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giovedì 7 ottobre 2010

La pietra del fulmine

La zappa affondava nel terreno ritmicamente, rovesciando zolle di terra che avrebbero accolto i semi di un nuovo raccolto. La schiena curva del contadino proiettava un arco d’ombra, come quello di una vecchia quercia, sul terriccio umido in cui si muovevano i minuscoli lavoranti che donavano  la fertilità al suolo.
Mentre lombrichi, larve e altri minuscoli insetti cercavano riparo dalla luce del sole si udì il tipico rumore di quando il ferro incontra la pietra. Il contadino sbuffò e con un paio di colpi portò alla luce la cosa che si frapponeva al prosieguo del suo lavoro.
Quando la vide i suoi occhi si riempirono di meraviglia e il suo cuore di gioia, perché quella era davvero una giornata fortunata. Con un misto di riverenza e timore la prese in mano, la pulì dalla terra e la ripose nella tasca.
Quando giunse a casa radunò i figli e i nipoti nell’aia e quando il piccolo cerchio l’ebbe attorniato, il patriarca parlò.
«Vi ho insegnato molti modi per tenere lontana la folgore. Ci sono preghiere da recitare e erbe speciali specie se raccolte nella notte di San Giovanni. Oggi però ho trovato un talismano raro e  potente di cui mi parlò mio nonno, molto tempo fa.»
Un mormorio di stupore si diffuse a quelle parole.
«Ecco la pietra del fulmine!» sollevò con entrambe le mani la lucida pietra verde verso il cielo. «La seppellirò sotto il focolare e nessuno di voi dovrà mai muoverla. Essa ci proteggerà dal fuoco che cade dal cielo, perché da esso è stata generata!»

Questa storia si basa su un’antica tradizione, largamente diffusa nelle campagne europee fino al XVIII secolo. Se volete conoscere la sorprendente storia della pietra trovata dal patriarca, dovrete tornare a farmi visita a questo blog domani…


Parte 3 - Il dio dall’ascia di pietra

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