Alla fine degli anni Trenta un fatto nuovo venne a turbare la serenità degli incontri degli “Inklings”. C.S. Lewis incontrò e accolse entusiasticamente tra gli Inklings lo scrittore Charles Williams. Lewis lo trovava “assolutamente irresistibile” e amava i suoi libri, in cui abbondavano gli elementi fantastici innestati sulla realtà contemporanea. T.S. Eliot li definì “thriller soprannaturali o metafisici”.
A Tolkien invece non piacevano le sue opere, che sentiva molto lontane dal proprio spirito, e talora sgradevoli. Williams, tra le altre cose, aveva posizioni religiose e filosofiche molto lontane da quelle del cattolico Tolkien.
Faceva parte della Chiesa d’Inghilterra e scrisse numerose opere teologiche, ma era attratto anche dalla magia e dal satanismo. Aderì alla “Golden Dawn”, una setta esoterica di cui avevano fatto parte anche personaggi inquietanti, come il famigerato mago nero Aleister Crowley.
La comparsa di Williams tra loro fu una delle cause a cui Tolkien attribuiva il raffreddamento dell’amicizia con C.S. Lewis.
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