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martedì 11 gennaio 2011

Il fuoco dei flamenchi


Se dovessi associarla ad un Elemento sarebbe certamente FUOCO. Come quello della terra in cui vive, quel tacco d'Italia che è diventato da alcuni anni una fucina di idee e iniziative. Come quello di tanti piccoli fuochi accesi sulla spiaggia attorno a cui danzano fenicotteri rosa. O come quello che arde dentro i racconti, i pensieri convulsi e le lotte intestine di cui scrive sul suo blog "il ballo dei flamenchi".


«Non sono una scrittrice» dice di sé «nemmeno una poetessa. Ho soltanto l'accesso Internet  e vivo sul lavoro dei miei genitori.»
Il blog, scrive inoltre, non è il suo diario di vita. «Le storie, i racconti che scrivo sono da considerarsi solo degli esperimenti letterari, sebbene rozzi, impacciati... Quindi, anche se portano il mio nome non sono da collegarsi alla mia vita, ma a quella malvagia voglia di immaginazione e immedesimazione che da sempre mi perseguita.»
Cristina, questo è il suo nome, sembra infatti di quelle persone “morse dal ragno”, come la Camilla  di cui scrissi tempo fa. E i suoi racconti sono brevi ma intensi viaggi onirici in cui si mescolano simboli, riferimenti all’attualità, impressioni e riflessioni.
Ai lettori che si stupiscono che possa scrivere così bene alla sua età risponde con molta semplicità che fuori dal blog è solo “una ragazzetta”. Cristina ha infatti un’altra cosa in comune con Camilla: ha solo diciassette anni.

Eppure questa ragazza della “generazione sms” scrive racconti capaci di far pensare ed è molto in un’epoca che sembra voler abolire la voglia di farlo. Giovani come lei (Cristina in ogni caso non è un’eccezione e di ragazzi e ragazze pieni di talento ce ne sono molti in giro) ci interrogano anche su un altro aspetto.
Cosa facciamo e cosa abbiamo fatto, noi delle generazioni precedenti per rendere migliore questo paese? Cosa lasciamo ad una generazione che scrive sui muri “non c’è più il futuro di una volta”? Noi così pronti a giudicare severamente i “bamboccioni” cosa abbiamo fatto di buono e di giusto noi alla loro età? E dopo, passata l’età dell'entusiasmo, abbiamo continuato a sognare un futuro o ci siamo arresi e siamo diventati come delle zecche appiccicate al corpo malato della nazione?
D’accordo, la mia generazione non è stata solo Moncler e consumismo; e quella precedente non è stata solo eskimo e molotov. Ma da qualche parte, evidentemente, abbiamo sbagliato.
Perché se questo paese è allo stremo, di certo la colpa non è dei giovani che si affacciano ora alla vita, come non lo era dell’agnello che beveva a valle del lupo nella famosa favola!

6 commenti:

  1. DAVVERO notevoli.

    Hai visto il documentario del national geografic sui fenicotteri rosa ?

    Non perderlo

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  2. Hai assolutamente ragione. Il problema, lo vedevo quando ero a scuola, è che si parla sempre solo dei ragazzi peggiori, mentre i migliori vengono lasciati a far da sfondo

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  3. @ Giardigno: no, non l'ho visto. Ho visto dei fenicotteri dal vivo anni fa, però.

    @ Tenar: ne conosciamo parecchi di giovani talentuosi, no?

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  4. ...
    penso che cambierò mestiere...

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  5. In Sardegna i fenicotteri rosa li chiamano Sa Genti Arrubbia, la gente rossa, per far capire quanto vengano tenuti in considerazione....
    un poeta ha scritto una poesia bellissima su di loro

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