Il viaggio che ho iniziato alcuni giorni fa mi ha portato all’estremità opposta dello stivale. Nel tacco per la precisione. In Salento, terra ricca di tradizioni e misteri, vivono infatti alcuni blogger amici e lettori di questo blog, cui ho voluto far visita utilizzando la polvere del viaggio datami da Malikà.
La prima tappa è stata, naturalmente Otranto, città ricca di misteri, dove è ambientato un famoso romanzo, pubblicato da Horace Walpole nel 1764, dapprima con uno pseudonimo ("Il Castello di Otranto. Una Storia. Tradotto da William Marshal, Gent. dall'originale italiano di Onuphrio Muralto, Vescovo della Chiesa di San Nicola di Otranto") e solo successivamente riconosciuto dall’autore.
Questo semplice fatto dello pseudonimo potrebbe bastare a rendere simpatico Walpole al vostro “Alfa”, ma il nostro offre un ulteriore elemento di interesse. Il Castello di Otranto è infatti il primo romanzo gotico e quindi immaginatemi come un pellegrino sulle tracce dei misteri di Otranto descritti da Walpole.
La città tra l’altro offre altri interessanti spunti. Nel 1480 la città venne investita da un esercito ottomano forte di 18000 uomini che strinse la città d’assedio. La piccola guarnigione e i suoi abitanti si difesero disperatamente ma furono infine vinti dalle potenti artiglierie ottomane (le stesse che pochi decenni prima avevano demolito le fortificazioni di Bisanzio, ponendo fine al millenario impero della seconda Roma).
La presa della città finì in un feroce massacro. Il 14 agosto ottocento otrantini scampati al massacro e al saccheggio vennero decapitati per essersi rifiutati di convertirsi all’islam, come ordinato loro da Ahmet Pashà, il feroce rinnegato che comandava la spedizione. Dopo mesi di occupazione turca la città venne infine liberata il 10 settembre 1481, quando Ahmet Pashà, stretto d’assedio dai crociati , decise di rientrare in patria per prendere parte alle lotte tra i figli del sultano Maometto II, morto quell’anno. La sorte gli fu però avversa, perché Bayazid, che Pashà aveva appoggiato contro il fratello, lo fece decapitare nel 1482.
Nonostante i fatti storici siano abbastanza chiari, recentemente è stata avanzata l'ipotesi che la spedizione su Otranto non fosse motivata da motivazioni politico militari (Maometto II sognava di conquistare Roma, per adempiere una profezia del Corano, dopo aver preso Bisanzio nel 1453), bensì dal desiderio di Pashà di trovare un misterioso libro il cui segreto sarebbe racchiuso nell’incredibile mosaico della cattedrale di Otranto.
Ad ogni modo il sacco della città fu così devastante che il terrore per possibili ulteriori attacchi ("Mamma li Turchi!" era il grido che si udiva lungo tutte le coste) fece perdere ad Otranto buona parte della sua importanza, a tutto vantaggio della più sicura Lecce.
Il Salento però non è solo terra di corsari, ma anche di una tradizione arcaica davvero interessante, come la Taranta. Si narra che un ragno che vive da quelle parti, la Tarantola, possa col suo morso causare il tarantismo, misterioso fenomeno che un tempo colpiva le giovani nubili donne in età da matrimonio durante l’estate. Si credeva che solo il suono della musica fosse in grado di curare le vittime. Da questo particolare esorcismo musicale è nata una tradizione musicale, quella della Pizzica, ancora viva, che è alla base dio feste popolari, come la Notte della Taranta , nonché del successo di gruppi come i Negramaro.
Il mio passaggio per le vie del Salento è stato rapido, ma significativo, in quanto mi consente di salutare alcuni amici blogger dell’agguerrita pattuglia salentina: Pino Montinaro, Alexsandro, Matteo e soprattutto, M!ka, una delle prime lettrici di questo blog, che ha recentemente affrontato un lungo viaggio in Africa per portare il suo sorriso in quelle terre martoriate.
Al suo rientro in Italia (e a …) dedico questo post.
La prima tappa è stata, naturalmente Otranto, città ricca di misteri, dove è ambientato un famoso romanzo, pubblicato da Horace Walpole nel 1764, dapprima con uno pseudonimo ("Il Castello di Otranto. Una Storia. Tradotto da William Marshal, Gent. dall'originale italiano di Onuphrio Muralto, Vescovo della Chiesa di San Nicola di Otranto") e solo successivamente riconosciuto dall’autore.
Questo semplice fatto dello pseudonimo potrebbe bastare a rendere simpatico Walpole al vostro “Alfa”, ma il nostro offre un ulteriore elemento di interesse. Il Castello di Otranto è infatti il primo romanzo gotico e quindi immaginatemi come un pellegrino sulle tracce dei misteri di Otranto descritti da Walpole.
La città tra l’altro offre altri interessanti spunti. Nel 1480 la città venne investita da un esercito ottomano forte di 18000 uomini che strinse la città d’assedio. La piccola guarnigione e i suoi abitanti si difesero disperatamente ma furono infine vinti dalle potenti artiglierie ottomane (le stesse che pochi decenni prima avevano demolito le fortificazioni di Bisanzio, ponendo fine al millenario impero della seconda Roma).
La presa della città finì in un feroce massacro. Il 14 agosto ottocento otrantini scampati al massacro e al saccheggio vennero decapitati per essersi rifiutati di convertirsi all’islam, come ordinato loro da Ahmet Pashà, il feroce rinnegato che comandava la spedizione. Dopo mesi di occupazione turca la città venne infine liberata il 10 settembre 1481, quando Ahmet Pashà, stretto d’assedio dai crociati , decise di rientrare in patria per prendere parte alle lotte tra i figli del sultano Maometto II, morto quell’anno. La sorte gli fu però avversa, perché Bayazid, che Pashà aveva appoggiato contro il fratello, lo fece decapitare nel 1482.
Nonostante i fatti storici siano abbastanza chiari, recentemente è stata avanzata l'ipotesi che la spedizione su Otranto non fosse motivata da motivazioni politico militari (Maometto II sognava di conquistare Roma, per adempiere una profezia del Corano, dopo aver preso Bisanzio nel 1453), bensì dal desiderio di Pashà di trovare un misterioso libro il cui segreto sarebbe racchiuso nell’incredibile mosaico della cattedrale di Otranto.
Ad ogni modo il sacco della città fu così devastante che il terrore per possibili ulteriori attacchi ("Mamma li Turchi!" era il grido che si udiva lungo tutte le coste) fece perdere ad Otranto buona parte della sua importanza, a tutto vantaggio della più sicura Lecce.
Il Salento però non è solo terra di corsari, ma anche di una tradizione arcaica davvero interessante, come la Taranta. Si narra che un ragno che vive da quelle parti, la Tarantola, possa col suo morso causare il tarantismo, misterioso fenomeno che un tempo colpiva le giovani nubili donne in età da matrimonio durante l’estate. Si credeva che solo il suono della musica fosse in grado di curare le vittime. Da questo particolare esorcismo musicale è nata una tradizione musicale, quella della Pizzica, ancora viva, che è alla base dio feste popolari, come la Notte della Taranta , nonché del successo di gruppi come i Negramaro.
Il mio passaggio per le vie del Salento è stato rapido, ma significativo, in quanto mi consente di salutare alcuni amici blogger dell’agguerrita pattuglia salentina: Pino Montinaro, Alexsandro, Matteo e soprattutto, M!ka, una delle prime lettrici di questo blog, che ha recentemente affrontato un lungo viaggio in Africa per portare il suo sorriso in quelle terre martoriate.
Al suo rientro in Italia (e a …) dedico questo post.
leggevo a 12 anni il libro che hai citato, sul castello di otranto. ricordo che fui costretta a sveglierlo perché a scuola capitai per ultima nel sorteggio... tutti l'avevano scartato perché era il più grosso, ma a me piacque molto
RispondiEliminabella Otranto! chissà se prima o poi ci passerò?
Ho letto e commentato il post sul Lago di Garda.
RispondiEliminaInteressanti anche i misteri del Salento ^____^
Ho letto e commentato il post sul Lago di Garda.
RispondiEliminaInteressanti anche i misteri del Salento ^____^
ho scritto un intervento che secondo me ti può interessare non ti svelo di cosa parla perchè se non non ci sarebbe gusto . Se vuoi passa da me per lasciare un commento ok?? Salute e buona gestione del blog
RispondiEliminaciao sono Michele di http://pianetatempolibero.blogspot.com seguo il tuo blog
RispondiEliminavai a vedere il mio se ti piace fai altrettanto
ciao
Che bel giretto hai fatto...!!!!
RispondiElimina;-)
Non sapevo che il Salento fosse tanto ricco di misteri... sarà che in Italia ho viaggiato poco (ho sempre preferito prendere l'aereo e andare all'estero: è l'unico modo in cui riesco davvero a staccare la spina), ma al di là di questo penso che ci sia una scarsa conoscenza di quelli che sono tutti i posti meritevoli di visita nel nostro bel paese (e qui parecchi di noi italiani dovrebbero fare un mea culpa...). Post come questo sono un ottimo modo per "sensibilizzarci" alla scoperta e alla riscoperta di luoghi e tradizioni. E questo è il primo passo per poter mantenere in vita un'identità nazionale a cui una serie di influssi esterni stanno pericolosamente attentando.
RispondiEliminaLe pizziche hanno ritmi trascinanti, io li amo molto e ho anche un amico che suona spesso questo genere con la sua band. La credenza dei "tarantolati", poi, mi ha sempre affascinata.
RispondiEliminaCiao, che bel libro! L'avrò letto almeno venti di volte e ogni volta rivivo le stesse emozioni della prima volta!
RispondiElimina@ Pupottina: magari prima o poi riuscirai ad andare fino ad Otranto!
RispondiElimina@ Stella: grazie!
@ Adriano: ti ho lasciato un commento mapè saltata la connessione mentre postavo e ho perso tutto.
peccato.
@ michele: fatto!
@ Silvia: e non ho finito...
@ Maria rita: grazie. In effetti lo scopo è proprio questo.
@ Vale: molto affascinante. troppo. Si preannuncia un seguito...
@ tarkan: ^____^
Per scoprire i misteri di Otranto, vi consiglio anche il romanzo di Roberto Cotroneo dal titolo Otranto.
RispondiEliminaUN GRAZIE DI CUORE PER AVER DEDICATO UN POST AL SALENTO. Una Terra meravigliosa, un angolo di Paradiso da cui non riesco a staccarmi e a volte non so se sia un bene o un male.
Ancora GRAZIE
GRAZIE!!!
RispondiEliminaVERAMENTE ONORATO!!!
SALENTU: LU SULE LU MARE LU IENTU
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