l'architetto decise di costruire ugualmente una casa di quattro piani, avente i lati corti di 4 metri da una parte e 57 cm dall'altra, con un appartamento per piano con scala a chiocciola, a cui poi ne aggiunse altri due e, anni dopo, un settimo.
Casa Scaccabarozzi, dal nome della moglie di Antonelli, fu considerato un edificio folle e pericoloso, incapace di reggere ai venti che spirano dalle Alpi. Così lui ci andò a vivere per dimostrarne l'affidabilità. In seguito la casa dimostrò la sua solidità, resistendo indenne all'esplosione della polveriera di Borgo Dora nel 1852, al terremoto del 1887 e ai bombardamenti dell'ultima guerra. Eventi che lesionarono o distrussero invece molti edifici della zona.
A cosa si deve la solidità della "fetta di polenta"? Al fatto di essere una “casa fatta con l’aiuto del diavolo, al solo scopo di vincere una scommessa, non certo per ospitare il focolare di gente per bene” come disse qualcuno? O piuttosto al fatto di essere stata ben progettata e di avere ben due piani sotterranei che danno solidità a tutto l'edificio?
Di ricorso a simbologie esoteriche del resto si parla parecchio quando vengono analizzate le costruzioni dell'Antonelli. Non ho elementi per confermarlo né smentirlo, ma è stato ipotizzato che fosse iscritto alla Massoneria. La stessa cupola del San Gaudenzio a Novara sarebbe niente meno che una costruzione "in codice" per i numerosi elementi esoterici che vi ricorrono. Un vero simbolo massonico che si sovrappone alla chiesa cinquecentesca, di cui i profani non sarebbero consapevoli, ma perfettamente leggibile da parte degli iniziati...
La foto del San Gaudenzio a Novara è una cortesia di Elena Grossini.
Vedo sul mio "feed reader" nuove foto da un blog a cui sono iscritta. Non mi dice nulla. Clicco. È una tizia che non pubblicava da tanto. Continua a non dirmi nulla. Però le foto sono belle, quindi lascio dei "+" per Google+ e vado a vedere le novità di altri blog. Arrivo qua e... ecco una foto del blog sonosciuto! Quindi mi ero iscritta al blog di Elena tramite qualche link trovato qua? Sicuro! Ecco che sul lago dei misteri si svela un piccolo mistero... e a tempo di record! :-D
RispondiEliminaI casi della vita sono strani ;)
EliminaElena è una "vecchia" (tra virgolette perché il vecchio tra i due sono io) conoscenza di questo blog e probabilmente si, partendo dal lago dei misteri ti sei iscritta tempo addietro al suo blog, che fortunatamente ha ripreso le pubblicazioni.
Perché hai ragione, le foto sono molto belle!